FIRENZE – Gruppo Mps ed associazioni dei consumatori insieme per esaminare le eventuali controversie relative a prodotti e servizi bancari e finanziari di importo non superiore a 50mila euro e commercializzati a partire da gennaio 2005. Ė quanto prevede il protocollo di conciliazione firmato oggi a Siena dal direttore generale di Banca Monte dei Paschi, Antonio Vigni, e dai rappresentanti delle principali associazioni dei consumatori: Acu, Adiconsum, Adoc, Adusbef, Casa del Consumatore, Cittadinanzattiva, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega Consumatori, Unione Nazionale Consumatori.
Gli eventuali reclami della clientela saranno così discussi all’interno di un’apposita commissione composta da rappresentanti del Gruppo Mps e da quelli delle associazioni firmatarie. Il protocollo, che entrerà in vigore a partire dal gennaio 2007, è frutto dell’esperienza che la Banca senese ha maturato, a partire dal 2003, con i “tavoli conciliativi” che hanno rappresentato la prima esperienza strutturata di conciliazione extra-giudiziale nel sistema bancario italiano.
Il Gruppo Mps e le associazioni dei consumatori hanno da tempo sviluppato rapporti finalizzati a migliorare le relazioni con la clientela ed è di qualche mese fa la proroga per altri due anni di “Consumer-Lab”, il primo tavolo congiunto banca-associazioni finalizzato ad una corretta educazione al consumo e alla trasparenza ed equità nei rapporti contrattuali.
Consumer-Lab, che oltre al Gruppo Mps, vede la partecipazione di 13 fra le più importanti associazioni italiane di consumatori (Adiconsum, Adoc, Associazione Consumatori Utenti, Adusbef, Assoutenti, Casa del Consumatore, Cittadinanzattiva, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino e Unione Nazionale Consumatori) ha dato vita ad una serie di iniziative, fra le quali anche una carta in Braille per l’accesso ai servizi di banca telefonica e l’offerta di un pacchetto di prodotti e servizi, “Paschi senza frontiere”, per agevolare gli extracomunitari che vivono e lavorano in Italia.
“L’azienda non contrapponga problemi organizzativi, di software o incomprensibili volture. Il deposito cauzionale per le utenze condominiali che hanno attivato l’addebito in conto corrente deve essere restituito”. Così il Difensore civico della Regione Toscana, Giorgio Morales, risponde al mancato rimborso delle utenze condominiali che Publiacqua si era impegnata a restituire siglando un accordo nel luglio del 2004.
Morales torna sul “fermo” della restituzione dei depositi sollecitato da numerose segnalazioni di utenti, ditte recapitiste (letturisti, ndr) e da una nota dell’Autorità di Ambito nella quale si chiedono notizie in merito “allo stato di attuazione dell’accordo sui depositi cauzionali” firmato oltre due anni fa.
Secondo quanto emerso dalle segnalazioni pervenute all’ufficio di via de’ Pucci, pare che a tutt’oggi, nonostante molte utenze condominiali abbiano comunicato i dati anagrafici aggiornati e si siano adoperate per il pagamento delle bollette tramite conto corrente, la restituzione delle cauzioni versate viene effettuata attraverso assegni titolati non ai nuovi intestatari, “come sarebbe lecito e logico attendersi” – si legge nella nota inviata da Morales a Publiacqua - ma a colui che risulta come precedente amministratore”.
“Questa anomala procedura – sottolinea Morales – induce a credere che il Gestore consideri i nuovi intestatari come un subentro di un utente a fronte di un altro. Come se si trattasse, cioè, di una voltura e non un semplice avvicendamento nella titolarità della fornitura del servizio”. Nello specifico, il Difensore civico ricorda che nell’accordo firmato era esplicitamente riportato che “la restituzione del deposito cauzionale già versato è condizionato alla preventiva comunicazione del nominativo dell’amministratore o del rappresentante di condominio al Gestore”.
Secondo il Difensore civico regionale è inoltre “incomprensibile” il motivo per cui la restituzione della cauzione non avvenga individualmente, “nei confronti di ciascuno dei condomini che risultano avere a suo tempo versato il relativo importo”.
Morales chiede inoltre a Publiacqua di spiegare perché l’importo del nuovo deposito si determini “non sulla base dei consumi registrati negli anni precedenti dal condominio, ma sul consumo presunto di 200 mc”.
“Anche questa anomalia disattende appieno l’accordo del 2004 che prevedeva l’adeguamento dei depositi sulla base dei consumi storici”.
Il Difensore civico regionale ricorda infine che la procedura di restituzione è frutto di un accordo discusso e siglato tra Difensore civico regionale, Ato e Publiacqua e che è stato “oggetto di una campagna informativa che ha ingenerato nell’utenza aspettative poi deluse”.