Crescono significativamente le imprese femminili e parlano sempre più straniero

Redazione Nove da Firenze
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26 ottobre 2006 22:59
Crescono significativamente le imprese femminili e parlano sempre più straniero

Firenze, 26 ottobre 2006- Le donne hanno assunto un ruolo determinante negli assetti del sistema economico imprenditoriale toscano tanto che, nel primo semestre 2006, le imprese femminili hanno registrato un incremento, rispetto all'inizio dell'anno (+0,5%), superiore al resto dello scenario (+0,2%). Tuttavia il rapporto tra imprese rosa, e non, continua ad essere pari a 1 su 4, in linea con il valore nazionale. Sono infatti 95.809 le imprese in rosa toscane contro un totale di 414.963 unità imprenditoriali toscane.
La provincia più femminilizzata appare Grosseto (28,7% del totale), seguita da Livorno (26,2%), Massa-Carrara (25,2%) e Siena (23,6%), valori questi superiori alla media regionale (23,1%).

Diminuisce il ricorso ad avviarsi in imprese individuali, mentre riscuotono un discreto successo le forme giuridiche di tipo societario (+3,6%).
E' questo in sintesi il quadro che emerge dall'Osservatorio sulle Imprese Femminili iscritte alle Camere di Commercio nel primo semestre 2006 e curato da Unioncamere Toscana e Regione Toscana.
Valutando l'andamento rispetto allo stesso periodo del 2005, le dinamiche territoriali rispecchiano l'andamento generale, dove le imprese delle fascia costiera hanno in particolare mostrato una maggiore dinamicità (+1,2%) rispetto alle imprese dell'interno (+0,8%).

Le imprese femminili crescono al di sopra del valore medio regionale (+1,0%) nelle province di Pisa (+2,6%), Prato (+2,2%), Lucca (+2,1%), Massa Carrara (+1,8%) e Pistoia (+1,2%). Aumentano, ma al disotto della media regionale, le imprese rosa delle province di Arezzo (+0,8%), Grosseto, Firenze (per entrambe +0,5%) e Siena (+0,3%). Segnali negativi provengono infine dalla provincia di Livorno, dove in particolare sono le imprese al femminile a perdere, in termini percentuali, il più alto numero di imprese registrate (-1,0% vs.

-0,9% delle imprese non femminili).
In leggera flessione risulta nell'ultimo triennio il peso espresso dalla imprese in rosa (23,3% nel 2003, e 23,1% nel 2006), mentre al livello provinciale solo la provincia di Prato ha visto crescere nello stesso periodo tale indice (+0,4 punti percentuali).
Nel primo semestre 2006, sono diminuite sensibilmente, rispetto allo stesso periodo del 2005, le ditte individuali (-335 unità imprenditoriali, - 0,6%). Una flessione che denota una certa apertura delle neo imprenditrici a costituirsi in forme imprenditoriali più strutturate.

E' infatti risultata forte la crescita avvenuta nel corso degl'ultimi due semestri delle società di capitali (+11,7%), dove in particolare la compagine societaria è sempre più spesso formata esclusivamente da sole donne.
In linea con la tendenza generale, il settore del commercio ha visto diminuire il proprio numero di imprese in rosa (-0,3%), nonostante ciò tale settore continua ad essere quello più presidiato dall'universo imprenditoriale femminile. Si arresta, in coerenza con l'andamento delle altre imprese, la crescita del settore agricolo al femminile, con una perdita di 165 unità imprenditoriali (-1,1%).

In controtendenza, invece, è risultato lo sviluppo delle imprese manifatturiere femminili, complici la crescita di 97 imprese nel settore della concia, 68 nel settore agroalimentare e 23 nel settore dell'editoria, nonostante le perdite nel tessile (-160). Particolarmente significativa è stata la crescita delle imprese femminili nelle attività immobiliari e servizi alle imprese (+587 imprese, +5,3%), e nelle costruzioni (+273 unità, +9,7%), un settore considerato da sempre tradizionalmente "maschile", dove la maggior dinamicità è da attribuirsi alle imprese gestite esclusivamente da donne (+11,3%).

Crescono infine, ma di poco, le imprese al femminile del settore estrattivo, della sanità, dell'istruzione e dei trasporti.
La distribuzione secondo il ruolo ricoperto dalle imprenditrici riflette la progressione imprenditoriale avvenuta relativamente alle forme giuridiche, crescono così solamente le socie (+3,0% contro il +2,3% dei colleghi maschi), mentre diminuiscono sensibilmente le titolari di impresa (-2,8% contro il -2,4% dei titolari uomini) e le amministratrici (-1,8%).
L'universo imprenditoriale femminile della nostra regione parla sempre più straniero.

A fronte di una sostanziale stabilità della componente di origine italiana, aumentano le iscrizioni delle imprenditrici extracomunitarie e comunitarie. In particolare crescono significativamente, per la componente extracomunitaria, le imprenditrici cinesi (+349, +15,9%), marocchine (+48, +23,6%), albanesi (+42, +22,1%) e senegalesi (+16, +35,6%); e tra le imprenditrici comunitarie le polacche (+25, +8,7%) e le ungheresi (+14, +15,6%).

Il punto di vista di Pierfrancesco Pacini, Presidente di Unioncamere Toscana
"L'evoluzione al femminile è risultata in questo semestre addirittura superiore a quella della compagine non femminile - ha commentato Piefrancesco Pacini, Presidente di Unioncamere Toscana - a conferma di come questo universo imprenditoriale abbia ormai assunto un ruolo determinante all'interno del contesto regionale.

I dati hanno inoltre mostrato come questo particolare segmento imprenditoriale ha dato avvio ad un'importante fase di ristrutturazione e consolidamento, attraverso il ricorso, in fase di avvio, a forme organizzative più compless, e adeguate a fronteggiare le sfide poste da una contesto economico sempre più concorrenziale. Queste imprese - ha concluso Pacini - sono sempre più frequentemente guidate in maniera esclusiva da sole donne, a testimonianza dell'elevata preparazione professionale raggiunta da coloro che decidono, in maniera sempre più motivata, di intraprendere un'attività economica che non sempre, è bene ricordarlo, è una scelta ma bensì una necessità, a fronte dell'assenza di alternative".

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