Firenze, 19 Gennaio 2007- I minorenni ipoacustici o sordi avranno da oggi un’assistenza migliore . La Giunta ha infatti stanziato 500.000 euro che saranno impiegati dalle Asl per la distribuzione gratuita delle pile necessarie al funzionamento degli apparecchi acustici. Il finanziamento nasce in considerazione delle numerose richieste degli utenti e nel quadro della realizzazione del progetto speciale “Nascere in Toscana” che, tra gli obiettivi principali, mira a facilitare la comunicazione interpersonale e l’accesso dei diversamente abili ai normali contesti di vita.
Il provvedimento, che individua in 120 il numero massimo di pile erogabili annualmente all’utente per ogni apparecchio acustico, è esteso, oltre che ai minorenni, anche a tutti i soggetti che la norma dello Stato definisce sordi, cioè a tutte quelle persone che sono “affette da sordità congenita o acquisita durante l’età evolutiva”. Una realtà che in Toscana riguarda più di 2000 persone.
“L’attenzione alle problematiche dei diversamente abili – dice l’assessore alla sanità Enrico Rossi – costituisce un elemento imprescindibile delle società evolute e di ogni amministrazione.
Farsi carico del prezzo delle pile significa aggiungere un altro mattone sulla strada dei diritti e garantire a tutti, prescindendo dalle diversità di ognuno, se non le medesime abilità, almeno lo stesso costo della vita, senza che alle difficoltà si aggiungano anche pesanti balzelli”.
«E’ intollerabile che all’ospedale di Pistoia si obblighi le pazienti a un’odissea di oltre sei mesi per una mammografia». E’ quanto denuncia tramite interrogazione il Vicepresidente del gruppo di An in Consiglio regionale toscano Roberto Benedetti insieme al Consigliere Marco Cellai (membro della Commissione Sanità) e al Capogruppo Maurizio Bianconi.
Il documento è stato sottoscritto anche dai consiglieri Andrea Agresti e Giuliana Baudone.
Secondo quanto riportato dalla stampa, all’ospedale “Ceppo” di Pistoia, una cittadina ha vissuto un calvario per effettuare una semplice mammografia al reparto di Radiologia.
«Risulterebbe – spiegano gli esponenti di An – che a inizio gennaio il macchinario per la mammografia si sia rotto con la conseguenza del rinvio degli appuntamenti e l’inevitabile blocco della lista di attesa. La beffa è che gli enti locali investono molto nelle campagne di prevenzione, quando poi il servizio di screening non è sufficientemente garantito.
Non dimentichiamo, dunque, l’importanza di questo esame nella prevenzione di tumori».
Da qui, la richiesta di Benedetti e del gruppo di An per sapere «se la Giunta è a conoscenza della situazione e come intenda attivarsi al fine di ristabilire in tempi brevi il servizio a tutela della salute dei cittadini».