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Il concerto dell'8 ottobre del Festival Internazionale di Musica dei Popoli

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 ottobre 2005 19:02

Nata nel 1991, la formazione Les Tambours de Brazza, non è più potuta tornare nel suo paese a causa della guerra. Adesso i suoi componenti sono di fatto residenti in Francia; qui, Emile Biayenda ha affinato la ricerca sulla musica tradizionale delle diverse etnie congolesi e sui ritmi dei pigmei, mixando tutto al rap, al jazz e a nuove sonorità “occidentali”. Il risultato è uno spettacolo dall’impatto dirompente: tamburi tradizionali ngouri e mwana ngoma, batteria, chitarre e basso elettrico creano un’energia esplosiva nel quale anche la danza ricopre un ruolo importante.

Due ore di emozioni assicurate dai 12 musicisti/danzatori, che danno vita ad un set travolgente, una sorta di trance musicale che ricorda il “Drumming” di Steve Reich.

Les Tambours de Brazza sono una formazione musicale ‘contemporanea’ che associa la batteria jazz alle percussioni tradizionali, al basso elettrico, incluso addirittura il rap di un giovane cantante; da tempo ormai infiammano le scene musicali di Africa, Europa e Giappone. Proprio questo mix di tradizione e modernità, di ritmi africani e basi occidentali, è la chiave del loro successo, dovuto soprattutto all’energia che riescono a sprigionare in ogni loro esibizione, con il pubblico coinvolto in un vortice colorato di musica, danza e canti per due ore di alta tensione.

Tutto ruota intorno alla batteria di Emile Biayenda, leader e fondatore del gruppo nel 1991, la cui formazione artistica lo ha portato, tra le altre cose, a passare sei mesi tra i Pigmei di una regione paludosa nel nord del Congo dove è stato iniziato alla tradizione della sanza e del tamburo, ed ha potuto fare innumerevoli registrazioni sul campo; nel 1990 ha trasferito questa sua esperienza presso i Beembé ed i Loango, due delle circa 70 etnie presenti nel Paese, per poi costituire Les Tambours de Brazza.


Con un taglio decisamente moderno, Biayenda e i suoi percussionisti si sono riappropriati di riti e ritmi antichi arrangiandoli in uno stile musicale nuovo, con un’estetica ed un linguaggio del tutto personali. La batteria rappresenta la trama ritmica sulla quale si inseriscono gli altri componenti del gruppo: 4 solisti suonano i ngouri, i tamburi più importanti, mentre altri 7 musicisti li accompagnano con i mwana ngoma (tamburi medi e acuti), oltre a campane, sanza, congas, kirin e basso elettrico.

Due cantanti-ballerini, poi, replicano e rilanciano il gioco musicale in una formula di spettacolo totalizzante; un’esibizione unica, forte e potente, che rimanda ai tempi in cui il tamburo rappresentava l’accompagnamento musicale di tutto un continente. Fino al 1997 il gruppo ha vissuto a Brazzaville, capitale del Congo, ma a causa della guerra si è trasferito prima in Benin e poi in Francia, dove risiede tuttora. Oggi Les Tambours de Brazza sono composti da una dozzina di congolesi, ai quali si sono aggiunti elementi provenienti dalla Costa d’Avorio e dal Benin, oltre ad alcuni musicisti e ballerini selezionati in Francia.

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