12 novembre 2007- Le aree toscane a vocazione tartufigena si ridurranno alla metà entro fine secolo, se non interverranno sostanziali interventi di contrasto al cambiamento climatico. E’ una delle pesanti avvisaglie lanciate sabato a San Giovanni d’Asso, ‘capitale’ del tartufo bianco delle Crete Senesi, durante il convegno sul tema che ha aperto la XXII^ Mostra. Mettendo in relazione dati IPCC, che stimano per l’inizio del prossimo secolo un incremento medio di 3° C nella temperatura ed un calo del 14 % della piovosità in Toscana, è prevedibile per lo stesso periodo un decremento del 49 per cento delle aree tartufigene in regione.
A notarlo è stato Simone Orlandini, Direttore del Centro di Bioclimatologia dell’Università di Firenze: uno scenario che si presenta critico anche per la produzione vinicola, soprattutto di Sangiovese, “anche se in misura minore” come ha rilevato Donatella Cinelli Colombini, produttrice e per l’occasione moderatrice del convegno organizzato dal Consorzio Doc Orcia della Presidente Donella Vannetti, in occasione della manifestazione VinOrcia.
Sulle possibili misure di contrasto si sono interrogati i diversi relatori: “cura della vegetazione ripariale, pulitura dei fossi e dei corsi d’acqua” sono le misure segnalate da Gianfranco Nocentini, responsabile promozione dell’Innovazione di Arsia; ma anche interventi di lungo periodo per il contenimento delle emissioni in atmosfera.
Enzo Tiezzi, scienziato senese reduce da un recente incontro con il Nobel Al Gore, ha invitato tutti ad accelerare nella promozione delle energie sostenibili (“il petrolio a 100 dollari è, paradossalmente, una grande opportunità in questo senso”) ed ha sottolineato anche l’utilità di interventi “di sistema”. Tra questi, il programma Spin-Eco, quella sorta di “risonanza magnetica” del territorio senese che l’Amministrazione provinciale ha completato recentemente, prima in Italia: “puntiamo ad essere certificati presto come territorio ad emissioni zero” ha detto l’Assessore provinciale all’Ambiente Claudio Galletti, ipotizzando interventi di adattamento del sistema agricolo locale.
“E’ necessaria più ricerca pubblica, rispetto a quanta ne è disponibile attualmente – ha affermato in conclusione l’Assessore regionale all’Agricoltura, Susanna Cenni – perchè gli amministratori devono poter compiere scelte non viziate da interessi di parte. Il caso Ogm in questo senso è lampante”. Politiche agricole basate su minore dispendio d’acqua, e sistemi distributivi meno impattanti sono alcune delle iniziative di contrasto al cambiamento del clima già in atto in Toscana, e ricordate da Susanna Cenni: l’Assessore ha annunciato la presentazione di 70 progetti pronti di “filiera corta” agli Stati generali sulla sostenibilità, in programma a Firenze giovedì e venerdì prossimi.