Firenze, 8 Ottobre 2007- È stata inviata un'ambulanza senza medico e senza defibrillatore. E una signora fiorentina con quadro clinico quanto meno a rischio è deceduta durante il trasporto in ospedale. Non sappiamo se la chiamata sia stata classificata come "non urgente", se sia stata bene o male interpretata. «Siamo di fronte all'ennesima conferma di una gestione fallimentare del servizio del 118 -commenta Marco Cellai (in Commissione regionale Sanità per An)- la cui responsabilità primaria va ascritta a Regione e Assessorato competente».
Sotto l'ombrello delle razionalizzazioni e delle ristrutturazioni, è in atto da tempo una sostanziale "scopertura" delle postazioni territoriali: sempre meno medici a bordo delle ambulanze, intere aree territoriali di Firenze e provincia, interessanti talora decine di migliaia di abitanti, lasciate totalmente senza il supporto medico nell'emergenza sul territorio. E, ancora, turni notturni di 31 giorni su 31 rimasti totalmente scoperti. Tagli devastanti. Nessuna pianificazione concordata con i medici.
Interventi di mezzi dell'emergenza con provenienze lontanissime dal punto di intervento richiesto con correlati tempi di arrivo spesso inaccettabili e ad altissimo rischio. Ambulanze di primo soccorso costrette a intervenire su codici gialli e rossi e "roseo" futuro basato sulle automediche. Il tutto a fronte di uno straordinario, generoso impegno dei volontari. Intanto, venti giorni fa, una bimba di sei anni perde la vita a Borgo San Lorenzo e ieri altrettanto è accaduto a Firenze. E chissà quali e quanti altri casi similari non siano emersi così clamorosamente.
Ora basta. L'imprevedibilità non può e non deve essere un alibi. E la presenza dei medici a bordo delle ambulanze va ripristinata. Subito».