La decisione sembra concretizzarsi, soprattutto dopo una serie di proteste promosse dai cittadini della zona e dai tassisti annichiliti dal degrado. Le pensiline, infatti, sono diventate, in particolare di notte, un ritrovo continuo di senzatetto, zingari, tossicodipendenti. Un punto di ritrovo che di giorno si anima di individui poco felici e di notte in un dormitorio feroce, dove è difficile pernottare se non si cede ai litigi, trasformando l'intero corridoio in un ring. Di giorno poi, soprattutto nelle giornate di bel tempo, l'odore acre dell'orina è facile percepirlo fin sulla soglia del sottopassaggio ferroviario.
La peggio, comunque, sembrano averla i cittadini della zona e i tassisti, costretti di sera a non uscire da casa per paura. Le pensiline, costruite nel novanta a seguito dei mondiali di calcio, i fiorentini non le hanno mai amate. Per molti, quell'orribile costruzione, quel piccolo labirinto posto davanti ad uno dei celebri capolavori del Michelacci, ha da sempre rappresentato un motivo di minaccia. Sin dai primi tempi, soprattutto dopo la chiusura notturna della stazione, le pensiline hanno fatto da casa a miriade di tossicodipendenti, di balordi che, forse accompagnati dall'alcol, hanno dato vita a risse, a scazzottate, a offese talvolta senza ritorno.
Il monito, alimentato dalla costernazione e dalla protesta, dei tassisti e dei cittadini sembra adesso ascoltato in relazione al progetto che prevede l'abbattimento delle pensiline. Diversi giornali locali hanno parlato nei giorni scorsi dell'aspettativa, tuttavia, oltre alla protesta, al di là della costernazione, della paura, dell'indignazione, non risulta difficile rilevare una problematica di fondo che, a livello cronistico, non deve essere ignorata. Ossia: le pensiline non sono solo il ritrovo di extracomunitari e quant'altro, sono nel loro piccolo un centro di uffici, ad esempio dell'Ataf, e di edicolanti che, qualora fossero smantellate, sarebbero costretti a spostarsi verso ben altre aree.
Un problema risolvibile, ma tuttavia presente, quindi degno di considerazione sia a livello di cronaca urbana sia a livello politico. Certo, è fuori di ogni logica non intervenire a sedare le risse, a smantellare, ogni qualvolta accade, un camping, con tanto di fornello a gas, ad arrestare gli spacciatori presenti, ma fuori di logica risulta non prendere una decisione radicale sui modi di intervento: la vera cosa, forse l'unica, che chiedono gli abitanti e i lavoratori della zona. Una soluzione, profonda, che di certo non si risolverà smantellando la pensilina ma che andrebbe valutata e messa in atto con maggiore incisione, magari con maggiori interventi.
In quell'area ciò che minaccia lo stato d'animo dei cittadini, l'insorgere di un malumore generale, è senza dubbio la malavita, la delinquenza che, di certo, solo in parte va considerata in relazione alle pensiline. Spesso, per non dire sempre, assieme alla vigilanza urbana, la polizia ferroviaria è costretta ad intervenire nella consapevolezza di non vincere il dramma del degrado. Spesso, la polizia ferroviaria, a causa dei tanti impegni che le competono, si trova inerme davanti al problema, e tante volte collassa, per la naturale ragione umana di non poter sostenere un ulteriore peso nel consueto lavoro.
Insomma, l'abolizione delle pensiline può essere una cosa positiva ma l'epilogo sperato, forse, deve essere un altro.
Iuri Lombardi