Cambia la legge per la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti inquinati in Toscana. Una proposta di legge che modifica la normativa attualmente vigente è stata illustrata in aula dal presidente della commissione Ambiente e territorio, Erasmo D’Angelis (Pd). Il nuovo provvedimento stabilisce innanzitutto la riduzione degli Ato dagli attuali 10 in 3 grandi accorpamenti, coincidenti con le altrettante aree vaste della regione: Toscana Centro (costituito dai Comuni compresi nelle province di Firenze, Prato e Pistoia), Toscana Costa (Massa Carrara, Lucca, Pisa e Livorno), Toscana Sud (Arezzo, Siena, Grosseto).
Ancora, ha spiegato D’Angelis, senza prevedere aumenti delle tariffe a carico dei cittadini, viene effettuata una riorganizzazione del ciclo integrato dei rifiuti su scala di area vasta o metropolitana, che permetterà di superare le criticità presenti. Il provvedimento agisce su più fronti: dall’aumento della raccolta differenziata all’incentivo del cosiddetto mercato verde, che riutilizza il materiale riciclato, dall’aggiornamento degli impianti alla previsione di un notevole “decisionismo” nella gestione, tanto da configurare il potere sostitutivo della Regione nel caso che gli enti locali risultino inadempienti nell’applicazione della legge.
“Stando alle proiezioni – ha commentato D’Angelis – se non interveniamo entro due anni ci troveremo in una situazione di emergenza. Nel 2009-2010 la produzione di rifiuti aumenterà di un ulteriore 4 per cento. Le 21 discariche regionali dovranno chiudere per saturazione, per questo dovremo avere pronte altre soluzioni come impianti di termovalorizzazione e aumentare le raccolte differenziate”.
Il testo della nuova legge sui rifiuti è stato approvato dall’aula di Palazzo Panciatichi senza modifiche rispetto al testo licenziato dalla commissione Ambiente e Territorio.
Hanno votato a favore la maggioranza e Alleanza Nazionale, contraria Forza Italia e Alleanza Federalista, astenuto l’Udc. Respinto l’emendamento alla proposta di legge presentato da Forza Italia, che chiedeva l’istituzione di una sola Ato Toscana in luogo delle tre previste dal testo votato. L’assemblea ha approvato anche due ordini del giorno collegati al testo di legge sulla gestione dei rifiuti: uno presentato dalla maggioranza (primo firmatario Virgilio Simonti), e uno presentato dal consigliere di Alleanza Nazionale Andrea Agresti: entrambi votati sia dalla maggioranza che da Alleanza Nazionale, con il voto contrario di Fi e l’astensione dell’Udc.
Respinto invece un ordine del giorno presentato da Forza Italia – primo firmatario Paolo Marcheschi –, che chiedeva il ritiro della legge e impegnava la Giunta a varare entro sei mesi un nuovo Piano regionale dei rifiuti.
In particolare, l’ordine del giorno presentato dalla maggioranza e approvato dall’aula impegna la Giunta regionale a predisporre uno schema di contratto di servizio che preveda “ottimizzazione e aumento” della raccolta differenziata, in un quadro di riduzione nella produzione di rifiuti e nel conferimento in discarica.
Quindi, si impegna il governo regionale a predisporre entro sei mesi uno studio sulle caratteristiche merceologiche dei rifiuti e a favorire politiche tariffarie di tutela per utenti già gravati da oneri legati alla realizzazione di investimenti per la costruzione di nuovi impianti.
L’ordine del giorno presentato dal consigliere Agresti (An), impegna la Giunta a predisporre tutte le iniziative necessarie all’adeguamento del Piano regionale dei rifiuti da approvare entro la fine del 2008, in base al decreto legislativo n.
152 del 2006.
In estrema sintesi, la proposta marca obiettivi quali l’adeguamento delle norme al codice ambientale del 2006 e alle procedure di formazione, l’adozione e l’approvazione degli strumenti di programmazione a quelli previsti per gli atti di governo del territorio e alla scelta fatta con la legge 1/2005 che assoggetta gli strumenti della pianificazione sui rifiuti alla disciplina urbanistica. Tra le necessità, l’articolazione del sistema territoriale di ambito che vede un dimensionamento sovraprovinciale con procedure di pianificazione su quella scala ottimale per le scelte sulla chiusura del ciclo sotto il profilo economico, ambientale, sociale.
Gli ATO rifiuti saranno aggregati in ATO CENTRO (Firenze, Prato, Pistoia), ATO COSTA (Livorno, Pisa, Massa Carrara e Lucca) e ATO SUD (Siena, Arezzo e Grosseto). E’ chiara la portata innovativa che centra finalità condivise e poste dalla normativa nazionale e dalla programmazione regionale. Ed è molto chiara anche la disciplina dell’esercizio dei poteri sostitutivi, da parte del presidente della Giunta regionale nei confronti dei soggetti affidatari del servizio integrato di gestione dei rifiuti per la realizzazione degli impianti di smaltimento nelle situazioni di emergenza (articolo 13); da parte della Regione nei confronti delle province ai sensi della LR 88/98 per l’approvazione della pianificazione interprovinciale nei tempi e con le procedure previste e per l’ottenimento della autosufficienza di ambito (articolo 18); delle province nei confronti delle comunità di ambito territoriale ottimale per l’approvazione dei relativi piani industriali (articolo 14) e della Regione nei confronti dei comuni per gli adempimenti relativi ala costituzione delle comunità d’ambito (articolo 24).
La legge nella sua parte tecnica: le principali scadenze.
Dall’entrata in vigore della proposta di legge di modifica alla LR 25/1998, le varie scadenze sono così fissate:
Regione: Entro un mese dovrà essere approvato lo statuto delle nuove Comunità di Ambito; entro quattro, lo schema tipo del contratto di servizio per gli affidamenti.
Province: entro 18 mesi dovranno essere approvati i piani interprovinciali.
Comuni: entro 6 mesi dovranno essere costituite le nuove Comunità di Ambito in forma di Consorzio.
Vecchie Comunità di Ambito: entro 3 mesi dovranno dare avvio alle procedure di affidamento del servizio tenendo conto, nella determinazione dell’importo a base di gara, dell’incidenza dei costi della sicurezza e dei costi della manodopera.
Nuove Comunità di Ambito: dovranno procedere all’approvazione del Piano industriale in un termine fissato in sei mesi per l’adozione più 60 giorni per l’approvazione.
Hanno poi a disposizione 4 mesi per avviare le procedure per l’affidamento del servizio e 7 mesi per l’espletamento delle attività ulteriori per l’affidamento del servizio.