Il quesito lo hanno posto al Sindaco, in un’interpellanza, i consiglieri di Forza Italia Massimo Pieri e Graziano Grazzini vista «la gravità del deficit finanziario in cui versa l’agenzia per l’alta tecnologia». «La sostanziosa ricapitalizzazione - scrivono i due consiglieri - è avvenuta in concomitanza con la sostituzione del vertice dell’azienda il quale avrebbe potuto avviare una nuova politica gestionale per rendere il Cesvit competitivo nel fornire servizi a favore delle piccole e medie imprese».
Secondo Pieri e Grazzini «è impossibile che il nuovo disavanzo di oltre 3 miliardi di lire sia maturato nel corso degli ultimi 5 mesi, essendo stato peraltro ridotto il personale dipendente dell’azienda di quasi la metà». «L’eventuale trasformazione di Cesvit in uno o più soggetti - si sottolineano nell'interpellanza - prevederebbe la liquidazione della società e la copertura del passivo da parte di tutti i soci compreso il Comune». In primo luogo i due consiglieri di opposizione chiedono di sapere «quali sono le intenzioni della Camera di Commercio di Firenze e della Fondazione Cassa di risparmio, attuali maggiori azionisti della società Cesvit con il 66% delle azioni, a fronte delle gravi perdite» e «quale posizione intende assumere l’amministrazione comunale a fronte della necessità di definire politicamente il futuro di una società nata dalla condivisione di intenti di numerosi enti pubblici».
Pieri e Grazzini vogliono anche conoscere «se il Sindaco intenda far chiarezza sulle responsabilità tecnico-politiche della gestione fallimentare di una società su cui si è ritenuto di investire capitali e prestigio con ricadute sul tessuto economico imprenditoriale» e «come gli azioni del Cesvit intendano garantire il posto di lavoro ai dipendenti, che sono assolutamente estranei alle vicende politiche dell’azienda, nell’eventualità che ne venga decisa la chiusura».