Edilizia sostenibile: requisiti passivi degli edifici e la valutazione di clima acustico
Il 20 febbraio 2007 un seminario organizzato dalla Commissione consiliare Urbanistica di Palazzo Vecchio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 febbraio 2007 10:58
Edilizia sostenibile: requisiti passivi degli edifici e la valutazione di clima acustico<br>Il 20 febbraio 2007 un seminario organizzato dalla Commissione consiliare Urbanistica di Palazzo Vecchio

Spesso non adeguatamente considerato quale effettivo fattore di stress e di nocività ambientale, il rumore è invece - specie nelle aree urbane - uno degli agenti che più contribuisce a rendere poco vivibili o quanto meno faticose le nostre città.
Il legislatore nazionale ha cercato di affrontare il problema in modo organico con la "Legge quadro sull'inquinamento acustico" n. 447/1995, non coinvolta nella scorsa legislatura dall'attività di riordino delle normative ambientali poi approdata al D.Lgs.

n. 152/2006.
La normativa vigente punta a ridurre le emissioni rumorose alla sorgente, ma anche a far sì che progressivamente siano adottate le misure passive più idonee per ridurre l'esposizione della popolazione al rumore. In tal senso si muovono i numerosi decreti attuativi emanati a partire dal 1996.
Dopo oltre 11 anni dall'approvazione della L. 447/1995 la maggior parte dei Comuni toscani si sono dotati del Piano di classificazione acustica, un vero e proprio "piano regolatore acustico" con il quale vengono fissati gli obiettivi di qualità che si intendono raggiungere in ogni punto del proprio territorio.

Si tratta di un adempimento essenziale sia per pianificare gli interventi di risanamento acustico laddove i limiti risultino superati, che per programmare i nuovi insediamenti e le nuove infrastrutture in modo da mantenere l'esposizione dei cittadini entro i limiti di tollerabilità ammessi.
Con l'entrata in vigore dei Piani di classificazione acustica e con l'emanazione dei decreti attuativi relativi alle principali infrastrutture (strade, ferrovie, aeroporti) assumono effettività anche altre norme nazionali, tra cui la valutazione di impatto acustico e quella previsionale di clima acustico.

Quest'ultima, in particolare, è obbligatoria in alcune tipologie di insediamenti: a) scuole e asili nido; b) ospedali; c) case di cura e di riposo; d) parchi pubblici urbani ed extraurbani; e) nuovi insediamenti residenziali prossimi ad aeroporti, strade, discoteche, circoli privati e pubblici esercizi ove sono installati macchinari o impianti rumorosi, impianti sportivi e ricreativi, ferrovie.
L'obiettivo è quello di prevedere la situazione di esposizione al rumore degli insediamenti "sensibili" al fine di ottimizzare la progettazione architettonica ed edilizia affinché risulti minimizzato il disturbo da rumore dovuto alle sorgenti esterne.
A tale norma si aggiunge il D.P.C.M.

5 dicembre 1997 che fissa i requisiti acustici passivi degli edifici, ovvero che stabilisce gli indicatori e i rispettivi limiti che i manufatti edilizi devono rispettare per ridurre l'esposizione al rumore degli ambienti di vita e di lavoro.
Se gli obiettivi di tali norme sono chiari e condivisibili, non altrettanto in questi anni lo è stata la loro applicazione. Ciò in parte è dovuto alla complessità tecnica della materia, che impone il ricorso ad esperti con una specifica qualificazione sia nella fase progettuale, che in quella della posa in opera, che in quella della verifica e del collaudo.

Attività che sono in parte a carico dei progettisti e in parte a carico della Pubblica amministrazione.
La recente emanazione di chiare norme tecniche (UNI EN 12354 e UNI/TR 11175:2005) ha fornito utili strumenti con cui sembrano potersi risolvere alcune difficoltà e ambiguità operative.
Tuttavia, rimane in capo ai Comuni l'onere di porre in atto le più idonee misure regolamentari volte a rendere tali norme effettive ed efficaci nell'ambito degli strumenti di pianificazione urbanistica e dei procedimenti edilizi previsti dalla L.R.

n. 1/2005. Si tratta di individuare in modo coerente le fasi amministrative dei diversi procedimenti in cui esigere il rispetto delle norme di tutela acustica, definire le modalità di verifica, fissare le sanzioni in caso di inottemperanza o di violazione dei limiti: tutti passaggi che devono porsi l'obiettivo di fissare norme univoche e quindi di favorire il rispetto non formale degli adempimenti da parte degli operatori.
Tutti questi temi saranno affrontati il 20 febbraio 2007 nel corso del seminario organizzato dalla Commissione consiliare "Urbanistica" di Palazzo Vecchio, con la collaborazione degli Ordini professionali e dei Collegi tecnici: un appuntamento che si propone come un momento di riflessione e analisi per mettere a fuoco il problema e individuare le possibili soluzioni, nella consapevolezza che si tratta di un ambito relativamente recente di una disciplina specialistica, che tuttavia può incidere notevolmente nella qualità degli insediamenti.

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