Firenze – Il Presidente dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze Edoardo Speranza e il VicePresidente Michele Gremigni, in veste di Segretario Generale della Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron, hanno presentato oggi i restauri di Villa Bardini appena ultimati e le quattro istituzioni che l’Ente ha voluto fossero presenti nello splendido edificio: la Fondazione Roberto Capucci (che lascia così Roma per Firenze), il Museo Piero Annigoni, la Società Toscana di Orticultura (STO) e la stessa Fondazione Bardini e Peyron, che è strumento operativo dell’Ente e ha la concessione del complesso.
Alla presentazione hanno partecipano anche la Soprintendente ai Beni Architettonici e del Paesaggio Paola Grifoni, lo stilista Roberto Capucci, lo storico dell’arte Carlo Sisi, Curatore del Museo Annigoni, e Sergio Orsi, Presidente della STO. Nella circostanza è stata presentata un’anteprima delle collezioni Capucci e Annigoni che saranno poi esposte nei rispettivi musei.
Dopo mezzo secolo di abbandono e di degrado, la Villa è adesso pronta a proporsi come centro culturale di prima grandezza, per vivere una nuova vita che si annuncia nel segno dell’arte, dunque della continuità: nel primo Novecento le straordinarie collezioni del celebre antiquario Stefano Bardini; oggi quelle di Capucci, scultore di abiti e femminilità, come Michelangelo lo fu di muscoli e di corpi; di Annigoni, epigono contemporaneo dei grandi del Rinascimento; la Società Toscana di Orticultura, che dall’Ottocento studia e produce fiori, frutta, ortaggi, bellezze del verde e piacere della tavola.
E inoltre mostre, concerti, convegni sui paesaggi e sui giardini, conferenze.
Cinque anni di lavori e quasi 13 milioni di euro. Tanto l’Ente Cassa di Risparmio ha investito nei restauri del parco (da tempo completati) e della Villa. Oggi è dunque restituito alla sua straordinaria completezza il vasto complesso monumentale, attiguo al Forte di Belvedere, che dalla sommità di Costa San Giorgio domina il sottostante quartiere di San Niccolò, offrendo del centro di Firenze un panorama mozzafiato.
“E’ un magnifico giorno per l’Ente e per Firenze”, ha detto Speranza, “Siamo orgogliosi di restituire alla città un monumento così importante arricchito dalla presenza, da noi voluta, di quattro prestigiose istituzioni.
Con la Fondazione Capucci, in particolare, Firenze acquista un patrimonio di creatività, che contribuirà a vitalizzare ulteriormente un settore di eccellenza qual è quello della moda, che l’Ente sta sostenendo da anni”. Sessanta stanze e saloni per un totale di 3800 metri quadri disposti su 4 livelli, la Villa ha, come noto, origini trecentesche: una semplice casa di campagna poi ristrutturata e ampliata nel Seicento dall’architetto Gherardo Silvani per l’amico Francesco Manadori (da cui il nome di Villa Manadora o Villa Belvedere in omaggio allo stupefacente panorama).
Bardini la portò infine alle attuali dimensioni. I 4 ettari di parco includono biglietteria e book shop di via dei Bardi (200 metri quadri), la loggetta del Belvedere (100 mq) e due limonaie (300 mq) ora trasformate in sale per esposizioni e convegni.
Al primo livello la Villa ospiterà un magazzino espositivo dei reperti archeologi del giardino e un ristorante di alta qualità a disposizione dei visitatori (350 mq più due terrazze di 250 mq) affidato in gestione alla società Moba di Firenze.
Al secondo livello è stata invece realizzata una vasta sala polivalente per convegni (100 posti) e mostre (inaugurazione il 12 luglio con Vincenzo Cabianca, la civiltà dei Macchiaioli).
Stesso livello per gli uffici della Fondazione Bardini e Peyron, quelli della Fondazione Capucci e della Società Toscana di Orticultura. Poi una biblioteca e l’abitazione del custode. Il terzo livello sarà diviso tra Museo Annigoni (350 mq, inaugurazione nella primavera del 2008) e Museo Capucci che occuperà anche l’intero quarto piano per un totale di 400 mq.
L’impegno dell’Ente per il restauro e la valorizzazione del complesso Bardini, realizzato nei tempi previsti, rientra nell’indirizzo di potenziamento del turismo di qualità, cioè di un ruolo internazionale di Firenze per l’educazione culturale.
Il parco Bardini rappresenta infatti il punto di arrivo di un itinerario nel verde storico entro le mura trecentesche a sud della città, da Porta Romana a Pitti, attraverso Boboli, Giardino del Cavaliere, fino al Forte di Belvedere.
E quindi alla recuperata Villa Manadora, poi Bardini. Un itinerario che, nell’intenzione dell’Ente, dovrà essere vivo di eventi e di iniziative.
A questo impegno seguirà quello per la valorizzazione del complesso di Villa Peyron - Fontelucente sulla collina tra Fiesole e Settignano.