I dipendenti pubblici della Toscana sono ancora in attesa di rinnovo di contratto, dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato il blocco degli stipendi nel pubblico impiego. Proprio per questo il Codacons – che ha già lanciato una azione risarcitoria collettiva – ha notificato una diffida al Governo, all’Aran e ai sindacati, affinché venga disposto entro 30 giorni il rinnovo dei contratti collettivi per il triennio 2016-2018 e il conseguente adeguamento agli indici Istat degli stipendi dei pubblici dipendenti, in esecuzione della sentenza n.
178 del 24 giugno 2015 con cui la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale del regime della sospensione della contrattazione collettiva per il personale pubblico dipendente. Il ritardo nel rinnovo già maturato ha causato e sta tuttora causando ingenti danni patrimoniali ai dipendenti pubblici della Toscana – denuncia il presidente Carlo Rienzi - Danni per i quali i lavoratori possono chiedere attraverso il sito www.codacons.it un equo indennizzo ai sensi dell’art.
1173 del codice civile, commisurato alla perdita di potere d’acquisto dello stipendio per gli anni dal 2010 sino al 30 luglio 2015, per un totale di 8.800 euro a lavoratore.
Riccardo Lazzerini, consigliere metropolitano di Territori Beni Comuni, ha presentato un'interrogazione sulla riorganizzazione della Città Metropolitana che "continua ad essere tutt'oggi, ad un anno e mezzo dalla propria costituzione, tutt'altro che compiuta". Ciò desta "legittime preoccupazioni al personale" e Lazzerini "facendo proprie le preoccupazioni e le domande della Rsu della Città Metropolitana di Firenze che non è stata ancora ricevuta al tavolo trattante", interroga l'Amministrazione su una serie di punti, a partire dalla costituzione del fondo 2015 del Ccdi, "il cui importo 'a consuntivo' e la cui destinazione erano stati oggetto di decisione fin dal primo tavolo trattante, per cui, chiedo se ritenete di intervenire in modo "sanante" per chiudere almeno questa vicenda che, se rimane non conclusa, rischia di divenire estremamente problematica all'indomani del termine fissato dalla legge per l'approvazione del bilancio consuntivo 2015". Sono stati decisi alcuni ordini di servizio che, secondo Lazzerini, "hanno coattivamente destinato a nuove direzioni/sedi di lavoro alcune persone senza innescare procedure, se non di tipo volontarie almeno non coercitive.
Sfugge la ratio di molte di tali nuove assegnazioni verso uffici che non erano sotto organico a fronte invece di uffici/direzioni che continuano a lamentare carenze croniche di personale, ovvero la destinazione di alcuni dipendenti che storicamente hanno sempre portato avanti, e bene, una determinata attività lavorativa in attività che non conoscono minimamente, magari procedendo a sostituire il posto da questi lasciato con altri che saranno nella medesima situazione di 'partenza da zero'". Saranno a breve assegnati gli incarichi di Posizione Organizzativa e Alta Professionalità "ma non si hanno notizie circa il bilancio di previsione 2016 (termine ultimo per l'approvazione marzo 2016) con tutte le incognite che questo comporta". Gli investimenti "promessi e cospicui per il territorio metropolitano rischiano di vanificarsi in virtù della carenza di personale.
Sarebbe la beffa nella beffa: avere i soldi e non poterli spendere".
“La battaglia, sacrosanta, contro i fannulloni e i furbetti del cartellino si combatte certo con controlli e sanzioni, ma anchericonoscendo i meriti di chi si impegna nel proprio lavoro, producendo risultati utili per tutta la collettività. Purtroppo Non è certo il caso dell’amministrazione comunale di Firenze.”A dirlo è la Cisl Funzione Pubblica del Comune di Firenze, che nota con disappunto come l’amministrazione comunale, nel presentare nei giorni scorsi i dati sugli evasori totali scovati, abbia attribuito tutto il merito al nuovo software che consente di incrociare le diverse banche dati, senza fare alcun cenno all’impegno e alla professionalità dei dipendenti comunali.“I software da soli non recuperano tributi – dice il segretario provinciale della Fp-Cisl, Mauro Spotti - per scovare gli evasori ci vogliono i lavoratori, persone in carne e ossa.
Ricordarsene e ringraziarli, ogni tanto, non sarebbe male. Riconoscere i meriti è l’altra faccia della medaglia di punire i demeriti.”“Il tanto decantato software – continua la Cisl-Fp - che consente di incrociare le diverse banche dati e di scoprire con un click le irregolarità che prima richiedevano controlli manuali non può funzionare senza una adeguata professionalità. Questa vicenda ci indigna per come viene offerta dall'amministrazione comunale. Nella realtà il software non darebbe alcun risultato senza l’apporto dei dipendenti comunali che intervengono su ogni singola pratica, così garantendo l’emissione di accertamenti tributari corretti ed efficaci.”“Palazzo Vecchio non è un soggetto impersonale che funziona grazie a dei programmi informatici, la macchina pubblica è fatta di pubblici dipendenti che mettono quotidianamente la propria professionalità al servizio dei cittadini.
