La migliore scena jazzistica contemporanea torna a Firenze

A Jazz Supreme: apertura il 4/10 con il concerto in prima assoluta del duo Elias Stemeseder-Thomas Morgan. Emem l'11/10

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 ottobre 2024 11:59
La migliore scena jazzistica contemporanea torna a Firenze
EMEM (Graziano Ponticelli Frattini)

Firenze, 3 ottobre 2024 - La migliore scena jazzistica contemporanea torna a Firenze per l'ottava edizione di A Jazz Supreme, presentando sei tra i progetti più interessanti del panorama italiano e internazionale. Tutti i concerti si svolgono in Sala Vanni, fatta eccezione per l'appuntamento di chiusura, programmato al Museo dell'Opera del Duomo di Firenze nella Sala del Paradiso. Ogni concerto in Sala Vanni è introdotto dalle performance di giovanissimi musicisti jazz, fari luminosi sul futuro della scena italiana. La direzione artistica di A Jazz Supreme è affidata a Fernando Fanutti e a Simone Graziano.

L’apertura, prevista per venerdì 4 ottobre ore 21:15, spetta al pianista, compositore e musicista elettronico Elias Stemeseder, vincitore del German Jazz Award 2023 come “Pianista dell’anno”, e al contrabbassista Thomas Morgan, nominato ai Grammy. I due si sono incontrati per la prima volta nel 2010 nel trio del batterista statunitense Jim Black. Con questa formazione, nel decennio successivo hanno tenuto innumerevoli concerti (compresa la data inaugurale dell’edizione 2020 di A Jazz Supreme) e hanno registrato album acclamati dalla critica per Winter&Winter e Intakt Records.Il loro sodalizio artistico si rinnova nel 2024 con un nuovo progetto in duo, che vede Stemeseder al pianoforte e al clavicembalo e Morgan al contrabasso.

Il repertorio presenta brani di secoli e origini musicali diverse, che spaziano da Gesualdo Da Venosa (compositore italiano del 1500), melodie da spettacolo americane, melodie popolari austriache e originali in reinterpretazioni dai colori vivaci e dall’intimità cameristica.In apertura Esmeralda Sella, pianista classe 1997 di base a Siena, attualmente impegnata con il trio Magma, assieme a Federico Giolito al contrabbasso e Giovanni Nardiello alla batteria, e sulla sua carriera solista.

È di giugno 2024 la registrazione di Ijo, disco di debutto in piano solo, nato dalla scoperta di ritmi, melodie e danze sacre provenienti dall’Africa e deportate attraverso gli schiavi in luoghi remoti e nascosti del mondo. Un lungo viaggio attraverso la conoscenza e l’abbraccio di un repertorio colmo di cultura, tradizione e sacralitá, espresso attraverso corpo, mani, voce e timbri sconosciuti (prevendite boxol – 15 € + dp – 20 € alla cassa se disponibili, 16 € ridotto under 25).EMEM (nella foto) è un gruppo collettivo fondato nel 2024 dal pianista Simone Graziano, dal contrabbassista Francesco Ponticelli e dal batterista Marco Frattini, tre fra i musicisti jazz più attivi in Italia.

Il trio nasce con l’idea di cercare un suono identitario caratterizzato dalla semplicità della forma, talvolta con brani che appiano come canzoni dal carattere radiofonico, talvolta con ritmi reiterati propri della tradizione minimalista.Aperti alla scrittura così come all’improvvisazione, il concerto previsto per venerdì 11 ottobre si muove in una direzione fortemente emotiva, volta a coinvolgere lo spettatore dentro le dinamiche musicali del trio. Ogni esibizione di EMEM è un vero e proprio viaggio sonoro, dove la complicità tra i musicisti e la loro capacità di comunicare emozioni attraverso la musica creano un’esperienza avvolgente e trascinante.In apertura Noemi Fiorucci & Davide Strangio con Alejandra, titolo del progetto a cui Noemi Fiorucci, cantante ed improvvisatrice, dedica i sui brani.

