Nella Provincia di Arezzo il terzo settore è un soggetto forte e radicato sul territorio, con alcuni tratti distintivi e buone potenzialità di crescita. È quanto emerge dalla lettura del rapporto presentato oggi alla Camera di Commercio di Arezzo nell'ambito del progetto Equal Pist, Promozione Impresa Sociale Toscana Sud. Gli aretini impegnati nel non profit sono 89 ogni 1000 (68 media nazionale; 94 media regionale). Le organizzazioni non profit della provincia di Arezzo sono 1.899 e impegnano 30.000 persone.
Accanto all'esercito di 26.000 volontari troviamo una larga fetta di lavoratori retribuiti, anch'essa in crescita rilevante: +31% tra il 1999 e il 2001. In particolare sono cresciute sotto questo aspetto le cooperative sociali, che aumentano di 6 dipendenti in media il loro organico, passando da 39 a 45. Quasi il 60% dei dipendenti assunti nel settore non profit provinciale è impiegato in attività di carattere socio-assistenziale, a fronte di una quota nazionale pari al 39%; mentre tra i volontari ben il 70% è impegnato nel settore cultura, sport e ricreazione.
Il numero delle organizzazioni è cresciuto tra il 1999 e il 2001 del 21,1% rispetto ad un +6,2% nazionale. Le realtà più numerose sono quelle nel settore cultura, sport e ricreazione (1468), seguite da quelle di tutela (161), socio-assistenziali (135) e sanitarie (76). Le entrate dichiarate dalle imprese non profit ammontano a 114 milioni di euro e sono concentrate per il 76% in soli tre ambiti di intervento: assistenza sociale (32,7%), cultura, sport e ricreazione (26,3%), relazioni sindacali e rappresentanza di interessi (14,1%).
L'83,9% delle istituzioni non profit si finanzia con entrate di origine prevalentemente privata, mentre il restante 16,1% con fonti prevalentemente pubbliche, esemplare a tal proposito il caso delle cooperative sociali. Da rilevare che solo il 17% delle organizzazioni non profit aretine ha fatto ricorso al credito, mentre il 66% non lo ha mai fatto né intende farlo, ritenendo di non averne bisogno. Questo dato può servire a valutare l'interesse ad uno sviluppo di tipo imprenditoriale, interesse che, da specifico quesito, risulta assente nell'84% dei casi.
Gli strumenti che vengono ritenuti più idonei ad una crescita sono nell'ordine le competenze manageriali, la promozione sul mercato e le certificazioni. Per quest'ultimo aspetto si può notare che solo il 26% possiede una certificazione e solo il 24% redige un bilancio sociale, mentre il 35% non si avvale di nessuno strumento specifico di gestione.
Infine, si nota che la provincia di Arezzo presenta, come l'Italia tutta, una tendenza all'invecchiamento della popolazione. Da ciò discenderà una probabile crescita nella domanda di servizi alla persona tipo assistenza domiciliare, socializzazione, o long term care.
D'altra parte si registra un notevole aumento della presenza di stranieri (+250%, da 6 a 15mila) per cui sarà necessario predisporre servizi di prima accoglienza, di insegnamento della lingua e di integrazione in genere.
La ricerca è stata compiuta dall'Osservatorio del Terzo Settore costituito nell'ambito del Progetto Equal Pist Toscana Sud, dalla Camera di Commercio di Arezzo, insieme a quelle di Siena e Grosseto, con il coordinamento dell'Istituto Tagliacarne, Fondazione dell'Unione Italiana delle Camere di Commercio attiva nel campo della ricerca e dell'analisi economico-statistica.
Scopo dell'indagine la definizione di un quadro preciso del settore non profit aretino per valutarne le potenzialità e le prospettive future di sviluppo. Il lavoro è frutto dell'elaborazione di dati disponibili (principalmente Istat) e di uno studio specifico mirato che ha coinvolto 70 realtà del territorio con successiva interpretazione dei risultati attraverso focus groups.
"Il Terzo settore è risorsa attiva e vitale che necessita di maggiore attenzione e di una capacità di coordinamento tra tutti i soggetti della rete – ha affermato Mirella Ricci, vice presidente della Provincia di Arezzo e assessore alle politiche sociali .
Come partner del progetto Equal Pist Toscana Sud, la Provincia di Arezzo ha svolto azioni di coordinamento, lavorando insieme agli altri per attuare percorsi di conoscenza del Terzo Settore ed in particolare del suo "peso" quantitativo e qualitativo. Il rapporto che si presenta oggi permette di valutare al meglio il fenomeno, nelle sue implicazioni sociali e nella ricaduta sia in termini occupazionali che di sviluppo socio-economico". "Dal nostro lavoro emerge che il non profit aretino conferma un trend positivo di crescita con buone prospettive per il futuro – ha detto Pietro Faralli, presidente della Camera di Commercio di Arezzo .
È necessario però investire maggiormente nello sviluppo di capacità manageriali e nella costruzione di reti che colleghino l'impresa sociale alle istituzioni e all'economia profit; allo stesso tempo è importante, ad esempio, favorire l'accesso al credito dei soggetti non profit. In questo senso pensiamo che la partnership messa in atto dal Progetto Equal Pist debba continuare e ampliarsi. La Camera di Commercio è pronta a offrire il proprio contributo". Adriano Scarpelli, coordinatore del Progetto Equal Pist Toscana Sud ha sottolineato la validità dell'analisi come strumento di programmazione e intervento: "Il Progetto Equal Pist ha l'ambizione di incidere sullo sviluppo locale rendendone protagonista l'impresa sociale.
Per pianificare interventi di sostegno al terzo settore, con i nostri partner ma anche con altri soggetti e realtà profit, è indispensabile conoscere dati dinamici, così da capire le tendenze di sviluppo, i punti di forza e le criticità. La ricerca condotta tramite l'Osservatorio, che è stata svolta anche sui territori di Siena e Grosseto, rappresenta un punto importante da cui partire per la promozione dell'impresa sociale nell'area".