Emergenza regionale: Giani oggi a Monsummano

​Oltre il disastro ambientale sul torrente Rovigo, c'è da mettere in sicurezza anche l'Albegna e il San Baronto

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 Marzo 2025 16:03
Emergenza regionale: Giani oggi a Monsummano

Eugenio Giani si è recato a Monsummano Terme con la sindaca Simona De Caro per un sopralluogo nelle zone colpite da frane e da dissesti in seguito alla recente emergenza maltempo. “In Valdinievole - afferma Giani - tra strade interrotte e colline ferite, la Regione è oggi presente”.

Il presidente e l'assessora alla Protezione civile e difesa del suolo Monia Monni lunedì faranno un sopralluogo al cantiere dove sono in corso i lavori per la cassa di espansione e lo scolmatore di Campo Regio. Le opere fanno parte del complesso sistema di difesa idraulica del fiume Albegna e dell'abitato circostante.

Il presidente della Regione Toscana, accompagnato dal presidente della Provincia di Pistoia Luca Marmo e dalla sindaca di Lamporecchio Anna Trassi, farà poi un sopralluogo domani pomeriggio, a San Baronto, la frazione di Lamporecchio coinvolta negli eventi dell'emergenza regionale.

Approfondimenti

Dopo il disastro ambientale sui torrenti Rovigo e Santerno, alcune associazioni hanno presentato esposti alla Procura di Firenze e di Bologna.

Venerdì 28 marzo 2025 si è svolto presso il Comune di Vinci un incontro tra i Comuni firmatari del Patto del Montalbano. Alla riunione hanno partecipato per il Comune di Vinci il sindaco Daniele Vanni e l’assessore Giulio Vezzosi; per il Comune di Capraia e Limite il sindaco Alessandro Giunti e gli assessori Paolo Giuntini e Rosanna Gallerini; per il Comune di Cerreto Guidi l’assessore Alessio Tanganelli; per il Comune di Poggio a Caiano l’assessore Piero Baroncelli; per il Comune di Larciano la sindaca Lisa Amidei; per il Comune di Monsummano la sindaca Simona De Caro; per il Comune di Lamporecchio la sindaca Anna Trassi e l’assessora Serena Bavuso; per il Comune di Quarrata l’assessora Mariavittoria Michelacci; per il Comune di Carmignano l’assessore Dario Di Giacomo; per il Comune di Serravalle Pistoiese il vicesindaco Luigi Gargini.

Il vertice ha avuto luogo in risposta alla crescente preoccupazione per la situazione idrogeologica del Montalbano, fortemente compromessa dai numerosi eventi franosi che hanno interessato il territorio nelle ultime settimane. Nell’incontro tutti hanno sottolineato l’urgenza del riconoscimento da parte del governo dello stato di calamità, fondamentale per avere le risorse per gli interventi di somma urgenza necessari a ripristinare le zone colpite.

“A due settimane dall’ondata di maltempo che ha investito la Toscana provocando danni ingenti a famiglie, aziende e infrastrutture, il governo - nonostante le ripetute richieste del presidente Eugenio Giani - non ha ancora proclamato lo stato di emergenza per la nostra regione. L’area del Mugello è tra quelle più duramente colpite: frane e allagamenti hanno reso inagibili molte abitazioni, oltre che aver interrotto collegamenti stradali e ferroviari. I comuni interessati hanno la necessità di ripristinare nel minor tempo possibile le infrastrutture, ma non esiste nei loro bilanci margine di manovra che permetta di investire risorse.

È necessario che il governo non rinvii più il riconoscimento dello stato di emergenza per la Toscana, condizione essenziale per snellire le procedure che permetteranno a enti locali, famiglie e aziende di ottenere le risorse nazionali necessarie a ripristinare le infrastrutture compromesse e sostenerli nella fase di ripresa. Non possiamo lasciare soli le cittadine ed i cittadini del Mugello. Per questo abbiamo presentato alla Camera e al Senato un’interrogazione rivolta al ministro della Protezione civile Musumeci per chiarire i motivi di questo ritardo” dichiarano in una nota congiunta i parlamentari Pd eletti in Toscana Emiliano Fossi, Marco Furfaro, Silvio Franceschelli, Dario Parrini e Ylenia Zambito firmatari delle interrogazioni.