É un viaggio accompagnato da testi preesistenti ed originali attraverso i quali si esplorano contenuti di natura surrealistica, direttamente collegati con il passato ed il presente, lavorando con “elementi di ombre interiori”, quali le paure, l’infanzia, la notte, i corpi. La musica spazia tra l’improvvisazione e la scrittura di natura pop-jazz. Ad accompagnare Noemi nella musica c’è il chitarrista Davide Strangio, capace di far immergere ed emergere i temi del progetto (prevendite boxol – 15 € + dp – 20 € alla cassa se disponibili, 16 € ridotto under 25).Grande attesa per Ze in the Clouds, in Sala Vanni venerdì 18 ottobre, Ze è un polistrumentista e produttore di base a Milano.

Il suo stile compositivo è il risultato delle sue origini jazz e del suo continuo studio ed evoluzione.Fin da giovanissimo attira l’attenzione di promotori e direttori artistici della nuova scena d’avanguardia legata al jazz e alla musica elettronica. Dall’età di 15 anni inizia a suonare in numerosi locali e festival (Umbria Jazz, Edinburgh Jazz Festival, Montreux Jazz Festival, Time in Jazz, Torino Jazz Festival, Miami Fest, Estate Sforzesca Milano, Jazz 4 L’Aquila, Dour Festival, La Prima Estate, Bluenote Milano, Ritmika Festival), andando in tournée sia come sideman (con MEG, LNDFK), sia come leader (Ze in the Clouds), facendo anche da opening act per Thundercat, Anderson Paak e PJ Morton.

Negli ultimi anni ha iniziato a lavorare maggiormente sulla produzione e sulla composizione del proprio linguaggio unico, collaborando anche con artisti italiani come Dardust, Mistaman, LNDFK e Willie Peyote.

Jazz:Re:Found, affascinato dal suo stile inimitabile, ha deciso di premiare il suo genio inaugurando il catalogo della nuova etichetta “Time is The Enemy” con il suo album di debutto MAGICAL con la partecipazione di LNDFK. Il suo ultimo lavoro è Oportet 475, album di musica classica-contemporanea-avanguardia jazz, uscito per l’etichetta Tuk Music di Paolo Fresu nel 2023.In apertura il duo formato da Giuditta Franco, cantante trevigiana formatasi in Italia e all’estero, e dal contrabbassista e compositore vicentino Francesco Bordignon, entrambi vincitori del Premio Bettinardi 2024.Nata all’Accademia Siena Jazz, la formazione riflette un mondo di immagini sonore che trovano le proprie radici sull’improvvisazione e sulla ricerca di melodie, attraverso una sonorità prettamente acustica.

Il connubio tra la scelta di brani originali e non, porta alla condivisione di un percorso sonoro il cui obiettivo è la ricerca di essenzialità, espressività e unione timbrica dei due strumenti (prevendite boxol – 15 € + dp – 20 € alla cassa se disponibili, 16 € ridotto under 25).Dopo l’esperienza in piano solo nel 2023, il celebre pianista svizzero Nik Bärtsch torna in Sala Vanni venerdì 25 ottobre per presentare MOBILE, il suo progetto in trio: sul palco insieme a lui Sha al clarinetto basso e al sax alto e Nicolas Stocker alla batteria e alle percussioni.Il sound del gruppo è ricco di momenti intensi e slanci lirici, ritmi mobili e sovrapponibili e vanta un equilibrio formale preciso e rigoroso: un mondo sonoro di cruda poesia, spinto da un movimento ossessivo.

Una raffinata miscela tra jazz, funk, musica contemporanea e ritmiche orientali, in cui le composizioni lasciano spazio a una varietà di fraseggi prontamente sfruttate dalle personalità musicali molto diverse che costituiscono il trio MOBILE.Il sassofonista e clarinettista basso Sha cattura l’ascoltatore attraverso la raffinatezza ritmica e la calma implacabile, doti che gli hanno già fatto guadagnare la reputazione di nuovo arrivato nella scena New Minimal. Il percussionista Nicolas Stocker (che ha sostituito il co-fondatore di MOBILE Matthias Eser nel 2013) appartiene alla nuova generazione di musicisti moderni che combinano con naturalezza la competenza per l’interpretazione classica, l’improvvisazione e l’abilità nel groove.

