Firenze, 10 maggio 2007- Il sistema economico della provincia di Firenze è sulla via del recupero, nonostante in alcuni comparti permangano situazioni di incertezza. La ripresa del 2006 è "guidata" da una dinamica positiva dell'export in termini reali (+3,5%), dei consumi privati (+2%), e della produttività del lavoro (+0,7%), quest'ultima alimentata soprattutto dall'industria (+2,5%).
A fine 2006, il valore aggiunto dell'area fiorentina (espresso a prezzi correnti) si è attestato intorno a 28.586 milioni di euro, per una crescita (misurato a prezzi costanti) dell'1,5% che, se pur al di sotto del tasso regionale e nazionale, supera la flessione del 2005 (-0,5%).
In particolare, il valore aumenta nell'industria (+1,5%), nei servizi (+1,4%) e nell'agricoltura (+4,4%); perde quasi un punto nelle costruzioni (+3,2%, 2005 +4,1%).
Il saldo commerciale import-export della provincia è attivo anche nel 2006 (2,2 miliardi di euro), ma si riduce di oltre 1 milione di euro rispetto al 2005, perché la crescita del valore esportato appare più moderata rispetto ai flussi delle importazioni. Il quadro emerge dall'indagine della Camera di Commercio di Firenze, presentata dal presidente Luca Mantellassi nell'ambito della 5° giornata dell'economia.
In linea con quello del sistema Paese (+9%) e di poco inferiore a quello della Toscana (+12,1%), l'incremento delle esportazioni espresse in valore (+9,1% per 7,2 miliardi di euro) colloca la realtà fiorentina al 12° posto nella graduatoria nazionale e al 1° posto rispetto alle province del Centro.
Più forte l'aumento delle importazioni (+17,1%, pari a 4,9 miliardi di euro), tuttavia con un valore pro-capite (5,9 migliaia di euro) sullo stesso livello del regionale e più basso di quello italiano
"Il modello di export fiorentino continua ad accusare ritardi rispetto ad altre aree industriali del Nord-Italia per la sua struttura fortemente incentrata sulla specializzazione in settori tradizionali ed a più basso contenuto tecnologico", ricorda il presidente Luca Mantellassi. "La quota del settore dei beni High Tech esportati dalla provincia di Firenze è da tre anni in lieve flessione (nel complesso dei beni esportati a livello provinciale la quota passa dal 9,3% nel 2003 al 9,2% nel 2006) e ha visto ridursi il proprio peso relativo rispetto al gruppo dei beni ad alta tecnologia esportati in ambito regionale attestandosi in media al 4,4%".
Nel periodo 2000-2006, il comparto "Low Tech" è ancora quello più rappresentativo dell'export fiorentino e assorbe circa il 30% dell'intero valore di beni a bassa tecnologia esportati dalla Toscana.
Influiscono in maniera significativa i prodotti del settore abbigliamento (con una quota del 32,2%) e delle "pelli, cuoio e calzature" (il 43,6%).
E' consistente anche il peso delle esportazioni di beni "Medium High Tech" made in Florence, che coprono ben il 35,9% del relativo valore della Toscana, mentre quelli "Medium Low Tech" hanno registrato una lieve flessione e rappresentano il 14,99% dell'export toscano per questo settore.
"L'elemento chiave per la ripresa risiede in un mutamento di rotta delle politiche che riguardano il capitale umano", sostiene il presidente della Camera fiorentina.
"In futuro sarebbe auspicabile, da parte dell'intero sistema, un maggior ricorso a figure professionali qualificate che diano impulso all'innovazione e stimolino la crescita strutturale delle imprese".
ECONOMIA DELLA PROVINCIA DI FIRENZE 2006
I settori
Manifatturiero: in ripresa con +3,5%
Rispetto all'anno precedente, il Manifatturiero chiude il 2006 con un tasso di crescita sulla produzione del +3,5%, superiore al dato nazionale (+2,6%) e regionale (+2,7%).
A far da traino sono state soprattutto le grandi imprese (+5,2% fino a 249 addetti; +5,7%, sopra 250), meno quelle piccole (+2,5 %).
L' espansione produttiva è stata intensa per le attività meccaniche, chimico-farmaceutiche, e l'industria agro-alimentare; più contenuta nei settori tessile-abbigliamento, cuoio, produzioni in metallo; sotto un punto percentuale nel legno e mobilio.
Fatturato - Cresce del +3,4 il fatturato complessivo, grazie agli incrementi delle attività meccaniche, della chimica, dei prodotti non metalliferi ed al recupero del tessile-abbigliamento.
