Arezzo, 13 giugno 2006- Dal 15 giugno sarà finalmente possibile riconoscere la vera passata italiana grazie all’entrata in vigore dell’obbligo di indicare in etichetta la provenienza del pomodoro utilizzato, secondo quanto previsto del decreto interministeriale pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 57 del 9 marzo 2006. E domani, mercoledì 14 giugno, la Coldiretti promuove in tutta Italia la “Giornata nazionale del pomodoro italiano” per far conoscere ai cittadini-consumatori le nuove norme sull’etichettatura di origine obbligatoria della passata, e alla manifestazione a Roma (in piazza Montecitorio, ore 10) parteciperà anche la Coldiretti aretina.
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A Roma sarà una giornata dedicata all’informazione e ai festeggiamenti per il prodotto simbolo del Made in italy nel mondo “aggredito” dalle “falsificazioni cinesi” e che viene salvato con un provvedimento sostenuto dalla raccolta di un milione di firme da parte della Coldiretti alla quale hanno aderito associazioni dei consumatori, ambientalisti, gastronomi, nutrizionisti, rappresentanti delle Istituzioni a tutti i livelli che, nelle decine di appuntamenti in tutta Italia, si metteranno al lavoro insieme agli imprenditori agricoli per preparare la vera passata di pomodoro che sarà abbinata.
A Roma con gli spaghetti, a Milano con il risotto, a Parma con gli aperitivi, a Bari con le orecchiette, a Torino con la bruschetta, a Napoli con la pizza. Intanto la Coldiretti Arezzo ha informato le diverse associazioni dei consumatori della provincia di Arezzo, sulle norme che entreranno in vigore nei prossimi giorni. "I consumatori - precisa Marcelli - potranno riconoscere da subito la passata prodotta esclusivamente da pomodoro italiano, grazie alle nuove etichette e ai bollini adottati da diverse aziende (“100% italiano”, “solo pomodoro italiano”, o “tutto pomodoro italiano”).
Il nuovo provvedimento stabilisce infatti che sulle etichette venga obbligatoriamente indicata “la zona di coltivazione del pomodoro fresco utilizzato” e completa - riferisce - la precedente normativa che prevede che la vera passata Made in Italy debba essere ottenuta solo direttamente da pomodoro fresco con l'eventuale aggiunta di spezie, erbe, piante aromatiche e sale, ma con una presenza di bucce e semi non superiore al 4% del prodotto finito". Si tratta di una garanzia di trasparenza per il mercato che consente di effettuare scelte di acquisto consapevoli ed evitare che venga spacciato come Made in Italy pomodoro coltivato all’estero.
Un rischio che proviene soprattutto dalla Cina che ha esportato in Italia ben cento milioni di chili di concentrato nel 2005 destinato a essere “mischiato” con quello italiano e che, secondo l’accusa lanciata dal gruppo Human Rights utilizza per la coltivazione anche detenuti costretti ai lavori forzati dal sistema carcerario paramilitare del Xinjiang. <
L'Italia è il secondo produttore mondiale dopo gli USA (9 milioni di tonnellate) con un raccolto di pomodoro per l'industria di trasformazione che - continua la Coldiretti - dovrebbe attestarsi attorno ai 5 milioni di tonnellate. Il settore del pomodoro da industria in Italia riguarda mediamente 75.000 ettari di superficie coltivata da 8.500 aziende agricole, per una produzione superiore a 5 milioni di tonnellate trasformate da oltre 180 industrie. Nel 2005 le esportazioni nazionali di derivati del pomodoro sono state pari a 1,43 miliardi di euro pressoché stabili rispetto all’anno precedente e dirette per 888 milioni verso i 25 paesi dell’Unione e per oltre 546 milioni di quelli extracomunitari.