Nik Bärtsch, il don ispiratore di MOBILE, attraversa facilmente i confini tra tutti i codici sopra citati, stabilendo connessioni che a loro volta mutano in fusioni.Aprono il concerto Ava Alami, cantante di origini persiane, e il pianista campano Vittorio Esposito, con i brani in anteprima del loro album Candy Cane Snail, in uscita a gennaio per La Reserve Records. Un sound prevalentemente legato al jazz, ma influenzato anche dall’indie e dall’elettronica; un viaggio onirico attraverso composizioni originali, musica popolare persiana e rivisitazioni di classici del jazz (prevendite boxol – 15 € + dp – 20 € alla cassa se disponibili, 16 € ridotto under 25).Definita dallo scrittore Geoff Dyer sul New York Times “il più grande trio della Terra”, The Necks è una delle più importanti cult band australiane.

Chris Abrahams (pianoforte), Tony Buck (batteria) e Lloyd Swanton (contrabbasso) insieme evocano una chimica che sfida qualsiasi tipo di descrizione ortodossa.Con lunghi brani che si svelano lentamente e in modo ipnotizzante, spesso sostenuti da un profondo e insistente groove, i diciotto album di The Necks sono ri-ascoltabili all’infinito e l’ingannevole semplicità della loro musica lancia nuovi incantesimi ad ogni ascolto. Non completamente avant-garde, né minimalista, né ambient, né jazz, la musica di The Necks è, ad oggi, probabilmente unica al mondo.Il loro concerto previsto in Sala Vanni per venerdì 8 novembre sarà introdotto da Ariel Tricomi, pianista jazz di 22 anni, giovane promessa del panorama musicale italiano.

Nato a Bologna nel 2002 in una famiglia di musicisti, ha iniziato il suo percorso studiando percussioni classiche, ma presto si è appassionato al pianoforte e al jazz. Attualmente perfeziona la sua formazione presso l’Università di Siena Jazz. Dopo l’esibizione al Cala Gonone Jazz Festival con il suo quartetto, in questo concerto in piano solo proporrà una combinazione unica di improvvisazione e arrangiamenti di standard jazz (prevendite boxol – 15 € + dp – 20 € alla cassa se disponibili, 16 € ridotto under 25).Nel suo ultimo appuntamento stagionale previsto per il 12 dicembre, A Jazz Supreme si sposta nella Sala del Paradiso del Museo dell’Opera del Duomo.

In programma il concerto del compositore, polistrumentista, bandleader e produttore americano, Kurt Rosenwinkel è una delle figure più celebri del jazz contemporaneo ed è ampiamente riconosciuto come uno dei chitarristi più particolari e dotati che abbiano mai suonato questo strumento.Il suo stile armonicamente ricco, ritmicamente libero e incomparabilmente fluido lo ha reso uno dei più importanti musicisti jazz emersi negli ultimi trent’anni, e la sua innovativa concezione sonora della chitarra ha cambiato il modo in cui lo strumento è stato percepito e suonato da allora.Definito “un genio” da Eric Clapton, tra i suoi album più noti ci sono The Enemies of Energy (2000), The Next Step (2001), Heartcore (2003), Deep Song (2005), e Star of Jupiter (2012).

Il suo lavoro è caratterizzato da una fusione di elementi jazz tradizionali e moderni, con influenze che spaziano dal bebop al rock, fino alla musica elettronica. Nell’inverno del 2016, Rosenwinkel ha fondato l’etichetta musicale indipendente Heartcore Records con l’intenzione di firmare e promuovere una nuova generazione di musicisti i cui standard esigenti e le cui passioni creative siano pari alle sue (ingresso libero con prenotazione obbligatoria sul sito dell'Opera del Duomo a partire da dicembre 2024).

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