Firenze, 29 Gennaio 2007- "Non ritengo che la recente presentazione pubblica del programma di mostre ed eventi della Fondazione Strozzi possa essere intesa come una svalorizzazione del consiglio comunale. Il consiglio è chiamato a fare una verifica effettiva sull'andamento gestionale della Fondazione, non ad esprimere giudizi sul tipo di iniziative portate avanti: quando mai questo consiglio, le sue commissioni o la stessa giunta hanno dato pareri sulla stagione lirica del Maggio o sulla programmazione del Vieusseux?" E' quanto dichiarato oggi in consiglio comunale dal sindaco Leonardo Domenici, durante la comunicazione richiesta sulla conferenza stampa tenuta il 26 gennaio scorso dai vertici della Fondazione Strozzi, in cui sono stati presentati gli eventi del programma triennale.
"Tra l'altro, pensavo che questa richiesta di comunicazione fosse superata - ha aggiunto Domenici - visto che il presidente della Fondazione Lorenzo Bini Smaghi il 25 gennaio ha scritto al presidente del consiglio comunale, per confermare la sua disponibilità a presentare il bilancio consuntivo 2006 e il documento programmatico annuale (atti che sono ancora in fase di elaborazione), così come prevedono gli ordini del giorno votati dal consiglio. In sintesi: è importante che la Fondazione riferisca al consiglio sull'attività svolta e sulle modalità di gestione; ma è anche utile chiarire che questa funzione di verifica, controllo ed indirizzo del consiglio comunale non può significare intromissione nella specifica autonomia della Fondazione nell'organizzare, e nel presentare, le attività culturali".
La comunicazione del sindaco ha contributo a chiarire i termini formali del rapporto tra la Fondazione Palazzo Strozzi e il Comune di Firenze».
E' quanto ha sottolineato il presidente della commissione cultura Dario Nardella nel suo intervento in consiglio comunale. «E' evidente - ha osservato Nardella - che la presentazione del programma triennale 2007-2009 di mostre, presentata venerdì scorso nella conferenza stampa indetta dalla Fondazione è cosa diversa dal piano triennale di programmazione economico-finanziaria che il consiglio di amministrazione di questo ente è tenuto ad approvare ed a presentare agli organi consiliari del Comune e della Provincia e sul quale, nel luglio scorso, si è già tenuto un dibattito in aula e un voto di approvazione».
«Vi è poi - ha spiegato il presidente della commissione cultura - l'impegno assunto dal presidente della Fondazione Lorenzo Bini-Smaghi, a seguito di un ordine del giorno approvato congiuntamente dai consigli comunale e provinciale nel marzo 2006, a riferire alle due assemblee sull'attività trascorsa e sulla gestione della Fondazione per l'anno in corso. Siamo dunque in attesa di un confronto approfondito tra l'ente e gli organi consiliari, grazie al quale mi auguro possano emergere ulteriori stimoli al miglioramento delle politiche gestionali riguardanti l'attività della Fondazione Palazzo Strozzi».
«Il punto generale - ha concluso Nardella - è che, in un contesto rinnovato di governo pubblico della cultura a Firenze, resta ancora da individuare un efficace modello di dialettica istituzionale tra il consiglio comunale e i soggetti di diritto privato autonomi, come la Fondazione, senza che il primo sia svuotato dei suoi poteri di indirizzo e valutazione e la seconda sia privata di una legittima autonomia».
Questo invece il testo dell'intervento di Ornella De Zordo, capogruppo di Unaltracittà/Unaltromondo, svolto nella seduta di questo pomeriggio del consiglio comunale:
«Lo scorso venerdì 26 gennaio il presidente della Fondazione Palazzo Strozzi ed il suo direttore generale hanno presentato il piano triennale della Fondazione con una conferenza stampa aperta anche agli addetti ai lavori e a tutta la città.
Un ottimo debutto, se non fosse che sono stati in tal modo completamente disattesi gli atti approvati dai consigli comunali e provinciali nelle sedute del 20 marzo e del 24 luglio 2006. Nell'ordine del giorno 166 approvato il 20 marzo si chiedeva che i Consigli Comunale e Provinciale di Firenze svolgessero fin da subito il ruolo di organi di indirizzo e che si stabilisse un metodo di indirizzo e controllo grazie al quale gli enti pubblici potessero da un lato definire chiare linee di indirizzo e dall'altro svolgere funzioni di verifica sull'effettiva ed efficace aderenza a tali indirizzi da parte della Fondazione.
Nell'ordine del giorno 451 si chiedeva un incontro tra gli assessori alla cultura di provincia e comune, le commissioni competenti, il Consiglio di amministrazione e il Consiglio di Indirizzo della Fondazione "finalizzato alla condivisione dei presupposti di fondo su cui elaborare le future strategie di azione della Fondazione". Per questo, insieme ai consiglieri di Rifondazione Comunista abbiamo presentato il 23 Gennaio un'interrogazione per sapere tra le altre cose se fosse corretto indire la pubblica presentazione del programma triennale della Fondazione prima del parere "obbligatorio consultivo", previsto nel già citato OdG 166 da parte dei consigli comunale e provinciale di Firenze.
