Praticamente tutte le società di serie B (tra quelle previste prima dell'allargamento manca solo il Como di Preziosi, proprietario anche del Genoa) hanno comunicato che "non intendono presentare le proprie squadre a qualsiasi prossimo impegno sportivo". L'annuncio in un documento comune diffuso dal Piacenza, da giorni la società piu' attiva nella protesta. Una riunione informale delle societa' di A e B è stata convocata d'urgenza per domani a mezzogiorno nella sede della Lega Calcio: vi prenderanno parte il presidente di Lega, Adriano Galliani, e il vicepresidente vicario Antonio Matarrese.
Il documento riporta i nomi delle 19 societa' e le firme dei rispettivi presidenti e, con la data del 20 agosto, recita: "Con la presente le sotto elencate societa' di serie B, firmatarie in calce, nel rappresentare sdegno e stupore sul contenuto del recente decreto che, di fatto, relega alla sola serie B tutti i problemi fin qui emersi nel Pianeta Calcio comunicano di respingere, come del resto già più volte deliberato nel corso di precedenti assemblee di Lega, l'allargamento a più di venti squadre del campionato di serie B.
Comunicano inoltre che non intendono presentare le proprie squadre a qualsiasi prossimo impegno sportivo".
La societa' Livorno calcio ha reso noto, in un comunicato, di "aver bloccato la vendita dei
tagliandi dell'incontro di Coppa Italia di domenica prossima Livorno-Genoa". La societa' aderisce infatti alla protesta con le altre societa' di serie B che prevede di non
presentare le proprie squadre a qualsiasi impegno sportivo a seguito delle decisioni prese dall'ultimo Consiglio federale.
Tutto questo, in attesa di ulteriori possibili sviluppi che
potranno emergere dalla riunione in programma domani tra i presidenti delle societa' della serie cadetta.
Pisa è indignata per la decisone del Consiglio Federale della Federcalcio che ha ripescato in serie B la Fiorentina invece dei neroazzurri di Simonelli. Insomma la città toscana ha vissuto ieri quello che accade nell’estate del 1986 quando il Pisa si ritrovò a luglio in serie A e a metà agosto in serie B perché sempre i potenti del calcio decisero, all’ultimo momento, di non retrocedere per gravi scorrettezze sportive l’Udinese in B e la Lazio in C.
Le due società furono penalizzate di ben nove punti ma non retrocesse perché a Roma stava per succedere il finimondo se fosse stata confermata la Lazio in C. Dunque per gravi motivi di ordine pubblico a pagare fu il Pisa che fu scippato della “promozione a tavolino”(nella stagione sportiva 1985-’86 la società allora di Anconetani si era classificata al terzultimo posto della A) con il paradosso che lo straniero acquistato per la massima serie, l’austriaco Schachner, dovette far le valigie e tornare dalla società che proveniva perché in B a quei tempi non si poteva avere un nuovo straniero ma solo quello che già era in rosa nella passata stagione.Insomma una beffa come quella di adesso che Pisa non vuole assolutamente accettare considerando che nel 1994 il fallimento è toccato anche ai colori nerazzurri ma la rinascita non è avvenuta dalla C2 bensì dall’Eccellenza.
Insomma due pesi e due misure con lo "scippo" finale di ieri. Firenze si ritrova con un colpo di magia in B, Pisa continua a rimanere in C1, categoria che conosce dal 1999 con alle spalle due play-off perduti. Eppure tutto questo non è bastato per ottenere una “promozione di diritto”acquisita, con gli anni, sul campo. Pisa si vede “sorpassare” dalla Fiorentina che nell’arco di un sola stagione sportiva ha ottenuto il doppio salto essendo passata dalla serie C2 alla serie B senza un solo giorno di C1.
E il pianto di Pisa, possibile richiesta di giustizia sportiva al Tar del Lazio, sembra un tentativo destinato a fallire. I campionati debbono iniziare per la fine di agosto, la barca viola è già partita per altri lidi, quella pisana imbarca acqua, anzi è sommersa, grazie anche alla tempesta provocata dai potenti del calcio, che hanno ricordato e dimostrato la loro forza a chi non può e non ha difese. Proprio come avvenne nell’estate calda del 1986!