Firenze, 27 agosto 2020 – “Non si combattono eserciti stranieri, non si spara, non si catturano prigionieri e dal cielo non piovono bombe. Eppure la vita quotidiana dei singoli e delle comunità è stata stravolta, e molte delle libertà più elementari sono state sospese. C’è chi non vuole utilizzare il termine ‘guerra’, ma io credo che sia proprio così”. Le riflessioni di Francesco Pignotti, oggi pubblicate in un libro intitolato Sospesi. Breve racconto di una lunga quarantena (Mauro Pagliai Editore, pp. 96, euro 8) prendono spunto dalla difficile esperienza del lockdown per interpretare alcuni dei grandi cambiamenti innescati da questo terribile anno 2020.
Pignotti, classe ’89, laureato in Scienze Politiche, oggi è assessore per il Comune di Bagno a Ripoli e attivo politicamente in ambito metropolitano fiorentino. Da sempre appassionato di scrittura, dedica la sua prima opera pubblicata al tema di più stringente attualità, quello del Coronavirus, utilizzando come traccia una sorta di diario redatto nei giorni di confinamento domestico. “Scrivere”, confida, “serve a fermare immagini, sensazioni, pensieri, riflessioni, incertezze e dubbi sul presente e sul futuro”. Così, descrivendo la “normalità sospesa” di quei giorni, lo sguardo si sposta oltre la cronaca della quarantena per cercare di rispondere a quelle domande che tutt’ora tormentano buona parte dell’umanità: come è accaduto tutto questo? Quanto durerà?Come cambierà il mondo? “Ci siamo detti che ne usciremo solamente insieme”, ricorda Pignotti. “Avremo imparato qualcosa, o lo avremo dimenticato in fretta?”.