Firenze – La corretta gestione dei parchi archeologici e la loro valorizzazione: questi gli obiettivi che la commissione Cultura del Consiglio regionale intende mettere a fuoco con il convegno internazionale Antichi sotto il cielo del mondo. La gestione dei parchi archeologici. Problemi e tendenze che si terrà giovedì 25 e venerdì 26 ottobre presso l’Hotel Villa CeSi di Impruneta, alle porte di Firenze. Un appuntamento durante il quale, ha sottolineato la presidente della commissione Cultura, Ambra Giorgi, “vogliamo confrontarci con le esperienze europee ed extraeuropee e che vogliamo utilizzare per chiedere al ministero dei Beni culturali che siano definiti gli standard di gestione dei parchi archeologici, sulla falsariga di quanto è già avvenuto per i musei”.
Molti i relatori, tra i quali Raffaella Poggiali Keller, direttrice del Parco nazionale delle incisioni rupestri della Valcamonica, Pietro Meli, direttore dell’Ente parco della Valle dei templi di Agrigento, Paolo Matthiae, professore di archeologia e storia del vicino Oriente antico dell’Università La Sapienza di Roma, Lv Chao, dell’Università di Shaanxi, che si occupa del famoso “Esercito di terracotta” e Xu Yuming, dell’Università di Shaanxi, che si occupa delle Grotte di Da Zu.
Saranno presenti anche i sottosegretari del ministero dei Beni culturali, Andrea Marcucci e Giuseppe Proietti.
“La discussione – afferma Ambra Giorgi – servirà a fare il punto della situazione sui parchi archeologici in assenza di una normativa di riferimento”. Ma grazie alla presenza di Luca Sbrilli, presidente dei Parchi Val di Cornia, “sarà anche l’occasione per valorizzare un percorso fatto in Toscana, che ha dimostrato – aggiunge Giorgi – che la cultura può dare un contributo importante per rispondere positivamente agli effetti di una crisi economica”.
Secondo la presidente della commissione Cultura, l’esperienza della Parchi Val di Cornia Spa, società mista pubblico-privata, sarà utile per rafforzare l’invito ai privati ad investire in cultura. “I privati – spiega Giorgi – devono infatti capire che investire in cultura è conveniente, perché produce ricadute positive per l’economia”.