«I lavori della linee 2 e 3 della tramvia paralizzeranno mezza Firenze». E' quanto denunciano il vicecapogruppo di Alleanza Nazionale Jacopo Cellai e la consigliera Gaia Checcucci. «La relazione di compatibilità urbanistico-ambientale allegata al progetto definitivo - hanno spiegato i due esponenti del centrodestra - pone sette condizioni fondamentali per la convivenza tra trasporto pubblico e privato in presenza della tramvia.
Tra queste la realizzazione di una tangenziale a livello metropolitano; il collegamento sotterraneo Varlungo-Castello; lo scolmatore Strozzi-Circondaria-Panciattichi; il sottovia via Giuliani-via Panciatichi; l'asse viadotto Indiano- via Pistoiese-Porta a Prato; il tunnel viario sotto viale Redi; l'asse Prato-Mazzana-Castello. Nessuna di queste ad oggi è completata - hanno osservato Cellai e Checcucci - le prime tre, le più importanti, nemmeno sono cominciate e non abbiamo neppure la certezza che la giunta di Palazzo Vecchio abbia la volontà di realizzarle».
«E se aspettiamo queste opere prima di far partire i cantieri delle linee 2 e 3 della tramvia - si sono domandati i due consiglieri di AN - per quanti anni Firenze sarà un cantiere a cielo aperto? Quali e quanti danni economici subiremo? Per quanto riguarda il tracciato è necessario studiare una diramazione della linea 2 che dall'incrocio tra viale Redi e via Mariti potrebbe collegarsi con Careggi lungo l'asse via Mariti-viale Morgagni». «Mantenere invece l'attuale tracciato della linea 3 - ha concluso Jacopo Cellai - significa affrontare consapevolmente rischi enormi, in termini di congestionamento di traffico e viabilità, soprattutto per i mezzi di soccorso e delle forze dell'ordine.
C'è inoltre il rischio di esondazione in prossimità del Mugnone e del Terzolle in assenza di una preliminare ed adeguata messa in sicurezza dei due torrenti. Il tracciato lungo via dello Statuto è privo di qualsiasi logica a meno che non si intenda agevolare qualche centro commerciale della zona». (mr)