Firenze, 12 febbraio - "Sta diventando un problema quello della stabilità degli edifici che sorgono lungo il percorso della trivella che sta scavando il tracciato sotterraneo della Tav, che collegherà Campo di Marte alla stazione Belfiore. Negli ultimi due giorni diversi residenti della zona di via Botticelli, via Masaccio e viale don Minzoni hanno denunciato la presenza di crepe nei muri, portoni bloccati o con difficoltà a chiudersi, rigonfiamenti del terreno. Dobbiamo capire cosa sta succedendo, pertanto siamo a chiedere l'audizione in Quarta Commissione del Consiglio regionale dei tecnici del Comune di Firenze e di RFI". Lo chiede il capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella.
"Sono 301 gli edifici che, stando alle perizie e alle stime elaborate da Rfi, rischiano di subire gli effetti del passaggio della trivella - ricorda Stella -. La gran parte è concentrata attorno a piazza della Libertà: dal lato nord i palazzi posti sulla verticale del futuro tunnel di via Masaccio e viale don Minzoni, dal lato sud gli uffici e gli immobili che si affacciano su entrambi i lati di viale Lavagnini, poi la Fortezza e altre case, edifici a sud e a nord della direttrice. La Tav è un'opera di cui Firenze ha bisogno, ma andava fatta in modo diverso, e senza questi rischi".
"C'è un documento, sottoscritto a suo tempo tra le parti coinvolte nel progetto - ricorda Stella - che fissa cinque classi di danneggiamento: la prima prevede piccole fessure di un millimetro cui si rimedia con una tinteggiatura; la seconda, crepe di cinque millimetri; la terza, lesioni visibili all'esterno, rotture dei tubi, porte e finestre che non si chiudono, crepe di 1,5 cm; la quarta, oltre a crepe di 2,5 cm, ipotizza pavimenti inclinati, pareti spanciate, tubazioni distrutte, travi che perdono l'appoggio a causa di fenomeni di subsidenza; la quinta, parziale o totale demolizione dell'edificio. Vogliamo capire come evitare di arrivare a danni irreparabili o crolli improvvisi, e quando si attiveranno i protocolli di emergenza".
"È inaccettabile che in questi anni il Comune abbia avuto così poche informazioni e ora ci si ritrovi in una situazione di paura tra la cittadinanza. Dal 2019 a oggi abbiamo presentato una ventina di interrogazioni, che comprendevano gli aspetti legati ai rischi degli edifici collegati agli scavi -dichiarano Dmitrij Palagi e Antonella Bundu di Sinistra Progetto Comune- L'Assessore Giorgetti ci ha sempre spiegato di non avere competenze, spesso leggendo le note del Direttore Generale Parenti, che presiede un Osservatorio Ambientale la cui riattivazione avevamo sollecitato più volte.
Sui nuovi testimoniali di Stato, l'aggiornamento dei criteri legati al rischio idrogeologico e le quantità di terre scavate (oltre che sulla loro destinazione) abbiamo dovuto ripetere question time su question time. Adesso si arriva a un problema concreto per la vita delle persone che si doveva assolutamente evitare. Ovviamente porteremo la questione in aula settimana prossima se sarà necessario, ma ci aspettiamo che la Giunta e il Sindaco intervengano prima. Non solo: quest'opera deve essere fermata. Il Comune non ci sembra avere il controllo che invece è politicamente dovuto, a prescindere dalle competenze tecniche in senso stretto. Si parla della tutela dell'incolumità del territorio e di chi ci vive."
Intanto dopo la lettera con cui Rfi ha dato riscontro ai 40 quesiti riproposti a gennaio da Idra dopo un anno di interlocuzione formale con Rete Ferroviaria Italiana, l’associazione ecologista fiorentina ritira la disponibilità a proseguire nell’azione di monitoraggio costruttivo della ‘grande opera’ in tandem con le Ferrovie. Per esempio, alla richiesta di fornire un quadro dettagliato delle singole voci di cui si compongono i costi immensi dell’opera, lievitati non poco rispetto alle cifre rese note negli anni passati, Rfi replica semplicemente negandolo: “Vista la complessità degli interventi afferenti al progetto del Nodo AV di Firenze”, scrive, “si ritiene di poter fornire il costo a vita intera dello stesso (progettazione, realizzazione, monitoraggio ambientale, espropri), comprese anche le opere complementari e quelle previste dagli accordi con gli enti locali, che è pari a 2,7 miliardi di euro circa”.
E’ da marzo dello scorso anno che si evoca poi, in occasione dei colloqui Idra-Ferrovie, l’avvenuta costituzione di un “tavolo tecnico con Regione e Comune” per le sistemazioni della nuova Stazione e delle aree attigue. Ma tuttora, a domanda sui risultati anche parziali e/o interlocutori delle attività del ‘tavolo’, Rfi risponde testualmente: “In virtù del fatto che le interlocuzioni sul tema in oggetto sono tuttora in corso, le informazioni a nostra disposizione sono da considerarsi parziali e, pertanto, non si ritiene di condividerle in questa fase”.