L’Accademia della Crusca analizza in un convegno come cambia la lingua italiana al tempo degli SMS e del T9

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 maggio 2007 13:14
L’Accademia della Crusca analizza in un convegno come cambia la lingua italiana al tempo degli SMS e del T9

La lingua italiana – perlomeno quella scritta- sta cambiando a gran velocità. Gli SMS telefonici hanno dato vita a forme espressive estremamente meno formali di quelle a cui siamo stati abituati. Forme che rispecchiano i tempi sempre più frenetici nei quali viviamo. Se è troppo lungo scrivere “comunque” è semplice trasformarlo in “cmq”. E cosa dire dei numeri che vanno a sostituire insiemi di lettere? Perché scrivere “ottobre” quando è più veloce scrivere “8bre”? Perché chiedere “ci sei?” se è possibile abbreviarlo con “ci 6?”.

La trasformazione che porta ad adottare nuove forme scritte della lingua coinvolge tutti, anche se i giovani sono i massimi propulsori, e si sta diffondendo e perfezionando in maniera alquanto rapida. Lo scrivere diventa sempre più veloce ed il comunicare sempre più diretto mediante l’utilizzo di espressioni estremamente abbreviate. Si impongono, dunque, i canoni della cosiddetta “scrittura veloce” della telefonia mobile e la velocità viene accellerata anche dal sistema “T9” (acronimo di Two text on 9 keys) che, inserito nei cellulari, sfrutta la composizione guidata nella digitazione di stringhe alfanumeriche.

Il telefono diventa, così, il principale co-protagonista di questa trasformazione. Il telefono che, dalla sua nascita avvenuta circa duecento anni fa ad opera del fiorentino Meucci, si è evoluto da semplice strumento di comunicazione interpersonale ad un sistema che consente non solo di trasferire la voce, ma anche di trasmettere testi, notizie, immagini e che può contenere giochi e musica. Un sistema che è diventato un vero e proprio fenomeno di costume e che è stato elevato a status symbol soprattutto con l’entrata in scena, negli anni ’80, del cellulare.
Su questa nuova tendenza l’Accademia della Crusca, la più antica accademia linguistica del mondo, organizza, nel quadro delle manifestazioni del Genio Fiorentino, l’11 maggio, il convegno “Se telefonando…ti scrivo”.

Il convegno si terrà presso la sede della stessa Accademia e viene realizzato in collaborazione con l’Associazione “Amici della Crusca” e con il “Centro di Linguistica storica e teorica: Italiano, Lingue Europee, Lingue Orientali” (CLIEO) dell’Università di Firenze. Alla sua conclusione sarà portato in scena un breve spettacolo teatrale su testi di argomento “telefonico” scritti da Dino Buzzati ed a cura di Alessandro Magini e Alessandro Bertini con Adonella Monaco. Verrà offerta un’importante occasione per riflettere, insieme ad esperti italiani e stranieri, operatori nel campo della telefonia mobile, e insieme anche a giornalisti, linguisti e mass-mediologi, sul rapporto fra le nuove tecnologie e gli usi dell’italiano contemporaneo.

Tema, questo, di grande attualità e che interessa anche e soprattutto i giovani, i quali, con l’utilizzo sempre più insistente del cellulare, a detta di molti, stanno minando proprio la base della struttura della lingua italiana. L’occasione sarà anche quella di confrontare quello che accade in territorio italiano con le realtà di altri importanti società europee.
L’Accademia della Crusca costituisce uno dei principali punti di riferimento per la ricerca sulla lingua italiana non solo in Italia, ma in tutto il mondo.

E’ sorta a Firenze tra il 1582-83, per iniziativa di cinque letterati fiorentini, G. B. Dieti, A. F. Grazzini, B. Canigiani, B. Zanchini e B. de’Rossi, ai quali se ne aggiunse un sesto, L. Salviati, il quale diventò l’ideatore di un vero programma culturale e di codificazione della lingua. Il nome dell’Accademia deriva proprio da quei tempi, quando questi studiosi si incontravano in animate riunioni chiamate “cruscate”, termine che andava a significare, appunto, il lavoro di ripulitura della lingua.

Dalla sua fondazione, all’interno dell’Accademia sono passati insigni studiosi sia italiani sia stranieri non solo letterati. Per citarne alcuni, ricordiamo grandi scrittori e poeti come Leopardi e Manzoni e Carducci o scienziati della portata di Galileo e Torricelli oppure storici come Botta e Capponi ed ancora filosofi del calibro di Voltaire e Rosminio ed, infine, anche giuristi e statisti come Witte e Gladstone. L’Accademia della Crusca è passata alla storia anche per la sua opera principale, il Vocabolario (1612, ripubblicato ed ampliato più volte fino al 1923), che ha dato un importante contributo all’identificazione ed alla diffusione della lingua italiana ed ha fornito l’esempio ai grandi lessici delle lingue francese, tedesca ed inglese.

L’Accademia attraverso i suoi Centri specializzati sostiene, anche grazie alla collaborazione con le Università, l’attività scientifica e di formazione di nuovi ricercatori nel campo della linguistica e della filologia italiana. Inoltre, acquisisce e diffonde nella società italiana la conoscenza storica della nostra lingua, oltre a collaborare con le principali istituzioni affini di Paesi esteri e con le istituzioni governative italiane e dell’Unione Europea per la politica a favore del plurilinguismo del nostro continente.

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