Promuovere iniziative a sostegno di nascita, sviluppo e consolidamento delle start up innovative poiché favoriscono occupazione giovanile ed investimenti per l’evoluzione dell’economia regionale. Questo l’obiettivo della legge approvata dal Consiglio regionale con ventiquattro voti favorevoli e otto astenuti, che è stata illustrata in Aula dal primo firmatario Antonio Mazzeo (Pd). “C’è un dato. Abbiamo università capaci della migliore ricerca in Europa, ma questo non si traduce nella creazione di imprese e start up – ha rilevato - Siamo molto indietro rispetto ad altre realtà del nostro paese per numero di aziende che nascono ogni anno e che riescono a passare la fase iniziale dello sviluppo. Per questo è stata presentata una norma organica, non solo per far nascere start up sul nostro territorio, ma anche per attrarre investitori da fuori Toscana”.
L’atto si articola in 4 grandi capitoli: sostegno diretto, sconti fiscali, costruzione di distretti tecnologici e semplificazione per i bandi regionali. Si individuano gli strumenti di intervento a sostegno di queste imprese, ovvero i contributi in conto capitale per la nascita e lo sviluppo, un accesso al credito agevolato e la possibilità di partecipazione nel capitale di rischio, oltre che la riduzione delle aliquote dell’imposta regionale sulle attività produttive (IRAP) e sulle spese per acquisto di macchinari innovativi.
Nello specifico si prevede un sostegno alle start up con un finanziamento fino a 50mila euro a fondo perduto e fino ad un massimo dell’80 per cento dei costi ammissibili per un massimo di un milione e 500 mila euro per il biennio 2020-2021. Si stabilisce un sostegno finanziario (alla luce delle difficoltà di accesso al credito) attraverso la creazione di una sezione speciale del fondo garanzia dedicata alle start up e si crea un fondo per la partecipazione regionale nel capitale di rischio delle imprese per un massimo di 1 milione di euro per il 2020 e un milione per il 2021. La legge interviene anche nella fase di crescita e consolidamento delle start up innovative, attraverso la possibilità di concedere un contributo di un milione di euro per il 2020 e un milione per il 2021 per l’acquisto di servizi qualificati di temporary management e coaching.
Riguardo agli sconti fiscali si fissa una riduzione di 0,92 punti percentuali sull’Irap per 3 anni ad aziende che si costituiscono nel biennio oltre a una deduzione della base imponibile Irap pari al 50 per cento delle spese sostenute per l’acquisto di macchinari innovativi.
La proposta prevede la costruzione di distretti tecnologici, ovvero un sistema di cooperazione aperto che metta insieme realtà che sviluppano le medesime tecnologie. Infine, nell’atto si propone la semplificazione dei procedimenti di erogazione dei contributi alle imprese e una rendicontazione semplificata.
“Abbiamo anche inserito una clausola valutativa – ha concluso Mazzeo – Entro il 31 marzo del 2022, e successivamente con cadenza biennale, deve essere valutato lo stato di attuazione degli interventi, le tipologie di impresa che hanno ricevuto i finanziamenti e come li hanno utilizzati. A distanza di cinque anni sarà valutato anche il loro tasso di sopravvivenza, facendo riferimento ad imprese con caratteristiche analoghe. Vogliamo dare un messaggio chiaro ai ragazzi più giovani. La Toscana è una terra accogliente, che sta a fianco di coloro che vogliono scommettere sul proprio futuro. E’ una sfida grande, un segnale importante, l’inizio di un lavoro da fare insieme”.
“Esprimo soddisfazione per una legge che amplia e migliora la proposta che noi facemmo un anno fa – ha dichiarato Giacomo Giannarelli (M5S) – E’ stato utile il lavoro fatto dal ministro Di Maio sulla seconda innovazione, che ha messo a disposizione delle imprese più di un miliardo di euro, introdotto agevolazioni per il trasferimento tecnologico, la possibilità d’inserimento temporaneo in azienda di manager per l’export e l’innovazione”. A suo parere è un fatto positivo l’avere introdotto la partecipazione al capitale di rischio, come pure contributi a fondo perduto, che si affiancano al ripensamento del sistema del credito e dei fondi di garanzia. “Siamo al nono posto in Italia per la creazione di start up innovative, perché mancava questo tipo di strumento – ha concluso Giannarelli – Ora lo strumento c’è e possiamo ambire a diventare tra le prime”. Per questo ha annunciato voto favorevole.
“Questa norma ha nel suo cuore l’idea che un valore sociale non si produca prioritariamente per una ‘tensione socialista’, ma come prodotto inatteso, e non sempre programmato, di uno sviluppo economico – ha osservato Massimo Baldi (Italia Viva) – Se vogliamo dare un futuro alle generazioni che verranno non dobbiamo intervenire sull’assistenza o la previdenza, quanto sullo sviluppo di realtà in grado di produrre lavoro e nuova innovazione”. In altri termini, a suo parere, la scelta fatta è “smettiamo di spendere soldi per assistere, ed usiamoli di più per investire. Preferisco darli a fondo perduto ad un’impresa, che ha speranze di diventare un’impresa che cresce, piuttosto che darli per una mancetta in tasca”.
Voto favorevole è stato dichiarato da Gabriele Bianchi (Misto), che ha sottolineato, in particolare, la possibilità di contributi a fondo perduto, aperti sia alle start up, che alle persone fisiche, e la possibilità di accedere al credito negli anni di consolidamento.
“Ci asteniamo su questa legge. Non ci convince l’articolo 6, che riteniamo ricadere sotto la legge Madia, ma siamo favorevoli – ha annunciato Luciana Bartolini (Lega Nord) - Abbiamo 423 start up innovative e siamo al nono posto in Italia. Bisognava fare qualcosa”.
“Non vogliamo inseguire nessuno, nemmeno i Cinque Stelle – ha dichiarato Leonardo Marras (Pd) - Siamo qui per approvare una legge, che penso debba essere salutata con soddisfazione da un voto largo, nonostante il pregiudizio di qualcuno che non vuole esprimere voto favorevole su una cosa che propone il Pd”. A suo parere, non ci possiamo nascondere dietro un vizio di legittimità, dopo che il testo è stato valutato dagli uffici del Consiglio.
L’aula ha anche approvato un ordine del giorno collegato, presentato da Massimo Baldi (Italia Viva), su comunicazione, semplificazione, ricerca. La Giunta regionale dovrà realizzare un sito internet dedicato e dovrà digitalizzare tutte le procedure. Si dovrà tenere conto, inoltre, della specificità degli spin off accademici, che hanno tempi più lunghi per trasformarsi in impresa.