Firenze, 20.1.'07- Un sopralluogo alle gallerie dell’Alta Velocità in Mugello, tra Vaglia e Firenzuola, per verificare l’andamento dei lavori, le difficoltà, le prospettive ed incontrare i responsabili di TAV, CAVET e RFI: è quanto ha organizzato per lunedì prossimo, 22 gennaio, la commissione Territorio e ambiente del Consiglio regionale, che ha anche deciso di aprire l’iniziativa ai giornalisti e agli operatori radio-tv interessati. “Sarà possibile una verifica a tutto tondo sui lavori in corso e sui tempi di realizzazione – annuncia il presidente della commissione, Erasmo D’Angelis – Vedremo anche quali sono le novità rispetto al sopralluogo che lo stesso presidente Martini ha fatto a fine novembre”.
Fra una finestra e l’altra di accesso ai tunnel sotto l’Appennino ci sono fino a 6-7 km di distanza.
Se là sotto succede un incidente, o un attentato, la più vicina via di fuga può essere lontana dunque fino a tre km e mezzo. Lo hanno scritto nero su bianco i Vigili del Fuoco di Firenze: "Nel caso di gallerie con finestre intermedie non è possibile avvicinare i mezzi di soccorso, inviati in appoggio al mezzo intermodale, in zone prossime all'incidente. Tali mezzi infatti potranno raggiungere il punto di innesto delle finestre con la galleria di linea, ad una distanza dal luogo dell'incidente, nella peggiore delle ipotesi, di circa 3,5 km".
Quindi fra Vaglia e Bologna, aggiungono, "si nutrono seri dubbi sulla rapidità ed efficacia dei mezzi di soccorso". La galleria parallela di soccorso manca, clamorosamente, per ben 60 km. Non è stata neppure progettata! Sarà necessario altro tempo, inevitabili altri impatti. Secondo gli esperti, farà lievitare i costi del 30-40% (e a lume di naso dovrà essere fatta).
"Hanno superato quota 150 milioni -spiegano dall'Associazione di volontariato Idra- Sono i metri cubi di buona acqua di montagna andati via dalle falde dell’Appennino negli ultimi anni per far posto al buco della TAV.
Ma a Palazzo Bastogi, sede della Toscana legale, meglio non parlarne: la priorità adesso è un’altra. A Palazzo Bastogi si sogna un altro buco TAV, forse ancora più avventuroso: questa volta sotto Firenze. Sono oltre 10.000 miliardi di vecchie lire di denaro pubblico. E’ il conto (ancora provvisorio peraltro) della galleria TAV fra Firenze a Bologna. Ma doveva costare 5 volte di meno. E a Palazzo Bastogi? Meglio non parlarne. A Palazzo Bastogi si reclamano piuttosto dall’erario altre centinaia di milioni di euro (per cominciare) necessari a bucare anche la città cara all’UNESCO.
I supertreni dovevano correre fra Firenze e Bologna già nel 2003. Ma siamo nel 2007 e ancora nelle gallerie non ci sono neppure i binari! Anzi. La TAV ha all’attivo gallerie da demolire e da rifare. E a Palazzo Bastogi? Silenzio tassativo: non ci risultano comunicati della giunta regionale che spieghino che sono già tre i tunnel in demolizione e in rifacimento, e perché questo sta avvenendo. Infine l’architettura contrattuale. Non ci risulta che qualcuno abbia mai smentito l’ing. Ivan Cicconi, che da tempo definisce quello del general contractor un autentico autogoal finanziario per lo Stato: mentre a livello comunitario sono definiti solo due soggetti economici, l’appaltatore e il concessionario, col concessionario-committente quale è di fatto il general contractor, e col finanziamento pubblico dell’opera fino al 100% del costo, viene a configurarsi una situazione paradossale, che spinge inevitabilmente a far lievitare al massimo i tempi e i costi dei lavori, e a non garantire la qualità dell’opera.
Intanto si comincia a capire che volendo, a Firenze, ci sono binari inutilizzati e stazioni dismesse. E che con poche aggiunte, una diversa organizzazione della rete e un po’ più di tecnologia si potrebbe moltiplicare la capacità attuale del Nodo e realizzare, con minima spesa, quel servizio ferroviario metropolitano che vorrebbero farci credere impossibile senza la TAV. E’ mai stato possibile discutere e confrontare pubblicamente progetti e scenari? Davanti allo spettacolo quotidiano dei disagi propinati ai pendolari in termini di servizi, puntualità, pulizia e sicurezza, i cittadini dovrebbero credere alla favola che quegli 8 km di doppio tunnel controfalda, con due curve a 90° e chissà quante belle sorprese scavi-facendo, sarebbero la bacchetta magica per venire a capo di problemi che hanno ben altre cause e soluzioni".
Abbiamo davvero bisogno di tutto questo?
"Ci sono due Toscane -concludono quelli di Idra- Una Toscana legale, che chiude testardamente gli occhi di fronte alle evidenze della realtà.
Una Toscana reale, che esige buon governo della spesa pubblica, cura e difesa del territorio, futuro per i nostri figli e nipoti".