Firenze – Nuove dimissioni nel governo libanese: il ministro dell'Ambiente Yaacub Sarraf, vicino al presidente spalleggiato da Damasco Emile Lahoud si è dimesso. Il governo libanese si e' riunito con solo 18 ministri, dopo che sei si sono dimessi, per esaminare la bozza dell'Onu per un tribunale sull'omicidio Hariri.
“Siamo molto interessati a confermare la cooperazione in Libano: il Consiglio regionale ha approvato un atto con il quale impegna il presidente della Giunta regionale a proseguire nella politica di cooperazione con voi e con le Ong del vostro Paese”.
Così Alessandro Starnini, vicepresidente del Consiglio regionale, ha aperto l’incontro in palazzo Panciatichi con una delegazione libanese di operatori e dirigenti della Fondazione René Moawad, partner di Arci nei progetti per il miglioramento delle condizioni di vita dei bambini lavoratori in Libano. Della delegazione, in Italia dallo scorso sabato, fanno parte Hanan Al-Korek e Linda Bourghol, operatrici sociali attive nel progetto Arci a Tripoli in favore dei bambini lavoratori del quartiere di Bab el Tebbaneh, e Rania Zakhia, funzionaria della Fondazione René Moawad.
Presenti all’incontro di questa mattina anche Alessia Petraglia (Ds) e Monica Sgherri (Prc), prime firmatarie della risoluzione approvata lo scorso novembre dall’aula di Palazzo Panciatichi sugli aiuti umanitari alle popolazioni del Libano; le consigliere ds Anna Annunziata e Daniela Belliti, e Vincenzo Striano, presidente Arci Toscana.
“Troviamo particolarmente interessanti i progetti destinati a migliorare le condizioni di vita di tanti bambini in Libano, e intendiamo rafforzare e contribuire a rendere più stretti i rapporti di cooperazione internazionale nel vostro Paese, perché il Libano possa dare un contributo al processo di pace in tutta l’area mediorientale”, ha detto Starnini.
Il vicepresidente, assicurando che “La Toscana non verrà mai meno agli impegni di cooperazione internazionale”, ha manifestato sia la volontà di “contribuire al dialogo su questioni politiche di generale interesse”, sia la “preoccupazione per quanto sta accadendo a Gaza”. Per Starnini “Tutti dobbiamo trovare la strada per invertire le tendenze in atto”, nella convizione che “senza riconoscere i diritti di tutti non se ne uscirà mai”.
Rania Zakhia, della Fondazione René Moawad, ha fornito alcune cifre sulle iscrizioni dei bambini alla scuola pubblica, prima e dopo la guerra in Libano: da 350mila iscritti si è passati a 700mila, a dimostrazione di come le famiglie abbiano perduto la possibilità di iscrivere i figli alle scuole private dovendo ripiegare sull’istruzione pubblica che ha molti meno finanziamenti.
L’impegno per le Ong, già attive sul versante dei bambini lavoratori, è aumentato anche alla luce delle difficoltà economiche generate dal conflitto e all’arrivo a Tripoli di bambini profughi dai villaggi del Sud del paese. “La condizione educativa degli istituti è molto degradata – ha detto Zakhia -: non riescono a trattenere i ragazzi nel circuito educativo e ci si aspetta che un gran numero dei bambini tornerà sul mercato del lavoro, addirittura dieci volte più di quanto non fosse prima della guerra”.
E i problemi sono destinati ad aumentare: “Non c’è più un mercato del lavoro neanche per i bambini – ha continuato Zakhia -, il che ci fa pensare a un futuro incremento della delinquenza minorile, con il rischio collegato che i giovani finiscano nel braccio armato degli estremismi religiosi in Libano”.
“La nostra condizione di vita è instabile, e apprezziamo l’azione delle comunità internazionale – ha detto ancora la funzionaria della Fondazione -; per la popolazione la presenza delle truppe straniere, e degli italiani, è considerara come un salvagente: questo è un sentimento che attraversa l’intera comunità libanese, senza differenza di genere”.
Monica Sgherri, che ha rivolto “Un grazie sincero per questa visita, rivolta a chi, come noi, è spesso abituato a guardare la tragedia della guerra in televisione”, ha espresso anche la speranza “che nel prossimo futuro possano esserci altri incontri, e che il Consiglio e l’Ufficio di presidenza seguano l’andamento del progetto in Libano, per continuare con gli aiuti e con l’impegno ad accrescere nella società toscana il senso di questa partecipazione”. Per Sgherri, che ha riconosciuto l’assunzione di responsabilità della missione internazionale di interposizione, “si aiuta a costruire la pace in un paese anche cercando di superare al meglio queste responsabilità: con iniziative che costruiscano la pace con l’aiuto alle popolazioni del posto”.
La capogruppo ha affermato che è necessario “rilanciare la comunità internazionale, perché intervenga con più decisione sul conflitto arabo-palestinese, e perché l’Onu si assuma le sue responsabilità per superare questa guerra”.
Vincenzio Striano, presidente di Arci Toscana, ha fatto il punto sull’andamento dei progetti di cooperazione co-gestiti da Arci in Libano, interagendo con associazioni e fondazioni di tutte le appartenenze confessionali, in una situazione dove ci sono “sacche di povertà terribili”.
Striano ha riferito dei complimenti dell’ambasciatore italiano in Libano per il progetto portato avanti sul territorio.
Giovedì 30 novembre 2006 -ore 21- a Viareggio -presso la Circoscrizione Marco Polo in Via Repaci 1, traversa della via Aurelia- Samah Idriss parlerà dell'impatto della guerra, della resistenza e della situazione politica. Samah è un noto intellettuale libanese e pubblica la prestigiosa rivista letteraria araba "Al Adab”. E' l'autore di diversi libri e ha un dottorato dalla Columbia University di New York.
Ha militato nel movimento antimperialista di sinistra, ed è il cofondatore di diverse associazioni culturali e politiche che sostengono la lotta di liberazione araba. Mentre lotta per superare il sistema su basi confessionali lasciato dal colonialismo francese e le divisioni politiche su basi settarie, Samah Idriss sostiene il movimento di resistenza nazionale, compresi i movimenti islamici, oltre a quelli in altri paesi arabi. E' attualmente impegnato nella Campagna di Resistenza Civile.