PRATO – Aveva già ricevuto l’avallo della Camera nella scorsa legislatura, ma stavolta il Governo sembra intenzionato a fare sul serio. “Presto avremo una la legge sul made in Italy: possiamo contare su un’ampia convergenza delle forze politiche in Parlamento. Anche l’orientamento del ministro Pierluigi Bersani è favorevole all’istituzione di un ‘marchio 100 per cento Italia’. Un marchio di proprietà dello Stato italiano che potrà essere rilasciato dalle Camere di commercio competenti e al quale potranno iscriversi le piccole imprese”.
L’annuncio arriva da Beatrice Magnolfi, sottosegretario alle Riforme e innovazione nella Pubblica amministrazione, ospite d’eccezione a Confartigianato Caffè: una serata di dibattito sui problemi e i temi del distretto, che per l'occasione è stata moderata dal giornalista Umberto Cecchi. Davanti a una platea affollatissima di imprenditori artigiani, rappresentanti delle istituzioni, delle parti economiche e sociali, il sottosegretario ha cercato di rassicurare gli artigiani sugli impegni che il Governo è pronto ad assumersi, per sostenere e rilanciare la competitività delle piccole imprese artigiane, consapevole del fatto che “queste ultime hanno meno opportunità della grande impresa per affermarsi sui mercati”.
L’intervento del sottosegretario Magnolfi, che ha toccato alcune problematiche legate non solo alla realtà economica del distretto, ma anche alla situazione della città di Prato dal punto di vista dell’immigrazione, carenza di infrastrutture e sviluppo urbanistico, si è sviluppato sulla scia di un monito lanciato dal presidente di Confartigianato Prato, Stefano Acerbi. “È finito il tempo delle diagnosi sulle difficoltà del distretto – ha detto Acerbi - è l’ora di dare delle risposte agli imprenditori, al di là delle contrapposizioni politiche e costruendo una piattaforma unitaria di forze economiche e sociali che possano agire in una logica di squadra”.
Innovazione, futuro del distretto
Il distretto di domani lo vede come “una realtà produttiva in cui s’integrino funzioni diverse, ma tutte nel segno dell’innovazione”.
Anche perché, secondo la Magnolfi, “non è vero che Prato non ha innovato nel corso di questi anni. Il distretto ha conosciuto un fenomeno di innovazione, più di prodotto e meno di processo, ma l’ha conosciuto. La verità, però, è che il modello di un’innovazione senza applicare ricerca non può più essere sostenuto. Questa è la sfida del futuro: mettere insieme ricerca applicata, mondo delle imprese e regia delle istituzioni, per riposizionarci a livello competitivo all’esterno”.
Un tavolo per discutere i problemi dell’immigrazione
Ribadisce il no del Governo a nuove sanatorie, ma lancia anche la proposta di dare la cittadinanza italiana ai bambini stranieri che nascono nel nostro Paese.
“L’integrazione – riflette la Magnolfi - si costruisce anche così, creando strumenti normativi innovativi. La nostra città deve costituirsi come laboratorio avanzato per la sua capacità di governare un fenomeno complesso come quello dell’immigrazione: a questo proposito sono in contatto con il sottosegretario al ministero dell’Interno, Marcella Lucidi, per dare vita a un tavolo sull’immigrazione che veda seduti, da una parte, il Comune di Prato e, dall’altra, i rappresentanti del Governo.
E rispondendo a una sollecitazione di Luigi Madera, componente del Direttivo di Confartigianato, sullo stato di affollamento di immigrati cinesi in abitazioni e capannoni, la Magnolfi richiama a “un’assunzione minima di responsabilità da parte di coloro che cedono in affitto questi spazi altrimenti lasciati vuoti, per poi lamentarsi di una certa situazione di degrado urbanistico nella città”. A proposito di “degrado”, criticando una concentrazione eccessiva di attività commerciali in alcuni punti della città, che finisce con lo sciuparla sul piano ambientale e urbanistico, il sottosegretario punta l’indice contro la legge sulla liberalizzazione delle licenze del commercio che ha privato i Comuni degli strumenti necessari per una programmazione urbanistica corretta.
“Esiste – denuncia la Magnolfi - un problema di concessione di licenze: bisogna evitare un’aggregazione forzata di alcune tipologie affini di attività, altrimenti si rischia lo snaturamento dei luoghi della città”.
Ritardo infrastrutturale, un gap da colmare
Sono la nota dolente del territorio, concepito in un’ottica di area metropolitana, collegata a Firenze. “Ricordiamoci - sottolinea la Magnolfi - che la città ha pagato un costo altissimo alla crescita economica degli anni passati, in termini di sviluppo urbanistico e effetti ambientali.
Bisogna voltare pagina: c’è bisogno di una città nuova e anche i privati possono contribuire, investendo nelle infrastrutture della città per regalarle un’immagine migliore”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il presidente dell’Ordine degli architetti di Prato, Luigi Scrima: “Senza infrastrutture materiali non può esserci cambiamento: occorre liberare risorse per favorire e finanziare progetti d’investimento di questa portata”.