Accusano una riduzione i settori dell'elettronica (-0,7%), del legno e mobilio (-0,8%).
Domanda - Ancora incertezze sul fronte della domanda che mostra risultati stazionari, per gli ordinativi dall'interno (+0,1%, 2006; +3,1%, 2005); in flessione, su quelli dall'estero (+2,4%, 2006; +3,7%, 2005). Le dinamiche non sono uguali per tutti: in aumento, entrambe le domande, nel settore della meccanica (rispettivamente +14,9 e 19,9%); in flessione gli ordinativi dall'interno dei prodotti chimico-farmaceutici (-8,4%), dei non metalliferi (-3,5%), dell'elettronica (-3,4%) e, in misura minore, quelli di pelli-cuoio-calzature (-1,1%).
Investimenti - Ottimo recupero dei livelli di spesa (+11,8% in complesso, con + 22% per le imprese di grandi dimensioni, +16,7 per le medie), e con profili assai diversificati per i singoli comparti di attività.
Occupazione - Sostanziale tenuta del quadro complessivo (+0,7%), che permette di rimarginare l'erosione dei livelli verificatisi nel 2005 (-1,1% rispetto al 2004).
Sono ancora le piccole imprese a scontare una riduzione di personale (-0,5%), mentre le grandi appaiono più idonee a produrre nuove opportunità occupazionali (+4,2%).
Artigianato: non si sposta molto +0,4%. Soffrono i servizi
L'area di Firenze chiude l'anno con un lieve incremento sul fatturato del +0,4%, rispetto al 2005.
In ripresa il fatturato delle attività tradizionali del sistema-moda (+4,4%). Tengono i settori edile (+1,4%) e manifatturiero (+1,4%), quadro stazionario per la metalmeccanica (+0,4%).
Perdono i trasporti (-5,5%) e i servizi (-3,8%), in particolare quelli alle persone ed alle imprese (-3,9%).
Agro-alimentare: in crescita la domanda dei prodotti di qualità
Positivo l'andamento delle produzioni tradizionali di qualità, sebbene alcune (ortofrutticole, vitivinicole ed olearie) siano state più contenute per effetti del clima.
Lieve la crescita del valore aggiunto, ma recupera il consumo, confermato dall'andamento dei prezzi alla produzione dei prodotti agricoli (l'indice nazionale ISMEA registrava nei primi nove mesi + 7%).
Cresce del 18,1% l'export, di cui 6% nel settore vini e bevande.
Significativo quello verso i Paesi Bassi (+8,2%) e del Nord America (Canada +35,7%, Stati Uniti + 6,1%); in regresso quella verso Francia e Germania. Aumentano le importazioni dal Cile e dall'Australia.
Commercio: +1,6%, supera il dato regionale e nazionale
Le variazioni dell'indice del valore delle vendite mostra, per la nostra provincia, una performance (+1,6%) migliore rispetto a quella del 2005 (+0,1); superiore a quella regionale (+0,8%) e nazionale (+1,2%).
In recupero tutti i macro-comparti (alimentari e non).
Cresce la grande distribuzione (+3,4%); tiene la media (+0,7%), perde la piccola ( -1,1%).
In lieve ripresa (+0,7%) la consistenza numerica delle attività commerciali (nel complesso circa 33.000 unità) e del commercio al dettaglio (+0,9%) con un incremento degli esercizi non specializzati (+5%) e una flessione di quelli dei beni alimentari (-1,4%).
Turismo: aumenta la permanenza media
I dati dell'Osservatorio Turistico della Provincia di Firenze evidenziano, ai primi nove mesi del 2006, una crescita su arrivi, presenze, e permanenza media (+2,5%) dei flussi turistici,
I visitatori italiani confermano il proprio interesse per il nostro territorio (29% sul totale degli arrivi e 27,3% sul totale delle presenze); mentre tra i flussi turistici dall'estero aumentano statunitensi (+2,2% in termini di arrivi e +1,6 in termini di presenze), inglesi, spagnoli, francesi e tedeschi.
La produttività del lavoro
Dopo un quinquennio di stagnazione, la produttività del lavoro (espressa dal rapporto tra valore aggiunto ed unità di lavoro) ha ripreso "moderatamente" a crescere (+0,7%), grazie al contributo apportato dall'industria.
Il tasso di crescita risulta superiore alla media italiana (+0,4%), ma inferiore alla media regionale (+1%); in ogni caso si tratta di un dato che dovrebbe essere letto in termini positivi visto il brusco calo subito dalla produttività nel quinquennio 2001 - 2005 e considerato che un consolidamento della crescita di questa variabile sarebbe importante sia per la sostenibilità dei livelli reddituali che per un miglioramento dei livelli di competitività.
