Firenze– "La Regione ha seguito le regole pubbliche di affidamento del servizio, nel rispetto delle norme nazionali ed europee". Lo ha affermato l'assessore regionale Cristina Grieco, che ha risposto in Aula a tre interrogazioni riferite all'inchiesta per turbativa d'asta della procura di Firenze, nata in seguito alla gara regionale per l'affidamento del servizio di trasporto pubblico toscano vinta da Autolinee toscane, società controllata dalla francese RATP. A presentare i tre atti, rispettivamente il portavoce dell'opposizione Jacopo Alberti (Lega), il consigliere di Fratelli d'Italia, Paolo Marcheschi e il consigliere di Movimento 5 Stelle, Giacomo Giannarelli.
L'interrogazione di Jacopo Alberti (Lega) chiede chiarimenti su come la Regione possa garantire che la scelta di RATP sia "la migliore", tenuto conto delle peculiarità del territorio toscano rispetto a un soggetto estraneo alla realtà regionale; se la Regione non ritenga che la gara, così come dettato dalle dimensioni dell'appalto, non escludesse "a priori una vasta platea di concorrenti"; e se si ritenga opportuno affidare un asset strategico a "un soggetto francese monopolista in patria, e quindi in concorrenza con il settore pubblico italiano".
Alberti vuole sapere come la Regione spiegherà la propria posizione nell'ambito dell'inchiesta in corso e in particolare "gli stretti rapporti documentati tra i membri della Commissione di gara e esponenti del gruppo Ratp-At". Infine l'interrogazione chiede come la Regione intenda spiegare le affermazioni "con cui il dottor Rossi esprimeva soddisfazione per la vittoria di Rapt contro Mobit, a gara ancora aperta" e la volontà di "accelerare l'affidamento a Rapt ancora oggi".
Paolo Marcheschi (FdI) chiede al presidente Rossi se, vista l'inchiesta della procura "non intenda applicare la sospensiva all'assegnazione della gara, in modo da tutelare l'interesse pubblico".
Giacomo Giannarelli (M5s), invece, chiede risposta a una lunga serie di interrogativi rispetto alle proprietà immobiliari e alle scelte gestionali dell'attuale gestore del servizio, soprattutto nell'area servita da Cct, e di sapere quanto ha speso e quanto ricorsi ha presentato Mobit contro la gara i vincitori.
L'assessore Grieco ha ricordato che "con la riforma avviata 2010 si prevedeva, attraverso l'affidamento di un lotto unico, di procedere alla revisione del Tpl toscano per garantire la miglior offerta dei servizi in termini di efficacia ed efficienza e per giungere a una nuova governance del sistema dopo gli ingenti tagli governativi al settore effettuati a partire dal 2005". La gara, ha spiegato Grieco, aveva l'obiettivo di garantire "il potenziamento della rete urbana, la caratterizzazione della rete extraurbana come complementare a quella ferroviaria, nuove modalità di gestione delle aree a domanda debole, il recupero della produttività e il rinnovo del parco bus".
La scelta seguita è stata quella di una gestione associata tra Regione ed enti locali. L'avvio della procedura di evidenza pubblica è stata nell'agosto 2012, poi rinnovata nel 2013. Alla manifestazione d'interesse hanno risposto 8 gruppi e solo due di essi (Mobit e Autolinee Toscane-Rapt), nel 2015, hanno presentato offerta. "A quel punto - ha spiegato Grieco - sono iniziati i contenziosi" e nel tempo "è stata confermata la legittimità degli atti della Regione e sono stati respinti tutti i ricorsi".
Il personale attualmente in servizio presso gli attuali gestori, ha specificato l'assessore, "sarà trasferito al nuovo gestore e conserverà le sue mansioni". Rispetto ai rapporti tra membri della commissione di gara e membri di AT-Rapt l'assessore ha affermato che "non si riscontrano elementi di conflitto di interessi". Riguardo agli aspetti dell'interrogazione presentata da Giannarelli, infine, ha aggiunto che "una risposta puntuale sarà data non appena l'attuale gestore del servizio ci avrà fornito i chiarimenti del caso".
Alberti ha definito la risposta dell'assessore "molto interessante, perché ricostruisce l'intera vicenda, molto complessa, ma non posso dire se sono o no soddisfatto". Ha aggiunto che "alla luce della nuova indagine e del coinvolgimento di Rossi e dei commissari di gara, noi consigliamo prudenza: sarebbe una forzatura voler aggiudicare ora la gara, come invece la Giunta sembra intenzionata a fare".
