Il fondatore del Movimento 5 Stelle oggi ha parlato agli operai, attaccaccando sindacati e politica: "Vi fregano con le parole". Guardando al 25 maggio ha puntato il dito contro Pd e Forza Italia: "O noi o loro".“Dov’era Grillo quando i sindacati si battevano in difesa dell’occupazione? Dov’era quando il sindaco di Piombino, Gianni Anselmi era in prima linea con i lavoratori? Dov’era quando il presidente della Regione, Enrico Rossi difendeva il polo siderurgico? Dov’era quando il governo cercava soluzioni per salvare la Lucchini e l’indotto? Il Pd con i suoi uomini c’è sempre stato mentre Grillo non c’era allora e non ci sarà nemmeno domani: è venuto a Piombino soltanto a fare propaganda, è un opportunista che oggi ha dimostrato di voler sfruttare la vicenda Lucchini a fini elettorali”, così Nicola Danti, portavoce del Pd regionale replica alle affermazioni di Grillo. “Lo sfascismo non serve a Piombino e tanto meno a Bruxelles, e soprattutto non serve a difendere e rilanciare le politiche europee sull’acciaio”.
prosegue il candidato Pd alle prossime elezioni europee, che oggi a Piombino ha incontrato i lavoratori della Lucchini, insieme ai sindaci di Piombino, Gianni Anselmi, e Portoferraio, Roberto Peria, per fare il punto dopo il fondamentale accordo siglato nei giorni scorsi a Palazzo Chigi per rilanciare il polo industriale. “Un incontro positivo – commenta Danti -, in un clima rasserenato dall’impegno preso dal Governo per salvare la Lucchini: da un lato sono emerse le preoccupazioni dei lavoratori per l’immediato ma al tempo stesso è ben chiara l’importanza del protocollo firmato a Roma che finalmente fornisce prospettive al polo industriale.
L’impegno nei confronti dei lavoratori e l’impegno per rendere Piombino un polo nazionale e internazionale della nuova siderurgia sono la miglior risposta a chi davanti ai cancelli delle fabbriche fa campagna elettorale sulla pelle dei lavoratori. Il Pd ci ha messo la faccia e si è rimboccato le maniche per la salvaguardia dei posti di lavoro mentre altri cavalcano un pericoloso sfascismo utile oggi a raccogliere qualche facile applauso ma inutile a difendere gli interessi di Piombino e dell’Italia a Bruxelles”, conclude il candidato Pd alle prossime elezioni europee.Un 'sistema nazionale per il lavoro', articolato su un'agenzia nazionale ed agenzie regionali.
É stato questo il punto sul quale si è concentrata l'attenzione della IX Commissione (Istruzione, lavoro, innovazione e ricerca) della Conferenza delle Regioni, coordinata dall'assessore alle attività produttive e lavoro della Toscana, che si è tenuta nei giorni scorsi a Roma. La Commissione si è chiusa approvando un documento che contiene alcune osservazioni sul ddl delega sul lavoro, proposto dallo stesso assessore regionale, e che concentra l'attenzione in particolare sull'articolo 2 del ddl che riguarda la delega al Governo in materia di servizi per il lavoro e politiche attive. La commissione ha fatto propria l'ipotesi di un 'sistema nazionale per il lavoro' articolato su un'agenzia nazionale ed agenzie regionali, ritenendo non adeguata l'ipotesi di una centralizzazione in un'unica agenzia nazionale.
Questo, ha spiegato l'assessore, non solo a tutela delle competenze costituzionali delle regioni ma, soprattutto, per la consapevolezza che non esiste un indistinto mercato del lavoro nazionale ma che la componente territoriale è fondamentale e che quindi le politiche attive debbono poter essere articolate ed organizzate, pur in un quadro di uniformità di diritti da garantire, in maniera differente tra le varie regioni. L'assessore hai poi spiegato che dovrà esserci un'agenzia nazionale che dovrà: definire i Lep (i Livelli essenziali delle prestazioni) ovvero gli standard dei servizi e delle prestazioni da erogare a livello nazionale e gli stessi standard per le dotazioni del personale a livello regionale, garantire il monitoraggio sul funzionamento dei servizi, il supporto sulle situazioni e crisi plurilocalizzate, avere funzioni di alto coordinamento e, quando fosse necessario, anche di sostituzione nei casi di inefficienza.
Le agenzie regionali, diretta emanazione delle regioni (quindi enti strumentali senza cda), invece avranno la funzione gestionale e al loro interno confluiranno i dipendenti e le funzioni delle province e delle regioni in materia di politiche attive. Questo assetto, secondo l'assessore, permetterebbe di evitare il rischio di dividere le politiche attive (che nel disegno del ddl sarebbero dell'Agenzia nazionale) dalla formazione che rimarrebbe comunque regionale. La Commissione ha approvato all'unanimità il documento e gli emendamenti.
Adesso sarà la conferenza dei presidenti che dovrà approvarli definitivamente ed accogliere la proposta. La Conferenza dovrebbe riunirsi la settimana prossima. L'assessore confida che il documento e gli emendamenti vengano fatti propri dalla Conferenza e su questa base si possa andare ad esprimere il parere in Conferenza stato regioni ed ottenere le modifiche al testo attualmente in discussione al Senato.