Il mercato del lavoro provinciale
Nel periodo 1996-2006 l'occupazione provinciale è aumentata ad un tasso di crescita medio annuo dell'1,7%, corrispondente ad un'occupazione aggiuntiva mediamente creata ogni anno pari a circa 6mila unità; complessivamente nell'arco del decennio trascorso la creazione netta di posti di lavoro è stata pari a circa 70mila unità.
A fine 2006, il tasso di crescita segna +2,4%, pari a circa 427mila occupati, in linea con il dato regionale e superiore alle province della Toscana centrale, ad eccezione di Arezzo.
Ne sono stati complici diversi fattori: la regolarizzazione degli immigrati; la riduzione delle persone in cerca di occupazione (-0,7%); la crescita elevata degli occupati fino a 64 anni di età (+1,3%), rispetto alla popolazione tra 15 e 64 anni (-0,5%); la diminuzione delle non forze di lavoro tra quelli sopra i 15 anni (-2,0% in provincia e -0,8% in Toscana).
Il contributo più forte arriva dal terziario (+4,6%), mentre perdono i settori industria e, dopo cinque anni di aumenti, anche le costruzioni.
E' in flessione il lavoro femminile. Recupera il lavoro autonomo con un apporto sulla crescita occupazionale tre volte superiore a quello dei lavoratori dipendenti.
In leggero calo rispetto al 2005 il tasso di disoccupazione che segna +4,4%, al di sotto della media regionale e al terzo posto nella graduatoria provinciale, dopo Lucca (3,2%) e Pisa (3,6%). In sostanziale tenuta inoltre anche il tasso di occupazione (fascia 15-64 anni) che raggiunge una quota del 67,7%.
Riguardo al lavoro parasubordinato, Firenze rappresenta la provincia dove i collaboratori iscritti alla gestione separata INPS incidono maggiormente sugli occupati, con un rapporto in evoluzione che arriva, nel 2004, al 18,0%.
Si conferma il ruolo positivo delle piccole e medie imprese nella richiesta di nuove forze di lavoro.
Nella richiesta dei livelli di istruzione, i dati 2006 mostrano un maggiore ricorso a figure di livello medio alto, con un aumento dell'incidenza dei diplomati (media superiore) sui laureati (da 37,5% a 39%); meno per le qualifiche professionali (da 26,1% a 20,6%); in recupero la richiesta della sola scuola dell'obbligo (da 25,2 al 30,4%).
Nell'ambito delle figure high skill diminuisce pesantemente la domanda di lavoro per figure professionali per l'innovazione produttiva e organizzativa (-30,1%).
In controtendenza quelle che riguardano. l'innovazione nel processo (+25,9%); l'innovazione logistica e distributiva (+86,2%).
La demografia imprenditoriale
Segnali positivi nella dinamica imprenditoriale che archivia il 2006 con più 1.412 imprese (7.566 nuove iscrizioni contro 6.154 cessazioni al netto delle cancellazioni d'ufficio operate dal Registro delle Imprese), per un stock annuale di 90.869 unità ed un tasso di sviluppo del +1,3%.
Tengono il commercio (27,7% del totale delle imprese attive) e l'industria in senso stretto (17,5%), che da soli rappresentano quasi il 45% dell'intero settore imprenditoriale, mentre il settore agricolo copre il 7,8%.
Dello stock delle imprese attive, 31.040 sono imprese artigianali, pari al 34,1% del totale.
Oltre il 62% delle attività si concentra nell'area metropolitana che gravita intorno a Firenze; il 19% si colloca all'interno dell'area empolese-valdelsa; il 10% si colloca nell'area delle comunità montane del Mugello-Montagna Fiorentina e della Val di Sieve.
Dall'analisi settoriale, si evidenzia un calo generalizzato delle attività manifatturiere (-209 posizioni equivalente a un calo del -1,1% su base annua), che tocca, sia pur su livelli più contenuti rispetto agli anni scorsi, l'insieme del comparto moda (-1,4%).
Prosegue, la crescita dell'edilizia (+5,1%), e delle attività immobiliari, noleggio, informatica e ricerca (+4,2%).
In saldo positivo anche lo stock di attività di alberghi e ristoranti (+3,1%), istruzione (+4,4%), sanità e altri servizi sociali (+4,7%). Restano stazionari gli altri settori.
