All’unanimità il Consiglio regionale ha approvato la legge di promozione della medicina di iniziativa, che modifica la legge regionale 40/2005. E’ stato il presidente della commissione Sanità, Stefano Scaramelli (Italia Viva) ad illustrare il testo in aula.
La medicina di iniziativa è un modello assistenziale per le patologie croniche, finalizzato alla prevenzione, alla diagnosi precoce e a interventi mirati al cambiamento degli stili di vita, oltre che alla presa in carico proattiva, integrata e multidisciplinare. Più in dettaglio, il modello prevede una ricerca attiva dei malati cronici, un loro arruolamento, la stesura di un piano individuale di assistenza da parte di un team multidisciplinare. Il piano comprende controlli periodici, per avere sotto monitoraggio l’evoluzione della malattia ed evitare che ci si rivolga al servizio sanitario solo in occasione di un peggioramento.
E’ contemplato inoltre un patto di cura con il paziente, che prevede degli obiettivi di salute e lo impegna ad adottare alcuni accorgimenti (ad esempio stili di vita sani e adeguati), il suo “empowerment” (aiuto a riconoscere i sintomi e gestire la malattia) e infine un collegamento con la comunità, come ad esempio incontri con un paziente esperto che può dare suggerimenti.
Ad oggi il progetto coinvolge il 48 per cento dei medici toscani e il 58 degli assistiti per alcune malattie come scompenso cardiaco, diabete mellito, ictus pregresso, insufficienza respiratoria. Il modello ha portato a una riduzione della mortalità e adesso si prevedono incentivi e novità, come l’abbandono della presa in carico per patologia e una profilazione del rischio.