Ma questo chiaramente è già accaduto, disattendendo anche la richiesta da parte del presidente del consiglio Comunale Eros Cruccolini di un incontro tra il presidente della Fondazione e il Consiglio Comunale per illustrare il consuntivo dell'attività della Fondazione nel 2006 ed il piano di gestione per il 2007 prima della presentazione pubblica del piano triennale. Guidati dalla nostra convinzione che la cultura sia un bene comune avevamo più volte espresso la preoccupazione che i rapporti tra fondazione ed enti pubblici potessero non essere chiari e che gli interessi privati potessero finire per sovrastare quelli pubblici.
Del resto l'esito dei rapporti privato-pubblico sperimentati in città (basti pensare ai vari disastri, anche economici derivanti dalla gestione pubblica dei vari project financing), non può che confermare la nostra preoccupazione sulla volontà e capacità dell'attuale amministrazione a gestire nell'interesse della collettività il rapporto con i partners privati. Per questo chiediamo che, per evitare il verificarsi di altri episodi simili, i Consigli Comunale e Provinciale di Firenze svolgano fin da subito il ruolo di organi di indirizzo come era stato approvato, e che al più presto vengano anche chiariti una volta per tutte i rapporti tra assessorato e fondazione definendone le rispettive competenze.
Non solo, ci chiediamo anche se sarà mai possibile avere in questa città un'idea completa di cultura, una politica culturale a tutto tondo dalla quale possano prendere avvio tutti gli eventi grandi e piccoli, perché la cultura non sia solo quella delle grandi mostre e dei grandi eventi ma sia capace di coinvolgere e permeare tutta la città dal centro storico alle periferie». Il sindaco Domenici pone l'attenzione suglui aspetti gestionali: "Non ritengo che la recente presentazione pubblica del programma di mostre ed eventi della Fondazione Strozzi possa essere intesa come una svalorizzazione del consiglio comunale.
Il consiglio è chiamato a fare una verifica effettiva sull'andamento gestionale della Fondazione, non ad esprimere giudizi sul tipo di iniziative portate avanti: quando mai questo consiglio, le sue commissioni o la stessa giunta hanno dato pareri sulla stagione lirica del Maggio o sulla programmazione del Vieusseux?" E' quanto dichiarato oggi in consiglio comunale dal sindaco Leonardo Domenici, durante la comunicazione richiesta sulla conferenza stampa tenuta il 26 gennaio scorso dai vertici della Fondazione Strozzi, in cui sono stati presentati gli eventi del programma triennale.
"Tra l'altro, pensavo che questa richiesta di comunicazione fosse superata - ha aggiunto Domenici - visto che il presidente della Fondazione Lorenzo Bini Smaghi il 25 gennaio ha scritto al presidente del consiglio comunale, per confermare la sua disponibilità a presentare il bilancio consuntivo 2006 e il documento programmatico annuale (atti che sono ancora in fase di elaborazione), così come prevedono gli ordini del giorno votati dal consiglio. In sintesi: è importante che la Fondazione riferisca al consiglio sull'attività svolta e sulle modalità di gestione; ma è anche utile chiarire che questa funzione di verifica, controllo ed indirizzo del consiglio comunale non può significare intromissione nella specifica autonomia della Fondazione nell'organizzare, e nel presentare, le attività culturali".
Il presidente della commissione cultura Nardella afferma che la comunicazione del sindaco ha contributo a chiarire i termini formali del rapporto tra la Fondazione Palazzo Strozzi e il Comune di Firenze». «E' evidente - ha osservato Nardella - che la presentazione del programma triennale 2007-2009 di mostre, presentata venerdì scorso nella conferenza stampa indetta dalla Fondazione è cosa diversa dal piano triennale di programmazione economico-finanziaria che il consiglio di amministrazione di questo ente è tenuto ad approvare ed a presentare agli organi consiliari del Comune e della Provincia e sul quale, nel luglio scorso, si è già tenuto un dibattito in aula e un voto di approvazione.
Vi è poi - ha spiegato il presidente della commissione cultura - l'impegno assunto dal presidente della Fondazione Lorenzo Bini-Smaghi, a seguito di un ordine del giorno approvato congiuntamente dai consigli comunale e provinciale nel marzo 2006, a riferire alle due assemblee sull'attività trascorsa e sulla gestione della Fondazione per l'anno in corso. Siamo dunque in attesa di un confronto approfondito tra l'ente e gli organi consiliari, grazie al quale mi auguro possano emergere ulteriori stimoli al miglioramento delle politiche gestionali riguardanti l'attività della Fondazione Palazzo Strozzi».
«Il punto generale - ha concluso Nardella - è che, in un contesto rinnovato di governo pubblico della cultura a Firenze, resta ancora da individuare un efficace modello di dialettica istituzionale tra il consiglio comunale e i soggetti di diritto privato autonomi, come la Fondazione, senza che il primo sia svuotato dei suoi poteri di indirizzo e valutazione e la seconda sia privata di una legittima autonomia». (mr)