Torna nella sua città natale la figura di Maria dè Medici, nobildonna fiorentina vissuta tra il sedicesimo e il diciassettesimo secolo che unì il suo destino personale alla storia di Francia. A lei è dedicata sino al 4 settembre una mostra ospitata dal Museo degli Argenti di Palazzo Pitti. Ma chi era Maria de’Medici? Ben più di lei si conosce la sua illustre ava Caterina, che sul trono di Francia fu protagonista di eventi clamorosi e drammatici destinati a restare nella memoria collettiva, come la strage di San Bartolomeo.
Di questa seconda regina di Francia uscita dalla famiglia dei signori di Firenze, nata nel 1573 e morta nel 1642, era necessario invece aggiornare il profilo, aggiungendo sfumature e particolari a un’immagine consolidata da secoli in senso negativo. Figlia di quel Francesco I umbratile e raffinato che ha legato il suo nome allo Studiolo di Palazzo Vecchio e alla sofisticata cultura del tardo manierismo, Maria venne allevata in una corte che era all’avanguardia in Europa per la pratica del collezionismo, per la qualità e sfarzosità della produzione artistica e artigianale, per le invenzioni musicali e teatrali e, non ultima, per una politica che fece di tutto questo un mezzo efficacissimo di promozione.
Si deve ad un convegno internazionale promosso a Parigi nel 2000 presso il Collège de France sotto la direzione di Marc Fumaroli (i cui atti sono pubblicati sotto il titolo significativo “Le siècle de Maria de Medicis”) una attenta definizione e rivalutazione, con grande ricchezza di argomentazioni, del profilo di questa regina in campo artistico e culturale. A seguito del convegno alcuni studiosi francesi e italiani hanno promosso un’esposizione a Lei dedicata, che fino dall’inizio aveva previsto una doppia edizione, a Blois (sede del primo esilio di Maria) e a Firenze.
La prima, tenutasi con grande successo nel 2003 ha focalizzato in particolare l’attenzione sulle arti in Francia all’epoca della Medici con una sezione dedicata anche al coté italiano della sovrana. La mostra di Firenze, curata da Caterina Caneva e da Francesco Solinas con Paola Bassani Pacht, Thierry Crépin-Leblond e Nicolas Sainte Fare Garnot, ha ulteriormente allargato la collaborazione tra studiosi francesi e italiani, ampliando la sezione dedicata alle arti e alla cultura fiorentine per offrire una sorta di microcosmo tardo-cinquecentesco nel quale si compendia il meglio ed il tipico delle diverse produzioni artistiche, italiane e francesi.