Firenze- Tredici condanne a sette anni di reclusione: è la pena stabilita dal tribunale di Firenze al processo per gli incidenti verificatisi nel maggio 99 davanti al consolato Usa in occasione di uno sciopero indetto dai sindacati di base contro l'intervento della Nato nei Balcani.
«In attesa di leggere motivazioni motivazioni, questa sentenza sembra dimostrare che l' "antagonismo politico", che da che mondo è mondo, sfocia sempre in un'ondata di violenza estremista che, come tale, è sempre al di fuori della legalità».
Così i consiglieri di Alleanza Nazionale Stefano Alessandri e Giovanni Donzelli commentano la sentenza «Le condanne - hanno aggiunto i due esponenti del centrodestra - sono state emesse per resistenza aggravata, reato nel quale il tribunale ha ritenuta assorbita l'accusa di violenza e minaccia a pubblico ufficiale. Allo Stato, quando scoppiano disordini come quelli al centro del processo, spetta di procedere con decisione "in nome della legge" contro i provocatori. Ma questa sentenza ha molto da dire anche a chi fa politica: chi ricorre alla violenza non solo compie un reato ma, al di là del fanatismo e dei proclami, è prigioniero di illusioni, incapace di capire la complessità dei problemi.
Non viviamo nel migliore dei mondi. Ci sono sempre questioni gravi da fronteggiare e risolvere. Ma la violenza, in tutte le sue forme di organizzazione, manifestazione e di giustificazione, non ha mai risolto neppure uno di questi problemi. Anzi, alla fine porta solo a lutti e tragedie».
«Con molta amarezza apprendiamo della sentenza che ha condannato a ben 7 anni di carcere tredici partecipanti alla manifestazione del 1999 davanti al consolato americano, per protestare contro il ricorso sistematico alla guerra da parte degli USA, appoggiati dal governo italiano -ribattono Ornella De Zordo, capogruppo di Unaltracittà/Unaltromondo, e Anna Nocentini, capogruppo di Rifondazione Comunista- In quell'occasione si sono verificati scontri, provocati dalle violente cariche delle forze dell'ordine con diversi manifestanti ricoverati all'ospedale, che hanno portato alla denuncia di alcuni dei partecipanti, ed infine alla sconcertante sentenza odierna.
Con una sentenza la cui stessa durezza qualifica come sentenza politica, si colpisce chi era in piazza per protestare, mentre sistematicamente si mandano impuniti i responsabili di gravissimi atti, come – ma non solo - quelli successi a Genova nel 2001: anzi quasi tutti i responsabili delle forze dell'ordine, e quindi direttamente o indirettamente dei pestaggi brutali, delle sevizie di Bolzaneto, dell'infamia della scuola Diaz, sono stati promossi. Confidiamo che in appello questa sentenza possa essere ribaltata, ed esprimiamo solidarietà a chi era in piazza per manifestare contro la guerra, ha subito una dura repressione e si trova oggi condannato a una lunga pena detentiva».