In continua espansione l'imprenditoria extracomunitaria (nel 2006, 12.286 unità), con un incremento del +9,5% rispetto al 2005. La maggioranza di loro svolge attività nei settori commercio (24,4%), edilizia (22,8%) e sistema-moda (20,8%). L'etnia cinese si conferma la più ampia, seguita da Africa Settentrionale, Albania, Altri Paesi d'Europa e Romania; rappresentano il 68,2% del totale delle cariche detenute da extracomunitari
Le imprese attive partecipate in prevalenza da donne ammontano a 19.946; in crescita di 390 unità rispetto al 2005 (+1,5%), costituiscono una quota del 21,9% del totale delle imprese attive provinciali.
Le dinamiche import-export
Anche nel 2006 la provincia fiorentina si conferma come una delle aree a più elevata vocazione esportativa.
Il valore delle esportazioni per addetto è di 16,8 migliaia di Euro, contro 15,8 migliaia di Euro della Toscana ed 14,2 miliaia di Euro dell'Italia.
La crescita tendenziale dell'export riguarda soprattutto le categorie dei "mezzi di trasporto", dei metalli e prodotti in metallo. In aumento anche le produzioni legate ai settori tradizionali del made in Italy provinciale - come i prodotti dell'agro-alimentare (+ 18%), la pelletteria (+13,4%), gli articoli del tessile-abbigliamento (+6,6%) - e degli "apparecchi elettrici e di precisione".
Tra le importazioni aumentala domanda di produzioni a contenuto di tecnologia medio-alto (apparecchi di precisione, mezzi di trasporto) e dei settori "tipici" della nostra provincia (in particolare cuoio e pelli).
I mercati di sbocco
Nel 2006, la ripresa delle esportazioni è stata significativa verso i mercati dell'Unione europea (+10,8%).
In particolare verso: Belgio (+20,2%), Francia (+11,2%), Grecia (+9,9%), Germania (+ 7,6%) e Spagna (+7,5%).
In espansione quelle rivolte a Svizzera (+18,2%) e Romania (+25,9%); brusca caduta verso la Russia (-37,8%).
Tra i paesi extra europei, l'export fiorentino è cresciuto in Cina, Australia e India (con saggi di variazione tendenziale dell'87,5%, del 76,2% e del 52,6%); si contiene nel mercato statunitense (1%) ed è in flessione verso il Giappone (-2,8%).
Sul fronte delle importazioni, è significativa la crescita dai Paesi dell'Asia orientale, per importanza la seconda area geografica dopo quella dell'Unione Europea.
Dalla UE il valore dell'import fiorentino aumenta tendenzialmente del 9,4%, con quote alte da Francia e da Grecia.
In crescita le importazioni dall'America settentrionale (7,3 %), grazie al contributo dei settori delle apparecchiature elettroniche e di precisione, delle macchine ed apparecchi meccanici; quelle dal Medio Oriente (23,8%) e dai Paesi africani (14,5%), aree geografiche importanti per l'approvvigionamento di materie prime. Tra gli extra-UE, marcato sviluppo delle importazioni provenienti da Russia (+ 47,1%), Svizzera (+39,8%) e Australia (+30,7%).
Il contenuto tecnologico dei beni esportati da Firenze
Da sei anni il comparto dei beni a bassa tecnologia si conferma il settore prevalente con una quota delle esportazioni che, nel 2006, si assesta sul 53,6%.
L' export dei beni ad alta tecnologia - con altissimo valore aggiunto e che meno risentono della concorrenza dei nuovi Paesi emergenti - rimane stabile su un valore medio del 9,2%, rivelando una situazione ancora deficitaria, rispetto ai principali contesti provinciali del Nord Italia ed al nazionale; ma migliore alla Toscana (un peso del 6,4% del 2006).
Tra i prodotti a contenuto tecnologico medio, l'export delle categorie medio-basso rappresenta il 7,5%, mentre i beni medio-alto scendono a 29,7%.
PREVISIONI 2007
Le previsioni per il 2007 si attestano su valutazioni prudenziali.
Il modello econometrico elaborato dall'istituto di studi Prometeia, stima per il 2007 una crescita del valore aggiunto del +1,2%, inferiore di tre decimi di punto, a quella registrata nel 2006, a causa di un previsto rallentamento dell'andamento dell'economia tedesca e di quella statunitense.
Per il 2008 è previsto un miglioramento dell' andamento del prodotto provinciale, che si dovrebbe attestare ai livelli del 2006.
In termini macrosettoriali, le previsioni per il prossimo anno mostrano una prosecuzione delle tendenze 2006, con un lieve affievolimento del manifatturiero e del terziario e un rallentamento delle costruzioni. La moderata crescita del valore aggiunto dovrebbe portare a una lieve riduzione della domanda di lavoro.