Molti spettatori li ricorderanno per le frequenti partecipazioni a “Quelli che il calcio”, ma per il rigore della loro ricerca e la straordinaria perfezione vocale, i Tenores di Bitti non solo sono circondati in Sardegna da una reputazione quasi leggendaria, ma conosciuti in tutto il mondo come i maestri assoluti della tradizione millenaria del canto a tenores, insigniti di decine di premi, studiati ed ammirati dai più importanti etnomusicologi, hanno con musicisti del calibro di Lester Bowie ed Ornette Coleman e stabilito una stretta collaborazione con Peter Gabriel.
Il canto a tenores, tipico dell’area barbaricina del centro della Sardegna, è una delle forme polivocali tradizionali più nobili ed affascinanti del Mediterraneo.
Di origine antichissima e misteriosa, al pari delle radici stesse del popolo sardo e delle sue ricchissime forme musicali, ancor oggi sopravvive nella forma e nel repertorio canonici. Impiegando il loro timbro gutturale ed usando degli inconfondibili salti d’intonazione, i Tenores interpretano mutos, ottave, battorinas, terzine, canzoni a ballo e rime improvvisate, seguendo uno schema in cui la voce conduttrice svolge il motivo musicale mentre le altre tre voci intervengono subito dopo con un modulo musicale caratterizzato da una forte scansione ritmica su sillabe prive di senso logico.
Profondamente diverso da ogni altro stile polivocale italiano, il canto a tenores, soprattutto nella impostazione delle voci basse, ha caratteri sorprendentemente analoghi alla musica indigena dell’Oceania e dell’ Africa.
Lo stile a tenores è anche caratterizzato da sedimentazioni e imitazioni naturalistiche: l’affinità con i comandi che i pastori usano per gli armenti, l’imitazione dei versi propri del mondo animale.