Carrara, 4 ottobre- Nei primi sei mesi del 2006 l’Italia ha esportato quasi 2 milioni e 400 mila tonnellate (+2,2% rispetto allo stesso periodo del 2005) di marmi e graniti, grezzi e lavorati per un valore di oltre 910 milioni di euro(+9,9% sul 2005), comprendendo in questi numeri anche i granulati, le ardesie e i porfidi.
Lo rende noto l’Internazionale Marmi e Macchine Carrara che, come avviene ormai da molti anni, ha elaborato i dati sulle statistiche ufficiali Istat , rilevando segnali positivi incoraggianti per marmi e graniti, anche se non sono ancora recuperati i livelli del periodo 2000-2001, mentre per le ardesie, che continuano a risentire pesantemente della concorrenza internazionale, la perdita di alcuni mercati non viene compensata dalla crescita di altri.La crescita sui valori esportati è significativa perché riguarda i lavorati, sia di marmo che di graniti che sono le voci con maggior valore aggiunto con un aumento dei valori medi per tonnellata di esportato che premia il lavoro delle imprese italiane sui mercati esteri, in particolare l’area dell’Unione Europea mostra una leggera crescita sui valori medi anche se in presenza di un mercato tedesco che arretra di qualche punto percentuale (-9% sui volumi e -4,3% sui valori corrispondenti) con difficoltà soprattutto per i volumi di marmo lavorato.
Sul mercato europeo la Spagna ha diminuito le importazioni di marmi lavorati, tiene il Regno Unito mentre cresce l’import della Francia soprattutto sui graniti. Anche dall’area dell’Europa non comunitaria emergono cifre positive per i marmi lavorati (da soli, oltre 32 milioni di euro), con Svizzera e Russia a determinare il risultato: la sola Svizzera importa per quasi 45 milioni di euro mentre la Russia qualifica il suo import con i marmi lavorati.Il mercato fondamentale resta sempre nordamericano con gli Stati Uniti che sono sempre i più forti importatori di lavorati, dalle lastre lucidate alle lavorazioni più complesse: crescono, rispetto al 2005 del +6,4% sui volumi e per il +11,3% sui valori di marmi, graniti e altre pietre lavorate e non.
“E’ un risultato molto importante che non necessita di particolari commenti – dice il presidente dell’Internazionale Marmi e Macchine Giancarlo Tonini - anche se dobbiamo sempre valutare i numeri con cautela perché i problemi e le difficoltà del nostro export settoriale sono dovuti a problemi congiunturali e ad aspetti strutturali, dovuti a cambiamenti profondi nei mercati e nella distribuzione internazionale dei ruoli produttivi. Dobbiamo perciò commentare sempre processi in corso e situazioni che si evolvono in tempo reale tenendo presente la necessità del comparto n ella ricerca di nuovi mercati nella consapevolezza di vendere un prodotto a grande valore aggiunto che ci deve portare ad approcciare i mercati come sistema .”Anche dal vicino e medio Oriente e dalle aree asiatiche, provengono dati positivi, i migliori da alcuni anni.Per il Medio oriente la crescita riguarda soprattutto i lavorati ma è necessaria cautela perché si tratta di quote modeste dunque facilmente influenzabili anche da piccole variazioni anche se è confortante l’export, soprattutto dei lavorati di marmo e di granito che tornano a crescere in quantità e valore medio.
Guidano il trend gli Emirati e il Kuwait mentre è in regresso l’Arabia Saudita che è il maggior mercato dell’area e le vicende che hanno coinvolto Libano (in crescita fino a giugno) e Israele potrebbero influire in maniera relativa.In positivo anche il trend dell’Estremo Oriente dopo anni di calo costante con crescita dell’export italiano di blocchi e lastre grezze, mentre sui lavorati aumenta il valore medio dei prodotti, a conferma della qualificazione complessiva di un’area che comprende al suo interno realtà molto diverse ed articolate.Accanto alla Cina, avviata a divenire sempre più mercato di sbocco oltre che competitore, si delinea con chiarezza l’India, che pur su cifre modeste, importa nostri prodotti grezzi e lavorati con prospettive di miglioramento ulteriore.L’Africa, soprattutto quella mediterranea, conferma il trend che l’ha vista aumentare costantemente nel corso degli ultimi anni con aumento di esportazioni italiane di blocchi e lastre di marmo e di marmi e graniti lavorati che hanno una dinamica più vivace, mentre i blocchi sono assorbiti dai maggiori Paesi della fascia settentrionale.Pochi i rilievi sulle importazioni dalle quali si comprende la fiducia delle aziende e lo spessore del portafoglio ordini.
L’Italia ha importato materiali (soprattutto grezzi) per 1 milione 495 mila tonnellate (+2,2% sullo stesso periodo del 2005) per un valore di 304 milioni di Euro (+15,8%) . L’aumento dell’import di graniti compensa il leggero calo del primo trimestre, mentre crescono le importazioni di lavorati che sono modeste rispetto alle nostre esportazioni, anche se cominciano a farsi apprezzare le importazioni di granito lavorato.Fra i fornitori ha un ruolo importante la Spagna, seguita dalla Finlandia mentre si affaccia la Slovenia seppure su cifre ancora molto contenute ma con una dinamica interessante.
Sempre fondamentali Norvegia (in calo) e Turchia (in crescita) fra i fornitori europei mentre nell’area africana dominano Sudafrica e Zimbabwe, si riaffacciano il Mozambico e l’Egitto che si qualifica sia come fornitore sia come cliente. In sud America il Brasile mantiene saldi positivi su valori e volumi già molto elevati, mentre India e Cina non offrono variazioni significative. Il Comprensorio Apuano e versiliese e gli altri distretti italianiIn questo quadro il comportamento dei maggiori distretti lapidei italiani vede il comprensorio apuo versiliese registrare un andamento più vivace e dinamico di quello veneto, pur rimanendo su cifre assolute più basse.
L’export delle aziende che operano nelle province di La Spezia, Lucca e Massa Carrara è stato nei primi sei mesi del 2005 di oltre 1 milione di tonnellate complessive (+10,99% ) per un valore di 270 milioni di Euro (+17%) pur in presenza di una significativa contrazione dell’export di graniti, sia in blocchi che in lastre.
Il merito della performance particolarmente interessante per i lavorati di marmo (+21% in valore), è soprattutto dei mercati nordamericano e medio orientali, dove gli operatori toscani si muovono bene da lungo tempo. Anche nell’Europa non comunitaria il distretto toscano registra una performance migliore, ma continua ad essere poco presente sul mercato tedesco che è fondamentale per tutto l’export settoriale con risultati che premiano soprattutto l’area veneta le cui aziende si comportano molto bene nel mercato statunitense e restano su ruoli marginali in Medio Oriente con un saldo negativo sull’estremo Oriente, dove invece la presenza toscana è sostenuta soprattutto dal marmo, sia grezzo che lavorato
La tecnologiaAnche le esportazioni di macchine per lavorazione, taglio e macchine utensili segnano una lieve crescita, rispetto allo stesso periodo del 2005, con un recupero più sui volumi che sui valori.Si stanno aprendo alle aziende italiane che forniscono tecnologia per la lavorazione ed estrazione delle pietre diversi mercati interessanti mentre si registra che il totale delle esportazioni di macchine da taglio, levigatura e lavorazione delle pietre e di macchine utensili ha superato i 225 milioni di euro, con un aumento del +14.5% rispetto allo stesso dato del giugno 2005: se i prossimi mesi confermeranno l’andamento del primo semestre, anche per il comparto delle macchine il 2006 si chiuderà come un anno positivo di lavoro.