"Avrei voluto risposte puntuali ai miei precisi quesiti, ma aspetto la risposta che mi è stata annunciata", ha detto invece Giannarelli. "Ricordo solo che le nostre domande servono a fugare ogni dubbio sulla gara e a fare chiarezza verso tutti i cittadini, che sono coloro che pagano il servizio". Rispetto alla dichiarazione di Alberti ha aggiunto: "Mi meraviglia la posizione del centrodestra, perché è in contrasto con quanto dichiarato negli anni. Voi, liberali, volevate la gara, e ora volete prudenza nell'assegnazione. Ma il servizio va assegnato perché settembre, cioè la riapertura delle scuole, è vicino e bisogna garantire la continuità del servizio, che è possibile solo col subentro del nuovo gestore".
“Abbiamo a più riprese dichiarato che sulla gestione della gara unica del trasporto pubblico locale si addensavano molte ombre. Adesso l'inchiesta della Procura sta dimostrando che le procedure, non solo erano sbagliare politicamente, ma lasciano margini di dubbio anche in termini di reati penali visto l’indagine pesante avviata sulla Giunta regionale, sul Presidente Rossi e su alcuni componenti della Commissione -dichiara il Consigliere regionale Paolo Marcheschi- Al di là di come evolverà l’inchiesta penale, abbiamo chiesto da tempo la sospensione della gara proprio è una gara sbagliata che affida l’intero trasporto toscano per i prossimi 30 anni a 4 miliardi di euro.
E’ inoltre evidente come la Regione non abbia voluto salvaguardare le aziende toscane del trasporto che ben avevano operato. Si è consegnato tutto nelle mani delle aziende francesi, francesi a cui, per altro, era già stato dato l'appalto della tramvia fiorentina. Una montagna di miliardi tutti alle aziende d’Oltralpe”.
«Rossi venga urgentemente in aula a riferire sulla propria posizione in merito all’inchiesta sulla gara europea per l’affidamento del trasporto pubblico locale che, apprendiamo dai media, lo vede tra gli iscritti nel registro degli indagati. La tattica del ‘controquerelo tutti’ non è sufficiente né opportuna. Per altro, a suon di avvisi di garanzia ormai la ha anche consumata»: lo afferma il Capogruppo regionale di Forza Italia Maurizio Marchetti a seguito della notizia che anche il Presidente della Giunta regionale toscana Enrico Rossi risulta tra gli indagati nell’inchiesta sulla gara da 4 miliardi per l’affidamento del trasporto pubblico locale. «Già oggi l’aula è riunita e affronterà il caso mascherine finite sotto sequestro dopo un contratto milionario con Regione ed Estar, fatti oggetto d’inchiesta della Finanza col coinvolgimento di un’azienda pratese risultata con profili di irregolarità.
Ora questo. Prima ancora l’inchiesta sui ventilatori polmonari mai ricevuti e pagati 7 milioni… dovrebbe essere Rossi stesso a sentire per primo l’esigenza di venire in aula a riferire», conclude Marchetti.
"La stampa locale odierna ha reso noto che il governatore toscano Enrico Rossi è indagato a Firenze per la gara regionale per il trasporto pubblico locale, bando da 4 miliardi per 11 anni. Il reato contestato è quello di turbativa d'asta, cioè il presidente delle Regione aveva rilasciato un'intervista nel novembre del 2015, nella quale commentava l'aggiudicazione ad Autolinee nonostante la gara non fosse ancora terminata. Il nome del Presidente attuale della Regione Toscana si aggiunge ad un elenco già lungo di indagati quali: 2 dirigenti regionali dell’area trasporti e dell’ufficio gare, Riccardo Buffoni e Ivana Malvaso, l'intera commissione che aggiudicò il bando di gara, cioè il professor Mario Sebastiani, la dirigente Irpet (istituto regionale programmazione economica) Patrizia Lattarulo, l’ingegnera Gabriella Rolandelli e il professor Stefano Pozzoli.
Basta leggere le figure coinvolte per comprendere la portata di tali indagini che devono andare fino in fondo, per conoscere in modo trasparente finalmente davanti a tutti i cittadini toscani, quale sia la verità sui fatti." dichiarano i Parlamentari di Forza Italia, on. Stefano Mugnai ed on. Erica Mazzetti "Come Forza Italia da settimane ad ogni livello Istituzionale, nei Consigli Comunali , in Consiglio Regionale ed infine anche in Parlamento i nostri eletti avevano più volte sollecitato la Regione Toscana affinchè congelasse la gara del Trasporto pubblico locale almeno fino al 31 dicembre 2020.
