Il dibattito sul tema della tutela e della valorizzazione del patrimonio culturale italiano è animato da Roberto Cecchi, direttore generale per i beni architettonici e paesaggistici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Cristina Acidini (soprintendente speciale per il Polo Museale Fiorentino), Ruggero Chinaglia (cifrematico), Pietro Jozzelli (capo redattore di “Repubblica” a Firenze), Roberto Panichi (artista, scrittore), Amerigo Restucci (prorettore dell’Università IUAV di Venezia).
Introduce Francesca Bruni.
Migliaia di pitture, di sculture, di immobili storici denotato nel nostro paese la qualità intellettuale e il capitale della memoria. La trasformazione in atto riguarda la modalità di intendere, definire e valutare i beni culturali. E il modo in cui un “complesso” patrimoniale e intellettuale entra nell’era della valorizzazione.
Roberto Cecchi analizza la “rivoluzione copernicana” introdotta della Commissione Franceschini del 1967, che estende la salvaguardia a tutti i documenti della civiltà, con anche il loro ambiente – e non la limita più solo ai singoli oggetti di valore artistico.
La tutela, cioè, non ruota più solo intorno al capolavoro, al monumento, all’oggetto d’arte, ma si rivolge al documento, al contesto stratificato.
Quindi, la gestione del patrimonio culturale dipende dall’idea stessa che si ha del patrimonio culturale e degli strumenti di legge. Dal fatto, cioè che lo si apprezzi in quanto testimonianza di civiltà e non lo si consideri solo per sezioni o per parti.
La presenza di più di 40 siti nell’ambito del programma WH dell’Unesco, qualifica ancora di più l’imponente scenario italiano dei beni culturali.
Il centro storico di Firenze è stato tra i primi tre siti italiani in assoluto ad essere inserito, nel 1982, nel WH - in largo anticipo rispetto ai centri storici di Venezia e di Roma. I siti Unesco costituiscono una delle principali presentazioni internazionali, un veicolo di flussi turistici di qualità e di interscambio culturale, nonché una delle grandi miniere culturali ed economiche dell’Europa e delle sua città.
E inoltre l’area di Firenze è costellata di attività e di prodotti di moltissime aziende che operano nell’area dei beni culturali.
Secondo le ricerche, oltre il 60% dell’attività edilizia in Italia è finalizzata al restauro e al recupero di patrimonio architettonico esistente, scrive Roberto Cecchi. E la Toscana (462) vede il più alto numero di edifici immobili d’interesse turistico nel Nord Italia, dopo la Lombardia (781) e il Piemonte (482) e in assoluto il più alto numero regionale di musei, monumenti e aree archeologiche in Italia con la punta di Firenze e del suo territorio.