STRASBURGO- Hanno riflettuto, dialogato, si sono confrontati e alla fine si sono resi conto che è bella la diversità. E' bello partire da idee distanti e riuscire a trovare un punto di sintesi e sentirsi un po' più europei, dice Rebecca. Ma non è poi così male nemmeno rimanere ciascuno della propria opinione e, proprio per questo, rispettarsi e continuare a sentirsi europei, replica Marco.
E' questo forse il patrimonio più grande che portano a casa gli studenti della VaD del Liceo linguistico Gobetti Volta, di Bagno a Ripoli (Fi), che hanno vissuto un giorno da eurodeputati a Strasburgo in rappresentanza dell'Italia grazie a "Euroscola", l'iniziativa che il Parlamento europeo promuove da anni con lo scopo di far incontrare studenti dei diversi paesi dell'Unione per discutere tra loro delle speranze e dei progetti per l'Europa del futuro.
"A maggio voteremo per la prima volta e grazie a questa esperienza abbiamo avuto l'opportunità di capire molte più cose sull'Unione europea. Anche noi vorremmo regalare a tutti voi qualcosa in più dell'Italia, che non è solo moda, pizza e mandolino". Emozionati, orgogliosi e seri, all'inizio della mattinata Elisa e David hanno presentato così la loro scuola agli altri 500 studenti arrivati da tutta Europa e seduti nell'emiciclo. Come loro eurodeputati per un giorno. Come loro emozionati, orgogliosi e seri. "Buona esperienza a tutti" hanno quindi concluso Elisa e David allontanandosi dal microfono tra gli applausi e il sostergno dei loro 26 compagni di classe, tra loro Barbara e Matteo, giornalisti per l'occasione, che li riprendono con l'Iphone, incaricati di scrivere un articolo sull'esperienza della loro classe da inviare al Parlamento.
Tutti e 28, da quel momento in poi, fino alle 18, divisi in commissioni, si sono occupati di ambiente e sostenibilità, di diritti umani e futuro dell'Europa, di elezioni e migrazioni, di formazione, lavoro e sicurezza. Cosa chiedono i giovani all'Europa, cosa si aspettano: "Che le università ci preparino di più ad affrontare il mondo del lavoro - racconta Viola che era in commissione con Elisa e Matilde, e con altri studenti polacchi e austriaci - abbiamo chiesto e votato anche più occasioni di scambio con l'Erasmus e che soprattutto i titoli di studio siano equiparati in tutti i paesi dell'Unione, così da non creare difficoltà a chi si vuole spostare". "Questo vuol dire sentirsi cittadini europei - aggiunge Beatrice,che ha lavorato in commissione sull'Europa del futuro, insieme a Costanza, Matteo, Ilaria, Asia e studenti della Repubblica Ceca, Austria, Ungheria - così come vuol dire divulgare i valori che l'Europa promuove senza forzature ma sempre nel rispetto dell'altro". "Non è automatico il rispetto - osserva Rebecca, in commissione immigrazione con Marco, Elisa e Gemma e con gli studenti bulgari e portoghesi - per questo abbiamo detto che l'Europa deve portare avanti l'educazione al rispetto da una parte, e la capacità di integrarsi dall'altra.
Abbiamo detto anche che i paesi più ricchi dovrebbero farsi carico di aiutare quelli più in difficoltà per affrontare la questione accoglienza".
Forse il tema su cui si sono manifestate di più le posizioni contrastanti quest'ultimo, trasversali, ma più sentite tra i paesi dell'est Europa dove il tema accoglienza migranti passa con maggiore fatica. Quasi tutti d'accordo invece sul fronte ambiente. "Abbiamo appoggiato la necessità di fare più campagne di sensibilizzazione all'uso consapevole delle risorse, della mobilità sostenibile - dice Andrea, che ne ha discusso con le sue compagne, Giulia, Sofia, Gaia e Alessia e con gli studenti ungheresi.
E ancora ungheresi, spagnoli, cechi, francesi, rumeni, irlandesi, polacchi, austriaci tutti insieme nella commissione diritti umani e sicurezza con David, Irene, Alessia e Silvia, hanno concordato di proporre più controllo sui social riguardo agli attacchi razzisti e gli hate speech. "Ci siamo interrogati sul confine tra libertà di espressione e censura. Non esistono normative in merito ma sicuramente l'Europa dovrebbe mettere in atto un sistema di controllo efficace che al momento non esiste". Quell'Europa sulla quale a maggio anche loro, i ragazzi della VaD, dovranno esprimersi con il voto.
"La scuola dovrebbe preparare di più sull'Europa e le sue istituzioni - osserva Chiara, che era con Linda, Chiara, Marco e Carlotta nella commissione Elezioni 2019 insieme a tedeschi e austriaci - noi siamo stati fortunati e privilegiati ad avere questa occasione e prof sensibili che ci hanno creduto, stimolandoci a fare questa esperienza, ma siamo una minoranza. Tutti noi oggi possiamo dire di saperne di più, di essere più consapevoli e informati ma discutendo a Strasburgo abbiamo concluso che ci sentiamo distanti dai politici e da questa politica".
Soddisfatti i prof che hanno fortemente voluto che i loro studenti sedessero su quei banchi a Strasburgo, Elisiana Franconi, Valentina Santangelo e Beatrice Munaò "In un momento così delicato - dice Santangelo, prof di inglese - in cui spesso sentiamo l'Unione lontana, siamo andati a cercarla questa Europa e a prendercela. E i nostri studenti hanno vissuto un'esperienza straordinaria". "Abbiamo visto i nostri ragazzi problematizzare la realtà, argomentare - aggiunge Munaò, prof di filosofia -crescere quindi, grazie anche al confronto, che è sempre la condizione migliore, anche per noi insegnanti che abbiamo avuto modo di parlare con gli altri docenti. Torniamo in Italia tutti più ricchi".