Ruota intorno al fenomeno Wagner e al suo vastissimo universo poetico l’accattivante mini-festival che il noto pianista canadese Louis Lortie propone, affiancato da un team di amici musicisti distribuiti in varie combinazioni strumentali, in esclusiva per gli Amici della Musica di Firenze a Febbraio. I primi due appuntamenti sono per Sabato 11 (ore 16), Domenica 12 (ore 21), sempre al Teatro della Pergola. Un inconsueto viaggio fra originali, trascrizioni d’autore e non, rari adattamenti cameristici, che si focalizzano su Wagner ma anche tutti quegli autori che con il suo stile e le sue idee dovettero confrontarsi: a cominciare dal suocero Franz Liszt, ma anche il dimenticato Hugo Wolf, che di Wagner fu apostolo convinto, Richard Strauss ed Arnold Schönberg, che alla sensualità ed alle inquietudini linguistiche di Wagner dovette pur rifarsi per intraprendere l’innovativo percorso della dodecafonia.
E saranno tre concerti nello spirito più autentico del far musica assieme: tutti gli artisti coinvolti nell’occasione sono difatti soliti partecipare al Festival di Moritzburg, nei pressi di Dresda, dando vita ogni estate ad un vero e proprio cantiere internazionale della musica da camera che si svolge sullo sfondo di scenari fiabeschi.
Il primo appuntamento (Sabato 11) della rassegna dedicata a Wagner e dintorni si apre con una sbalorditiva versione pianistica, firmata da Liszt, dell’Ouverture da “Tannhäuser”, include la misteriosa sensualità di “Träume” (dai Wesendonck Lieder) e si conclude sulle note della rara Sonata op.
6 per violoncello e pianoforte di Strauss. Celebre per presentare cicli monografici ed autentico maratoneta della musica (pare abbia attraversato di gran carriera Central Park per eseguire un recital al Metropolitan Museum, subito dopo aver tenuto un concerto con la New York Philharmonic in cui aveva sostituito all’ultimo momento Martha Argerich), Lortie è affiancato nell’occasione dal violoncellista Jan Vogler, direttore artistico del Moritzburg Festival, considerato uno dei rappresentanti più illustri della scuola tedesca che si rifà ad Emanuel Feuermann, ovunque ammirato per il fuoco espressivo e le capacità virtuosistiche: sarà il suo violoncello la voce nelle pagine per canto di Wolf e Wagner presentate sotto forma di accattivanti trascrizioni.
Nel secondo appuntamento (Domenica 12), con Lortie si presenta invece un vero e proprio quartetto d’archi: lo formano la violinista cinese Mira Wang, con il suo strumento appartenuto alle leggendario Joseph Joachim, la violinista tedesca Carolin Widmann, vincitrice del Premio Internazionale “Georg Kulenkampff” di Colonia, il violista anch’egli tedesco Ulrich Eichenauer, già giovane prima parte della Filarmonica di Dresda nonché componente del Quartetto Mendelssohn di New York, ed ancora, al violoncello, Jan Vogler.
A comporre il variegatissimo programma sono la nota “Italienische Serenade” di Wolf, rarissime trascrizioni d’autore per gruppi da camera di pagine di Liszt celebri ai più solo nella loro veste pianistica, ma anche singolari versioni strumentali: come il Preludio al I Atto del “Lohengrin” ripensato per pianoforte e archi dallo stesso Lortie, e “Notte trasfigurata” di Schönberg, in una versione per violino, violoncello e pianoforte creata da Eduard Steuermann, primo esecutore di gran parte dei lavori con pianoforte di Schönberg.
E Lunedì 13 Febbraio, al Teatro della Pergola (ore 21) tornano ad esibirsi per gli Amici della Musica Firenze gli Swingle Singers, mitico gruppo di otto voci a cappella da più di quarant’anni celebrato in tutto il mondo.
Voci che imitano strumenti, che cantano come se suonassero: in questo consiste la caratteristica principale degli Swingle Singers, che affrontano non solo consuete pagine vocali, ma che tramite proprio il loro flessibilissimo canto corale riescono a riportare celebri pagine strumentali alla loro varietà di colori. Un’arte riservata ad un repertorio che definire vasto è poco, perché spazia da Bach al jazz, dai madrigalisti francesi a Duke Ellington, da Mozart a Gershwin; senza poi contare che gli Swingle Singers sono dedicatari di pagine di Luciano Berio e Azio Corghi.
A Firenze gli Swingle Singers ritornano con un programma significativamente intitolato “A cappella Amadeus”: un personale omaggio a Mozart nel duecentocinquantesimo anniversario della nascita, reso attraverso la rivisitazione delle sue più celebri ed amate pagine, dal Concerto per pianoforte n. 21 KV 467 al Flauto Magico, dalla Piccola Serenata Notturna all’Ave Verum Corpus, tutte riproposte in un’originale quanto accattivante ottica fra il blues ed il jazz.
Il gruppo degli Swingle Singers nasce per volontà di Ward Swingle agl’inizi degli anni Sessanta, a Parigi, e viene poi ricomposto in occasione del trasferimento del suo fondatore a Londra: l’idea è quella di un doppio quartetto di voci maschili e femminili, educato secondo i canoni della gloriosa tradizione vocale inglese.
Da lì Swingle parte per una ricerca stilistica che approderà a definire la particolare ed inconfondibile fisionomia vocale del gruppo, fin dai primi concerti salutata dall’entusiastica approvazione di pubblico e critica. Oggi Ward Swingle si è trasferito nella nativa America per dedicarsi all’attività didattica, ma gli Swingle Singers continuano ad avvalersi della sua consulenza artistica, e proseguono in quel cammino sempre con maggior successo: la loro arte si esprime nell’ambito della musica classica, del jazz, del pop, della musica contemporanea; i loro concerti sono veri e propri eventi; le loro registrazioni, numerose e celeberrime, premiate anche da due Grammy Awards.