Adesso questa richiesta non è più proporzionata alla realtà odierna. Dopo le notizie di oggi è evidente che l'esito della gara deve essere annullato subito in autotutela visto che ne esistono i presupposti. Continuare ad insistere da parte della Giunta Regionale ci appare quanto mai folle ed inappropriato. Il Presidente della Regione Toscana, risponda al suo ruolo Istituzionale, ed in difesa del futuro di tutti gli utenti toscani, fermi definitivamente la vicenda Tpl, lasciando poi alla Magistratura il compito di svolgere fino in fondo le proprie indagini.
Noi di Forza Italia siamo e saremo sempre garantisti, a differenza del Presidente Rossi che lo è soltanto a giorni alterni."
“Piena solidarietà al Presidente Rossi per le accuse strumentali e denigratorie rivoltegli in merito alla vicenda della gara del trasporto pubblico”. È il messaggio che la consigliera Titta Meucci e l’assessore Stefania Saccardi, Italia Viva, rivolgono al presidente Rossi. “Piena fiducia - aggiungono Meucci e Saccardi - nelle parole del Presidente e nelle sue dichiarazioni nelle quali manifesta la propria estraneità ai fatti. Ancor più grave ci sembra la strumentalità della vicenda. Non accettare un esito legale di una gara pubblica, confermato dalla massima autorità amministrativa, bloccando così la partenza di un servizio pubblico, ci lascia sconcertati. A Rossi, e a tutta la commissione e ai dirigenti regionali coinvolti in questa triste vicenda, va tutto il nostro sostegno”.
"Le accuse di cui deve rispondere il governatore toscano sono pesanti. Enrico Rossi ha il dovere di chiarire e dare spiegazioni davanti a tutti i cittadini toscani. Attendiamo una sua comunicazione in aula". Lo chiede il vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella (Forza Italia), a seguito dell'iscrizione del Presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, nel registro degli indagati nell'inchiesta sulla gara regionale per il trasporto pubblico locale aperta dalla Procura di Firenze.
Oltre a quello di Rossi, ci sono altri sei indagati. La gara, da 4 miliardi di euro, è stata assegnata ad Autolinee Toscane, società controllata dai francesi del gruppo Ratp. Nell'inchiesta sono contestati, a vario titolo, ai sette indagati i reati di turbativa d'asta, falso, abuso d'ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità. La contestazione mossa dalla Procura di Firenze nei confronti di Enrico Rossi è turbativa d'asta. "Secondo i pm - ricorda Stella - Rossi avrebbe 'anticipato' in un'intervista del 13 novembre 2015 l'esito dell'aggiudicazione della gara del trasporto pubblico locale vinta poi da Autolinee Toscane.
Ovviamente l'inchiesta della magistratura farà il suo corso. A livello politico, però, resta da capire se questa gara per il TPL con un lotto unico per tutta la Regione, sia stata la scelta giusta, e soprattutto bisognerebbe riflettere sul fatto che sarebbe stato opportuno prevedere la sospensione o l'annullamento della gara, cosa che già nei mesi scorsi chiedevano diversi soggetti coinvolti".
"L’inchiesta della Procura di Firenze sulla gara del Trasporto pubblico locale si allarga e adesso anche il presidente Rossi risulta fra gli indagati per turbativa d’asta. Un'accusa pesante. Vedremo come Rossi vorrà chiarire la sua posizione. Resta sul piano politico la caparbietà e l’arroganza dimostrata dal presidente della Regione nel difendere la posizione senza mai cercare una soluzione di buon senso. Fratelli d'Italia ha sempre ritenuto che aver voluto una gara con un lotto unico per tutta la Regione è stata un errore, mentre cercare di mettere insieme esigenze diverse non porterà ad alcun miglioramento dei servizi per i nostri cittadini.
Era meglio ipotizzare più lotti ed omogenei per servizio. Ma ormai, alla luce di quanto sta accadendo, questa è un'altra storia. Vedremo quali saranno gli esiti di questa inchiesta, ma è evidente che le ombre che si allungano sulle tante vicende della gara lasciano un segno pesante sulle procedure e sulla posizione di Rossi. E rafforzano la convinzione che riguardo la gara sarebbe stata opportuna maggiore responsabilità prevedendo una sospensione se non un annullamento". Lo dichiara il senatore di Fratelli d'Italia, Patrizio La Pietra.