EMPOLI – Un momento raccolto, intimo, scandito dalle misure anti contagio che non consentono tagli di nastro e inaugurazioni partecipate.
Nonostante queste doverose limitazioni per il Covid, questa mattina, martedì 19 gennaio, nel piazzale del terminal bus di Empoli, in piazza della stazione, il grande murales a firma dell’artista Ligama, dedicato a due concittadini, protagonisti del antifascismo, della deportazione, della Resistenza e della ricostruzione democratica, Rina Chiarini, detta Clara, e Remo Scappini, detto Giovanni, è stato presentato alla città.
All’evento hanno partecipato con emozione i familiari, Tania Scappini, nipote di Remo, e Valerio e Carlo Chiarini, nipoti di Rina, che hanno donato anche il libro che racconta la vita della coppia.
Con loro Alessio Mantellassi, presidente del Consiglio Comunale di Empoli con delega alla Cultura della Memoria, che ha voluto quest’opera, insieme allo street artist LiGaMa (Salvo Ligama).
L’opera è stata seguita passo dopo passo nei giorni della sua realizzazione. Essa fa parte di un percorso sui temi della resistenza da rilanciare anche come innovazione. L’obiettivo di questo primo, e non ultimo, grande lavoro, è quello di suscitare curiosità, anche e soprattutto partendo dai cittadini più giovani, alimentando un circuito di curiosa conoscenza.
Alessio Mantellassi, presidente del Consiglio Comunale di Empoli con delega alla cultura della memoria ha descritto il momento di stamattina con queste parole.
«Stamani possiamo mostrare quello che è il lavoro di Ligama, un artista conosciuto in tutta Italia che ha realizzato quello che per noi è il primo murales cittadino, fatto da un professionista, soprattutto di queste di queste dimensioni. Abbiamo voluto dedicarlo ai temi della memoria per ricordare due figure importante della nostra città, affinché in qualche modo possa suscitare curiosità nella conoscenza. Questo murales deve principalmente avere la funzione di suscitare interesse per informarsi su chi fossero Rina e Remo.
Siamo in un luogo di passaggio, un’area transitata. C’è anche un motivo ideale, dietro a questo palazzo c’è il terminal bus, dedicato a Peppino Impastato, un uomo di libertà e di coraggio, su temi diversi per motivi diversi ma comunque un uomo di libertà e coraggio, come lo sono stati Rina e Remo. Poi questa piazza è intitolata a don Giovanni Minzoni che fu un sacerdote antifascista quindi penso che Rina e Remo in questo incrocio di valori ci stiano perfettamente».
VALERIO CHIARINI, il nipote di Rina - «É un riconoscimento importante verso queste due persone che hanno speso la vita per cercare di costruire un mondo migliore. Io vorrei ringraziare davvero l’amministrazione comunale per la sensibilità che ha dimostrato e l’artista, la cui sensibilità si vede nei ritratti di Rina e Remo. Un omaggio che noi familiari abbiamo gradito particolarmente. Rina era una zia che mi ha insegnato a stare al mondo, mi ha insegnato tante cose e la ringrazio per questo. Mi ha insegnato la tolleranza, mi ha insegnato la democrazia, una maestra di vita. Il murale è una testimonianza che serve particolarmente alle generazioni future».
TANIA SCAPPINI, la nipote di Remo - «Non tutti hanno avuto la fortuna di poterli conoscere e domandando chi sono conosceranno la loro storia. Sono state persone che hanno vissuto tranquillamente la loro vita, semplici. Verranno ricordati come loro meritano. Era il fratello di mio babbo, era lo zio che sentiva tutte le mie parole perché lui stava sempre ad ascoltare e sin da bambina aspettavo il momento che mi venisse a prendere per portarmi con lui a Bari, per passare con lui un mese. E’ stata una persona che ha segnato la mia vita».