46° Festival dei Popoli: la rassegna internazionale di cinema documentario che partirà il prossimo 2 dicembre

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 novembre 2005 14:04
46° Festival dei Popoli: la rassegna internazionale di cinema documentario che partirà il prossimo 2 dicembre

Dalle banlieues parigine sull’orlo dell’esplosione alla “rivoluzione del cemento” con cui un’economia di mercato in vorticosa espansione sta cambiando per sempre il volto di Pechino; dai Patti civili di solidarietà (Pacs) al dibattito sulla procreazione medicalmente assistita. Ancora una volta il Festival dei Popoli racconta la più stringente attualità, riproponendosi non soltanto come contenitore di idee ma soprattutto come luogo di confronto fra visioni e culture. Naturalmente non saranno soltanto le sezioni speciali Scenari (post)urbani e La famiglia del terzo millennio ad animare la quarantaseiesima edizione di una delle maggiori rassegne internazionali di cinema documentario.

Protagonista quest’anno in ben sette spazi fiorentini - Alfieri Atelier, Auditorium Stensen, Istituto Francese, Alter Ciak, Cantieri Goldonetta, Facoltà di Architettura di Santa Verdiana, Facoltà di Lettere di Santa Reparata – il Festival dei Popoli riproporrà, dal 2 all’8 dicembre, anche i due concorsi – internazionale e italiano – e le consuete sezioni tematiche: il Presente documentato, Filmare la musica, lo Schermo dell’arte, ed un’inedita retrospettiva sull’opera di Jørgen Leth, regista danese che sarà presente anche al Festival in qualità di giurato per il Concorso internazionale. Concorso internazionale che sarà composta da 13 titoli che il Festival dei Popoli presenterà in anteprima italiana, scelti fra gli oltre 900 documentari giunti per le preselezioni da 65 paesi diversi.

Numeri che ben sottolineano la considerazione di cui la rassegna fiorentina gode fra gli autori e le case di produzione di tutto il mondo. Tredici anche le pellicole che parteciperanno al Concorso italiano (scelte su oltre 200), una panoramica significativa di un panorama vivace ma ancora in attesa di maggior attenzione e soprattutto di investimenti. Evento nell’evento sarà poi “Le peintre, le poète et l’historien”, di Jean Luis Comolli. “Un’anteprima mondiale che l’Institut National de l’Audiovisuel ha voluto riservare a Firenze – spiega Mario Simondi, direttore del Festival – Comolli presenta un’innovativa ricerca storica portata avanti da Carlo Ginzburg sull’arte medievale, il rapporto fra Giotto e Dante Alighieri nella Cappella degli Scrovegni a Padova”. Il 2005 propone così un’edizione particolarmente ricca del Festival dei Popoli, ma, a dispetto dell’ottimo risultato finale, quello appena trascorso è stato un anno davvero difficile.

“Questa edizione della nostra rassegna – spiega il presidente del FdP, Giorgio Bonsanti – ha dovuto misurarsi con difficoltà ancora superiori rispetto a quelle abituali. Alcuni finanziamenti per noi assolutamente determinanti, quelli della Comunità Europea, sono venuti a mancare improvvisamente e ingiustificatamente. Pare di capire – prosegue Bonsanti – che fosse imputato al Festival un’insufficiente ricaduta sul mercato dei film documentari presentati. A parte il fatto che difficilmente tale situazione può essere imputata a noi, subordinare la concessione di un contributo europeo alle risposte del mercato è un’ulteriore conferma di una concezione distorta della cultura”. Le sezioni Il Concorso Internazionale presenta, in anteprima nazionale, i migliori esempi di cinema documentario contemporaneo per stile, linguaggio e contenuto.

Hanno partecipato alla pre-selezione oltre 900 documentari, pervenuti da 65 nazioni diverse. Ad aprire la serata della prima giornata del Festival (venerdì 2 dicembre) sarà ‘Un dragon dans les eaux pures du Caucase’, il documentario vincitore del premio ‘European Film Academy Documentario 2005 – Prix Arte’ della francese Nino Kirtadzè che analizza la costruzione del gigantesco oleodotto da parte della multinazionale British Petroleum in Georgia, con particolari attenzioni verso le travagliate conseguenze che l’operazione ha provocato tra gli abitanti del piccolo villaggio Sakirè. Il Concorso Italiano, a testimonianza della vitalità di questo tipo di cinema nel nostro paese, presenterà diciannove documentari selezionati da oltre duecento pervenuti.

