Firenze, 26 Settembre 2007- Come funziona il mercato dei servizi alle imprese nella provincia di Firenze? Quali sono i servizi più richiesti dalle imprese e quale funzione svolgono? Che peso hanno in termini di costo? Sono queste le domande dell'indagine curata dal Servizio Statistica del Comune di Firenze in collaborazione con l'Irpet. I principali risultati della ricerca indicano che 505 imprese (il 98,4% del campione di riferimento), nel corso del 2006, hanno acquistato servizi professionali e le rimanenti 8 imprese non hanno eseguito nessun acquisto.
Il 97% delle imprese ritiene che non manchino, sul mercato, tipologie di servizio di cui, attualmente, potrebbero avere bisogno. La ricerca, raccolta in un fascicolo, è stata presentata oggi in Palazzo Vecchio dall'assessore alle politiche del lavoro Riccardo Nencini e da Riccardo Innocenti dirigente dell'ufficio Statistica. "È una ricerca importante che ci offre una chiave di lettura sulle debolezze del nostro sistema economico a partire dalle debolezze di un sistema di impresa in particolare, nel settore della moda, ancora molto dipendente da quei processi dove si lavora per altri - ha sottolineato l'assessore Nencini -.
Lo stesso sistema produttivo si configura come fornitore di prestazioni ad altri. La ricerca propone questo spaccato dove l'offerta dei servizi alle imprese è segnata da domande non propriamente innovative, come la gestione del personale, le attività burocratiche e fiscali ed invece avremmo bisogno, e per questo dovremmo adoperarci, per avere un sistema di offerta dei servizi che spinga le stesse imprese verso l'innovazione e verso la capacità di rinnovarsi, quindi un sistema di servizio alle imprese in grado di giocare sul fronte del design, dell'innovazione e della qualificazione dei prodotti che le imprese svilupperanno".
La ricerca è stata curata da Ciro Annichiarico, Enrico Conti, Silvia Ghiribelli ed Erica Vagaggini che, lo scorso mese di febbraio, hanno contattato 3700 imprese nella provincia di Firenze. Di queste, 513 (il 13,9% del totale) hanno risposto al questionario. Le 513 imprese selezionate appartengono al settore moda, metalmeccanica, trasporti ed informatica. Sono state suddivise in tre tipologie: da 1 a 9 addetti, da 10 a 49 addetti, oltre 50 addetti. Dalla ricerca risulta che l'attuale tessuto economico della provincia di Firenze, fotografato a febbraio 2007, è caratterizzato in parte rilevante da imprese piccole e piccolissime posizionate in settori tecnologicamente sviluppati e non riesce, se non in misura ancora limitata, a stimolare un'evoluzione quantitativa e qualitativa in senso più moderno dell'offerta dei servizi professionali.
L'80,2% delle imprese acquista servizi legati, in modo diretto o indiretto, al rapporto con la Pubblica Amministrazione: adempimenti fiscali, 82,2%, (dichiarazione dei redditi, offerti in gran parte dai commercialisti e in parte minore dai CAAF); servizi di consulenti del lavoro (33,3%), cura dei rapporti tra l'impresa e la propria forza lavoro dal punto di vista contrattuale, previdenziale, assicurativo; servizi legali, 21,8% come il contenzioso civile ed il recupero crediti in particolare (amministrazione della giustizia), servizi di sicurezza 11,7%.
È una domanda di servizi con prestazioni professionali piuttosto standardizzate e spesso di non elevata complessità. Solo una piccola minoranza di imprese richiede invece servizi ad elevata complessità e orientati al miglioramento della posizione competitiva dell'impresa sul mercato. Anche i servizi legali sono utilizzati soprattutto per il recupero crediti e per risolvere contenziosi di carattere civile o per la consulenza su materie di diritto nazionale mentre solo una minoranza strettissima di imprese compra prestazioni più sofisticate, legate alla consulenza d'affari o al diritto dei brevetti.
Dalla ricerca emerge anche un utilizzo dei servizi di architettura e ingegneria molto scarso (1,6%), sia perché è richiesto solo dalle imprese maggiori, sia perché alcune funzioni sono spesso integrate nelle imprese e sia perché, in parte, una quota rilevante di domanda è espressa dalle famiglie. Sono soprattutto le imprese più grandi e quelle del settore dell'informatica e meccanico a comprare i servizi a più elevata complessità delle prestazioni professionali (chimica, CAT, architettura ed ingegneria, pubblicità, comunicazione e ricerca sociale), mentre il settore della moda, formato soprattutto da imprese piccole e piccolissime compra quasi solo servizi di fascia bassa.
Al contrario le poche grandi imprese del settore (cioè con oltre 50 dipendenti e che sono la metà del campione di riferimento) comprano tutte servizi complessi per i quali, nel 5,2% dei casi, si rivolgono al mercato estero. Altro dato rilevante, riguarda la domanda di servizi che è determinata soprattutto da un rapporto di fiducia (62,9% e 47,2% rispettivamente per servizi non avanzati o servizi complessi) e dal prezzo (14,8% e 23%). Percentuali inferiori per criteri di eccellenza, vicinanza ed adattamento.
Ne deriva che i mercati dei servizi professionali risultano strettamente locali, comunali (55,1%) o al massimo provinciali (37,4%)), solo una minoranza di imprese, soprattutto della metalmeccanica acquista una quota di servizi, comunque, in Toscana (4,4%) oppure in altre regioni (1,8%) o all'estero (0,3%). Vediamo ora le modalità con le quali viene stabilito il prezzo delle prestazioni da parte dei professionisti. Nel 57,3% dei casi è stabilito attraverso la tariffa, nel 34,1% a forfait e soltanto nel 2,5% il compenso è legato al risultato conseguito.