Organizzata dall’Associazione Amici degli Uffizi e dalla Galleria degli Uffizi - Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Fiorentino, e realizzata grazie al prezioso contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, l’iniziativa offre ancora una volta l’opportunità di vedere parte di quel patrimonio immenso (circa tremila opere) conservato nei Depositi della Galleria degli Uffizi, che per ragioni di spazio non è mai stato esposto al pubblico.
Nella foto L’onestà di sant’Eligio di Jacopo da Empoli, 1614
La mostra, a cura di Antonio Natali, raccoglie quarantaquattro opere.
Una scelta di artisti di epoche diverse, dal XIV secolo ai giorni nostri, italiani ma soprattutto olandesi e fiamminghi, tra cui: Nicolò di Pietro, Jacopo del Sellajo, Michele di Ridolfo del Ghirlandaio, Jacopo da Empoli, Alessandro Magnasco, Giuseppe Maria Crespi, David Teniers, Peeter Neeffs il Vecchio, Gerrit Dou, Caspar Netscher, Frans Van Mieris il Vecchio, Tommaso Minardi, fino a maestri moderni e contemporanei come Baccio Maria Bacci, Adriana Pincherle, Enzo della Monica, Alessandro Sardelli, Gianni Cacciarini e Marco Fidolini.
Un percorso affascinante, articolato in sei sezioni, tutte caratterizzate dalle rappresentazioni d’interni: intimi e casalinghi, sacri e dedicati al culto, ma anche luoghi di lavoro, ateliers e botteghe, oppure luoghi pubblici e di piacere, taverne o bordelli, e infine spaccati monumentali di ville e palazzi.
“Poesia d’interni” si apre con la sezione “Tradizione del nuovo”, citazione di The Tradition of the New, celebre testo di Harold Rosemberg. Nel corridoio d’accesso al salone centrale, troviamo acqueforti e fotografie del Novecento dove, nonostante la tecnica e le modalità attuali, si percepiscono quegli stessi sentimenti insiti nei dipinti antichi esposti, che pervadono lo spirito della mostra.
Si prosegue all’interno del vano principale con “Le stanze di casa”. Qui, al centro, Pomeriggio a Fiesole, tela dipinta da Baccio Maria Bacci, della fine degli anni venti, già esposta in precedenza, ma che ben incarna il senso dell’intimità domestica. La precedono due tavole con episodi della vita di San Benedetto (1415-1420), raffigurati da Nicolò di Pietro. In questa sezione anche L’Autoritratto di Gerrit Dou, entrato nella collezione di Cosimo III nel 1676, primo tra i numerosi capolavori di artisti olandesi e fiamminghi presenti in mostra.
La pittura d’interni è uno dei temi più frequenti nel nord Europa, soprattutto nel Seicento.
Ne “I luoghi del sacro” abbiamo raffigurazioni di interni di chiese non solo cattoliche ma anche di altri culti, come il tempio ebraico nel Cristo fra i dottori (1500-1510) di Giovanni Mansueti, dove l’impianto architettonico così solenne riprende modelli illustri della pittura veneta del Quattrocento. Nella coppia di tele di Alessandro Magnasco, brulicanti di figure, troveremo una riunione di quaccheri e una sinagoga.
La sezione successiva “Ateliers e botteghe” ci introduce nei locali privati di artisti e artigiani come la pala di Jacopo da Empoli, L’onestà di Sant’Eligio (1614), orafo lui stesso, santo e patrono di questi artigiani. L’arredo della bottega è ricreato con dovizia di particolari, i preziosi oggetti realizzati dal gioielliere ma anche gli strumenti da lavoro, incudine, martelletto, bilancia, cesoie e altro ancora. Nell’Autoritratto di Tommaso Minardi, del primo decennio dell’Ottocento, si ritrae lo studio del giovane pittore bohemien e il suo arredo romantico.
La vita rumorosa delle bettole e dissoluta dei bordelli è fotografata nella sezione “Taverne e lupanari”.
Giocatori di carte, ubriachi, risse, donne disfatte, scene quotidiane di un’umanità più povera, del tipo di quelle che avrebbe dipinto un artista olandese come Pieter van Laer, seguace di Caravaggio.
Chiude la mostra la sezione “Nei palazzi e in villa” dove è rappresentata la vita nelle residenze signorili. Qui troviamo La canterina corteggiata di Giuseppe Maria Crespi, tela del 1736, ambientata in un lussuoso interno aristocratico, oppure le due tavole di Jacopo del Sellajo, dove si raffigurano i fasti del secondo convito di Assuero, soffermandosi sulla preziosità dell’arredo, dell’architettura e delle vesti dei personaggi.
Nel Concerto in famiglia, Frans Van Mieris il Vecchio, secondo la moda della scuola di Leida, ambienta la sua scena in una stanza ricca di elementi decorativi, la statuetta di Cupido che pende dal soffitto, il baccanale scolpito sul camino, stoffe preziose, argenti, strumenti musicali e sullo sfondo una coppia di giovani innamorati.
Maria Vittoria Rimbotti, Presidente degli Amici degli Uffizi, nella prefazione del catalogo, augura a tutti i visitatori della mostra”… che questa esposizione sia di buon auspicio per l’anno nuovo, quasi un invito a recuperare almeno in questi giorni di festa quella dimensione familiare oggi un po’ trascurata, quell’antica intimità domestica e quel piacere di vivere la casa come luogo degli affetti, come rifugio tra persone legate da una particolare e autentica complicità…”
“Poesia d’interni” è accompagnata da un catalogo pubblicato da Giunti Editore con un testo del curatore, Antonio Natali, e schede delle opere di Andrea Baldinotti, Maria Novella Barbolani, e dei membri della nuova compagine della direzione degli Uffizi, Valentina Conticelli, Giovanna Giusti, Francesca de Luca, Angelo Tartuferi.
La mostra rimarrà aperta al pubblico dal 16 dicembre 2006 al 31 gennaio 2007, ad ingresso gratuito, con il seguente orario, dalle ore 10 alle ore 17, lunedì chiuso.
Partecipa alle manifestazioni dell’ “Inverno a Firenze”.