Tra le proiezioni della giornata inaugurale ci sarà la prima visione italiana ‘Il sibilo lungo della taranta’ di Paolo Pisanelli, uno sguardo sulla viva realtà delle tradizioni popolari e musicali pugliesi dal Salento al Gargano, tra cantastorie, musicisti e balli folcloristici. Tra le novità di questa edizione ci sarà la sezione La Famiglia del III millennio. Sull’onda delle molteplici discussioni intorno al tema della famiglia, i documentari selezionati apportano una testimonianza di culture e stili di vita della famiglia d’inizio millennio dai vari angoli del mondo, mettendo in luce il difficile rapporto tra cambiamento e tradizione e ponendo attenzione alla complessa relazione tra nucleo familiare, legge, istituzioni, società civile, religione ed etica.

Al tema della famiglia, dei suoi valori e della sua valenza nel mondo sarà dedicata la tavola rotonda del 7 dicembre alla quale parteciperanno Khaled Fouad Allam e Paul Ginsborg. Tra i documentari in programma compare ‘Bride Kidnapping in Kyrgyzstan’ di Peter Lom, un lucido sguardo sul fenomeno dei rapimenti di ragazze costrette a diventare mogli in Kyrgyzstan. ‘The education of Shelby Knox’ racconta il giuramento di una giovane quindicenne di rimanere vergine fino al matrimonio e la sua adesione al movimento ‘True Love Waits’ (‘Il vero amore aspetta) finanziato da Bush: un viaggio attraverso i valori cattolico-familiari della contemporanea società statunitense. La sezione Il Presente documentato fotografa la situazione internazionale nei suoi aspetti più scottanti e poco conosciuti attraverso inchieste e reportages da ogni angolo del mondo.

‘The concrete revolution’ analizzerà la rivoluzione urbanistica di Pechino all’insegna della sfrenata modernizzazione targata cemento e grattacieli senza pietà nei confronti del patrimonio artistico, storico e culturale cittadino. Con ‘De Nadie’ si osserveranno le avventure e i drammi di Maria, una donna che dall’Honduras migra verso gli Stati Uniti attraversando i rischi del Messico. Con altri documentari, ci immergeremo nella drammatica infanzia dei bambini soldato in Uganda e nella cruda realtà dell’emigrazione dell’America Latina fino ad arrivare alle minacce che le popolazioni indigene del Cile subiscono dalle multinazionali. La rassegna Spazio Architettura Immagine, in collaborazione con il Dipartimento di Urbanistica e Pianificazione del Territorio dell’Università di Firenze, è una sezione dalla duplice connotazione: accanto ai film dedicati ad alcuni celebri architetti come Le Corbusier e Aldo Rossi, saranno proiettati, per la rassegna Scenari (post)urbani, una serie di documentari che raccontano le condizioni di vita ai margini delle metropoli.

Di particolare attualità sarà la proiezione di ‘Les mauvais garçons’, uno spaccato delle banlieues parigine prima dello scoppio della recente rivolta. Documentari anche sulla periferia di altre metropoli: dal degrado di Buenos Aires alla ‘cementificazione’ di Pechino fino alle costruzioni in fango di Djennè nel Mali. ‘Filmare la Musica’ è la sezione sul pianeta della musica intesa come veicolo di abbattimento delle frontiere e delle barriere culturali. Tra le numerose pellicole, ‘Punk attitude’ è il documentario di Don Letts che ripercorre le origini e la storia del movimento punk combinando recenti interviste con rare e famose performances d’archivio.

Un ritratto della musica turca ci sarà offerto da Fatih Akin che, col film ‘Crossing the Bridge’, ci condurrà in un viaggio appassionante fra le strade di Istanbul alla scoperta dell’elettronica e del rock, dell’hip hop e del classico “arabesco”. La sezione ‘Lo Schermo dell’Arte’, realizzata in collaborazione con Cantieri Goldonetta, offre un ampio programma dedicato ai film di documentazione sull’arte contemporanea che riunisce undici film di recente produzione che raccontano, attraverso le testimonianze dei protagonisti e la presentazione di allestimenti e progetti l’opera di alcuni dei maggiori protagonisti dell’arte del nostro tempo: Barney, Daniel Buren, Christo & Jeanne-Claude, William Kentridge, Jannis Kounellis, Giulio Paolini, Richard Serra. Tra le novità di quest’anno c’è la retrospettiva su Jørgen Leth, il regista danese presente nella giuria del Concorso Internazionale del quale saranno presentati sette film rari ed importanti, ironici e profondi che rivelano la sua complessa personalità che ha ispirato buona parte del cinema danese odierno, a cominciare da quello di Lars Von Trier.

Tra i titoli figurano ‘The perfect human’ e ‘Haiti. Untitled’.

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