Eugenio Giani conosce il significato di opere tempestivamente cantierabili? Questa è la domanda che oggi poniamo pubblicamente al Presidente della Regione Toscana dopo averlo visto, pochi giorni fa, farsi ritrarre festante in foto presso la cassa di espansione di Restone. I cui lavori, secondo i piani, nel 2018 avrebbero dovuto già essere stati completati. A dieci anni dall'annuncio trionfale del DPCM del 2015, quando il governo Renzi presentava il Piano stralcio per le aree metropolitane e urbane ad alto rischio di alluvione, le opere sono ancora in alto mare”.

Così il senatore e membro della commissione Ambiente di Fratelli d’Italia Simona Petrucci, geologo, interviene sul tema della realizzazione, che doveva essere terminata circa 7 anni fa, delle casse di espansione di Figline sul fiume Arno. “È a dir poco incredibile che oggi si festeggi. Nel 2015, per ricordare la storia, le opere erano definite tempestivamente cantierabili, progetti cioè pronti per essere avviati nell’immediatezza per la sicurezza idraulica del territorio - prosegue Simona Petrucci - siamo nel 2025 e la realtà è sotto gli occhi di tutti: le quattro casse di espansione di Figline sul fiume Arno, fondamentali per la protezione di Firenze e della sua area metropolitana, sono ancora un miraggio.

Nel frattempo, mentre i lavori non sono avanzati, i costi lo hanno fatto eccome. Anzi, sono letteralmente esplosi: da 74 milioni di euro previsti nel 2015, si è passati a quasi 200 milioni di euro. Un aumento del 270%. E l’elemento ancor più incredibile, per non definirlo scandaloso, è che nessuna delle opere previste sia stata conclusa. Le quattro casse di espansione, Leccio e Prulli, Pizziconi Lotto 2, Restone, dovevano essere oggetto di un rigido monitoraggio previsto dall'Accordo di Programma firmato nel 2015; un accordo che garantiva controlli serrati, da parte non solo del Commissario Presidente di Regione, ma anche dell'Agenzia per la Coesione Territoriale e della Struttura di Missione con l'intervento, se necessario, dell'Autorità Nazionale Anticorruzione.

Niente di tutto questo si è tradotto in realtà. La Regione Toscana non può sottrarsi alle proprie responsabilità: nel 2015 era Presidente Enrico Rossi e oggi lo è Eugenio Giani, la gestione è quindi sempre rimasta nelle mani della sinistra, ed il risultato è sotto gli occhi di tutti. Anni di immobilismo, spreco di risorse e ritardi ingiustificabili, mentre il territorio resta esposto al rischio di nuove alluvioni. Giani pensa evidentemente che i toscani abbiano la memoria corta e che non si ricordino che queste opere fossero considerate ‘urgenti’ già dieci anni fa.

Come sempre accade quando si avvicinano le elezioni, iniziano le passerelle, le cerimonie, le ‘pose delle prime pietre’. Sceneggiate che, francamente, hanno stancato e i cittadini toscani, stanchi di essere presi in giro, sapranno ricordarsene al momento del voto. Non è necessaria, peraltro, un'indagine approfondita per scoprire lo stato dell’arte: è sufficiente accedere alla piattaforma Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo, per verificare lo stato pietoso in cui versano questi progetti.

I dati sono pubblici e raccontano una realtà che Giani e la sua giunta non possono più nascondere. Un territorio esposto a rischi idraulici non può più permettersi l'inerzia e la superficialità dimostrate dalla Regione Toscana in questi anni. I cittadini meritano risposte, non campagne fotografiche di mera propaganda elettorale. Consigliamo a Giani e alla sua Giunta di scegliere un dignitoso silenzio - conclude il senatore Petrucci - rispetto a ciò che, semplicemente, doveva esser fatto dieci anni fa: portare a termine opere strategiche e fondamentali per la sicurezza idraulica della Toscana.

Non pervenute. Invece di chiedere costantemente l’emergenza nazionale dopo le recenti alluvioni, Giani rifletta onestamente su quello che la sinistra non ha fatto per tutto questo tempo”.

Notizie correlate
In evidenza