Questo il testo di una dichiarazione del Vicepresidente del Consiglio comunale Graziano Grazzini e del Presidente della commissione affari istituzionali Massimo Pieri:
«D’accordo con il Sindaco Domenici il Cesvit va rilanciato: “c’è bisogno di uno strumento di questo tipo. In Europa - ha detto ieri il Sindaco di Firenze abbiamo trovato strutture simili.”
Chi vuole, allora, liquidare il Cesvit S.p.a.?
Probabilmente qualcuno vuol cancellare le tracce dei propri errori.
Secondo l’IRPET l’innovazione tecnologica, la piccola e media impresa da sola non lo può fare.
I piccoli imprenditori non investono, da soli, in questo settore. Il Cesvit, voluto dal Comune di Firenze, dalla Provincia di Firenze, Regione, dall’Università, dalla Cassa di Risparmio di Firenze, dalla Camera di commercio e dall’Associazione Industriali era un’idea sbagliata? No. Assolutamente. Allora bisogna che venga fuori chi ha la responsabilità del deficit accumulato dal Cesvit. Pochi mesi fa ci fu una ricapitalizzazione di 2 miliardi e quattrocento milioni. Quando si fa un’operazione di questo genere la si fonda sull’esattezza dei conti di bilancio.
Com’è possibile, allora, che cinque mesi, spuntino fuori oltre 3 miliardi di passivo? In poco tempo il personale dipendente del Cesvit è stato ridotto quasi del 60%. Sono rimaste persone brave e competenti. Allora perché chiudere il Cesvit? Forse per “privatizzare” i finanziamenti europei per l’innovazione tecnologica a vantaggio di qualche lobby privata? O per nascondere, invece, le colpe dei dirigenti tecnici e degli amministratori del Cesvit graditi a qualche partito? La verità deve venire fuori e subito.
Solo così il Cenvit S.p.a. potrà ritrovare il proprio ruolo di Agenzia per l’Innovazione Tecnologica a Firenze e in Toscana. In questo senso un grande ruolo spetta alla Fondazione Cassa di risparmio e alla Camera di commercio di Firenze, che hanno il 66% delle azioni del Cesvit S.p.a.»