E' l'ultimo libro della giornalista Vanna Ugolini edito da Stampa Alternativa, con prefazione di Lella Costa. Racconta un viaggio a ritroso nella vita di una bambina-schiava, sfruttata quando era ancora minorenne: dalla ricerca di un lavoro, al viaggio verso l'Italia, sino alla morte. Il libro pubblica anche un’indagine sulle dinamiche del giro d'affari del racket della prostituzione, le connessioni con l'economia locale e gli scenari futuri che potrebbero delinearsi e, con in appendice, l'analisi degli annunci economici che riguardano richieste e offerte di prestazioni sessuali a pagamento.
Sui giornali e in TV si discute sull'opportunità dei quartieri a luci rosse.
Ma questi quartieri esistono già. Com'è possibile non comprendere che la diffusione del sesso a pagamento si intreccia con svariati interessi sul territorio. Dove c'è una città ci sono scarti. Lungo le arterie e nelle zone della città dove il tessuto sociale si è strappato. Le grandi periferie sviluppatesi intorno ai nostri centri storici nella seconda metà del '900, sono luoghi sgraditi a chi può permettersi di meglio. Gli spazi abbandonati vengono riempiti da chi non ha altra scelta. I fondi a livello strada cambiano destinazione d'uso e diventano "abitabili".
Ecco fiorire un mercato di affitti e subaffitti, più o meno a nero, in cui si inseriscono le organizzazioni criminali in cerca di un posto tranquillo dove ospitare le ragazze. Il mercato del sesso si intreccia con quello immobiliare, in un mix imprevedibile di legale e illecito. Nonostante i quartieri dormitorio non favoriscano l'attenzione sociale, ogni tanto il vicinato si lamenta, la Polizia interviene e l'offerta si sposta in un'altra zona, con un seguito di affittacamere, autisti, bar, centri benessere, concessionarie d'auto, locali notturni, negozi di abbigliamento ed estetiste, persino agenzie viaggi e finanziarie.
Per non parlare della droga.
Altro che dibattiti per ridare vita ad una reminiscenza imbarazzante. E poi basta voltare pagina, per scoprire sullo stesso quotidiano l'elenco e il numero di telefono della case tollerate come se la legge Merlin non fosse mai stata approvata. Sarebbe più interessante capire che dimensione ha il racket, quali connessioni abbia con l'economia locale. La tariffa per una prestazione si aggira in strada sui 50 euro, il doppio in appartamento. Il rapporto dura circa un quarto d'ora, ma le ragazze sono costrette a darsi anche per 12 ore.
Il giro di denaro prodotto con la prostituzione è enorme con ricadute su diversi settori economici, più o meno consapevolemente. Quanto ci riguarda tutto questo? Fortunatamente la prostituzione in strada ci costringe ad interessarcene almeno inconsciamente per qualche secondo ogni giorno, quando transitiamo distratti in auto davanti alle ragazze in attesa. Vogliamo continuare ad accettare che ciò rimanga parte della nostra vita? C'è ampia documentazione, di provenienza UE, che spiega quali siano le buone pratiche che forze dell'ordine, istituzioni e società civile dovrebbero mettere in atto.
Cooperazione e controllo dei flussi, attività investigativa e sostegno alle vittime della tratta. Guai a noi se decidessimo di confinare davvero in quartieri-ghetto tutta la violenza criminale che oggi con molta fatica riusciamo a fare finta di non vedere.
Nicola Novelli