L'attuazione del nuovo Codice del commercio riguarda oltre 3mila punti vendita della stampa e oltre 17.600 bar e ristoranti.
Il Consiglio regionale ha approvato, con l’astensione dei gruppi del centrodestra e di quello di Rifondazione, le direttive regionali per la programmazione comunale delle attività di vendita della stampa quotidiana e periodica e degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande in attuazione del nuovo Codice del commercio. “È un atto sul quale la commissione Attività produttive – ha detto il presidente Vittorio Bugli – ha svolto una serie di audizioni dalle queli è emerso un quadro sostanzialmente positivo sulla proposta avanzata dalla Giunta regionale”.
Di lavoro “non negativo” e di “condivisbile apertura ai Comuni” ha parlato Alberto Magnolfi (FI), che ha però criticato “le eccessive restrizioni”, ad esempio sulle distanze minime e sulle zone, contenute nelle direttive.
“Sarebbe stata auspicabile una normazione più liberale – ha detto – sebbene il Testo unico del commercio abbia impedito di farlo. Per questo, pur apprezzando lo sforzo fatto, annunciamo il nostro voto di astensione”.
Anche Giuseppe Del Carlo (Udc), che pur riconoscendo che “il testo iniziale è stato migliorato”, ha sottolineato che le direttive prevedono “troppi paletti e troppe restrizioni lesivi dell’autonomia dei Comuni in materia” e ha annunciato il voto di astensione del suo gruppo.
Voto di astensione è stato annunciato anche da Giuliana Baudone a nome del gruppo di An e da Roberta Fantozzi a nome del gruppo del Prc.
Fantozzi, in particolare, ha espresso “perplessità sulle attività di programmazione delle iniziative a carattere sociale”.
“Si tratta di un settore di attività di interesse cruciale per l’economia, l’occupazione e la qualità della vita in Toscana”, sottolineano l’assessore regionale al Commercio, Anna Rita Bramerini, e il presidente della commissione Attività produttive del Consiglio regionale, Vittorio Bugli. Sono oltre 3mila gli esercizi di vendita della stampa di cui oltre 2.600 edicole specializzate e 411 punti di vendita non esclusivi e cioè attività di vendita della stampa che viene svolta in aggiunta ad altre attività commerciali.
Bar e ristoranti sono 17.610 aziende che garantiscono oltre 50mila posti di lavoro.
“Le direttive regionali – aggiungono Bramerini e Bugli - costituiscono una griglia metodologica necessaria per l’attività di programmazione dei Comuni”. L’impianto metodologico pone attenzione prioritaria su due aspetti: uno è la definizione del quadro conoscitivo a livello delle singole realtà comunali. Per sostenere i Comuni in questo lavoro, la Regione metterà a disposizione le banche dati degli Osservatori regionali del commercio e del turismo.
Il secondo è la concertazione territoriale e coordinata del Comune in collaborazione con le parti economiche e sociali interessate per garantire il massimo di partecipazione e di confronto consapevole fra tutti i soggetti come precondizione per nuovi atti di programmazione più evoluti e qualificati necessari per avviare un nuovo ciclo di sviluppo, di qualità, di dinamismo di cui ha bisogno il sistema economico regionale.
“L’approvazione – ha detto ancora l’assessore Bramerini – è la conclusione di un lavoro durato mesi, nel corso dei quali ci siamo confrontati con rappresentanti degli enti locali e delle parti sociali, e che consegna ai Comuni e all’intero sistema economico regionale il primo strumento di attuazione del Codice del commercio”.
I Comuni – ha aggiunto – “ora hanno la possibilità di effettuare la loro programmazione per quanto riguarda la somministrazione delle bevande alcoliche, mentre per quanto riguarda la parte stampa dovranno attendere l’approvazione del regolamento regionale del Codice del commercio che, dopo mesi di confronto, speriamo di poter definire entro luglio”.
Da parte sua il presidente della Commissione Bugli ha sottolineato il fatto che le direttive “sono passate con il voto favorevole, solo con qualche astensione”: “Si tratta di un provvedimento atteso – ha proseguito – che consente ai Comuni di procedere nelle loro attività.
Il settore riveste una forte importanza per l’economia e i servizi toscani ed è frutto di un lavoro di confronto approfondito che ha consentito che passasse in aula senza voti contrari”.