L'alluvione a Firenze, edito dalla Ibiskos Editrice Risolo, attraverso una ricca documentazione fotografica e le testimonianze degli “angeli del fango” racconta i tragici eventi dell’alluvione del 4 novembre 1966. Firenze l'aveva già vissuta quasi una volta a secolo, ma quella di 40 anni fa fu la prima ad essere documentata grazie alla fotografia.
Il libro, curato da Silvia-Messeri e Sandro Pintus, è un tributo alla memoria collettiva della solidarietà internazionale a Firenze.
Una raccolta dei racconti delle emozioni che mossero i giovani di tutto il mondo dopo aver ascoltato la notizia e visto le immagini della violenza del fiume. E' infatti sopratutto l'effetto delll'impatto delle acque sugli edifici a colpire subito. "Corremmo nel corridoio Vasariano sul Ponte Vecchio per salvare i quadri che erano in pericolo -racconta la testimonianza del Preside Baldini dell'Università internazionale dell'Arte- Il ponte tremava e ci pareva che stesse per cedere". "Il fiume faceva un rumore terribile che pareva quello di una cascata -gli fanno eco i racconti degli angeli del fango- Il ponte Vecchio era carico di tronchi.
Non so come abbia potuto reggere alla piena". "Erano volti di bambini impauriti, terrorizzati -spiega la dottoressa Alessandra Maggi- Ho vissuto l'esperienza dell'alluvione attraverso i racconti, le sensazioni e li occhi dei bambini e delle mamme". Ma subito il miracolo della solidarietà: "Mantenevamo l'anonimato e ognuno di noi aveva un soprannome -chiarisce il medievalista Franco Schiavetto- In tutto sono stato a Firenze fino al febbraio 1967, lavorando per circa due mesi". "Ci inventammo le tecniche quotidianamente -ricorda il prof.
Alfio Del Serra- Ci è capitato spesso di trovare opere completamente rovinate da non poterle riconoscere. Il lavoro fatto in quegli anni ci aiutò a crescere, aiutò la sperimentazione e l'invenzione delle nuove tecniche degli anni settanta, che non hanno eguali".
N. Nov.