Hospice: tre strutture a Firenze per accogliere gli incurabili

Redazione Nove da Firenze
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15 gennaio 2008 14:31
Hospice: tre strutture a Firenze per accogliere gli incurabili

Firenze– Tre nuove strutture, una per ciascuna zona della Asl, con un totale di circa 35 posti letto. Anche Firenze avrà presto una sua rete di Hospice, gli speciali reparti progettati per accogliere e assistere i malati non più curabili. Il primo accetterà i pazienti dalla fine di marzo, il secondo diventerà operativo entro il 2008, il terzo sarà realizzato nel 2009. Alla vigilia del convegno internazionale che la Fondazione FILE dedica al tema (Gli Hospice e il sistema delle cure, Convitto della Calza, 18 e 19 gennaio), ne da notizia il medico palliativista Piero Morino, il responsabile dell’Unità di Cure Palliative-Leniterapia della Zona Firenze della Asl 10, che dirigerà la prima delle tre strutture.

Tema peraltro quanto mai attuale: chiamati ad assistere un numero crescente di pazienti che gli ospedali non sono più in grado di trattare e che le famiglie hanno difficoltà a gestire, gli Hospice sono in piena fioritura anche in Italia, per quanto con formule e geografia assai disomogenee. “Con questa iniziativa”, spiega Morino, “Firenze si afferma come una delle realtà più evolute in questo settore così sensibile. Si completa infatti la rete di cure palliative, grazie anche all’impulso e al contributo di FILE, che affianca la Asl stipendiando medici, infermieri e tutte le figure professionali necessarie, oltre a garantire un apporto culturale di primissima qualità, come dimostra questo stesso convegno sugli Hospice”.

Il primo dei nuovi reparti, quello diretto da Morino, avrà sede nell’ex convento delle Oblate, in piazza di Careggi, con una disponibilità di 11 posti letto. Qui si trasferirà l’intera Unità di Cure Palliative - Leniterapia, formata da 13 specialisti, tra medici e infermieri, che saranno integrati da altri 8 infermieri professionali e 8 operatori sociosanitari per coprire tutti i turni.

Poi toccherà a via S. Felice a Ema, ossia dell’ex Villa Principessa di Piemonte (12 posti letto). Il terzo Hospice (10 posti letto) sarà infine realizzato dell’ampliamento dell’ospedale di Torregalli. La reale necessità di questa rete di Hospice trova conferma nell’esperienza di Villa Le Terme, 5 posti letto appena, aperta nel 2004 in convenzione con la ASL. “Seppur piccola”, ricorda Morino, “questa struttura si è rivelata importantissima. Prima dell’apertura, il 92% degli incurabili moriva a casa, l’8% in ospedale.

Una volta operativa, ha accolto ben il 21% dei 380 casi che abbiamo gestito, mentre solo due pazienti su cento sono deceduti in ospedale e il 77% a casa. Questo significa che un’offerta di qualità consente ai pazienti e alle famiglie la scelta davvero più adeguata”. Nel Libro Bianco recentemente realizzato dal Ministero della Salute la Toscana era in realtà segnalata tra le regioni più sprovviste di Hospice. Fino al 2006 una sola struttura a Livorno con 10 posti, poi saliti a 21 lo scorso anno grazie a due iniziative a Camaiore e Montevarchi.

Per la verità, spiega Morino, la Toscana è stata tra le prime regioni a darsi, fin 2000, le linee guida per le cure palliative, in cui già si accennava anche alla funzione degli Hospice. La norma, in sé corretta e teoricamente ideale, sottolinea che l’Hospice funziona se è inserito in un contesto di rete di cure palliative che garantisca tutti i possibili interventi a seconda della criticità e delle scelte del paziente. “Purtroppo”, aggiunge, “in Toscana la rete è a maglie ancora troppo larghe e molte aree restano scoperte.

Quindi, senza una rete domiciliare, l’idea che gli Hospice possano nascere anche in queste zone e risolvere il problema dell’assistenza ai malati alla fine della vita è molto pericolosa. Senza rete l’Hospice diventa un ghetto, un lazzaretto dove gli ospedali mandano i malati che non sanno più come curare, quelli che non hanno casa. All’opposto, se la rete non ha Hospice, le famiglie si trovano aggravate di compiti spesso ingestibili e gli ospedali intasati di malati che non dovrebbero essere ricoverati.

Firenze aveva fin qui una buona rete, adesso avrà finalmente anche gli Hospice”.

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