Quando si va in conferenza stampa a decantare i risultati ottenuti sarebbe corretto ricordarsi con il lavoro e l’impegno di chi sono stati ottenuti.”
I senatori dell'Italia dei Valori Alessandra Bencini e Maurizio Romani hanno depositato un'interrogazione parlamentare al ministro delle Finanze in cui si definisce “incomprensibile la scelta, da parte dell’Amministrazione doganale, di trasferire la sede dell’Ufficio delle Dogane di Firenze da Via Panciatichi 17 e 14 in Via S.Croce all'Osmannoro 24 a Sesto Fiorentino". La decisione di procedere a tale recente trasferimento "presso una sede che dista soli trecento metri dalla discarica di Case Passerini e dal termovalorizzatore di prossima costruzione" – osservano i senatori - "è stata presa nonostante la ferma contrarietà dei lavoratori, di tutte le sigle sindacali, degli operatori doganali e delle associazioni di categoria, che più volte e pubblicamente hanno denunciato l’incomprensibile difesa da parte dell’Amministrazione doganale di una scelta unilaterale, palesemente sbagliata e dannosa per l’economia di settore dell’intera regione Toscana”. “Secondo i sindacati – si legge nell'interrogazione -, tra le altre cose, le caratteristiche della nuova sede contrastano con la necessità dell'Ufficio Doganale di disporre di un magazzino in cui depositare in sicurezza merci, anche di notevole qualità e valore; la piattaforma esterna per lo scarico delle merci non può essere utilizzata per lo sdoganamento per un grave errore di progettazione; la zona è anche classificata come area sensibile già vulnerata da fenomeni di inondazione e soggetta a rischio idraulico”. Al ministero si chiede dunque “di individuare, congiuntamente con tutti i soggetti istituzionali interessati, soluzioni alternative finalizzate ad individuare una sede idonea e decorosa per l’Ufficio delle Dogane di Firenze e non penalizzante per l’utenza, gli operatori, i lavoratori e per l’erario”.
Erano 12 Partite Iva e 13 Co.co.pro, senza tutele. Ora, grazie a un accordo firmato il 19 gennaio tra l'azienda, Nidil e Filcams Cgil Firenze, sono stati assunti a tempo indeterminato, con un contratto di lavoro subordinato part time. E quei diritti che prima erano preclusi ora ci sono: maternità, permessi, ferie, congedi, tredicesima e quattordicesima. E' la storia di 25 dipendenti di Opera Laboratori Fiorentini (società in concessione di musei fiorentini come Uffizi, Bargello, Palazzo Pitti), 24 donne e un uomo.
Gente dai 30 ai 60 anni, che mediamente lavora lì da oltre 15 anni in qualità di operatore didattico (da storici dell'arte, si occupano delle visite guidate delle scuole, dei turisti, mostre, iniziative). “Si tratta di persone con una storia di anni all'interno di quei musei fiorentini per un servizio che è stato esternalizzato circa 17 anni fa. Se con la riforma di cui si discute ci dovesse essere una reinternalizzazione, dovrebbe essere tenuta in considerazione la loro storia”, ricordano Vanessa Caccerini (Filcams Cgil Firenze) e Giovanna Malgeri (Nidil Cgil Firenze).
Che aggiungono: “Siamo soddisfatti del risultato dell'accordo, che arriva dopo mesi di lotta ed è figlio della mobilitazione messa in atto: presìdi, comunicati, incontri al Ministero e in Comune, dove il Consiglio comunale ha votato un ordine del giorno a favore della battaglia dei dipendenti di Opera. Ora ci sarà un attento monitoraggio del rispetto dei punti dell'accordo”. Tra questi, anche un impegno delle parti volto ad aumentare la domanda del servizio, “una sfida lanciata anche a Governo e Comune”.
Concludono Caccerini e Malgeri: “Il caso dei dipendenti di Opera è un esempio di come il sindacato può dare risposte alle questioni della flessibilità e della precarietà, ottenendo diritti e tutele per chi prima ne era sprovvisto: alla faccia di chi dice che si difendono solo i lavoratori già tutelati. E' la strada su cui si muove la Cgil ed è il senso della Carta dei diritti universali del lavoro, che stiamo presentando in questi giorni per ribadire che i diritti sono in capo alle persone indipendentemente dal contratto”.