La sicurezza nelle città è stato il tema al centro della riunione che si è tenuta venerdì in Anci Toscana con i rappresentanti dei Comuni con più di 40 mila abitanti. Un tema importante e molto sentito dai cittadini, al centro del nuovo disegno di legge del ministero dell’Interno, che i Comuni sperano sia discusso e varato in tempi brevi. “Il ddl finalmente affronta la questione della sicurezza urbana anche dal punto di vista dei sindaci, che vogliono essere protagonisti e incidere sulle proposte operative che poi si troveranno a gestire – ha detto il presidente di Anci Toscana Matteo Biffoni, ricordando il convegno organizzato da Anci su questo tema il 25 febbraio a Pisa.
“Sarà un momento importante – ha precisato – il primo di una serie per confrontarsi ed affinare un nostro pacchetto di proposte da presentare al governo, destinate a migliorare il già positivo ddl”. Tra queste, una maggiore attenzione alle esigenze della polizia municipale, in particolare riguardo alle indennità di rischio. “I nostri agenti – ha aggiunto il presidente – hanno un ruolo fondamentale e non solo nelle grandi città. Per questo vogliamo che questo impegno sia valorizzato e tutelato”. Durante la riunione è stato affrontato anche il rapporto con la Regione in materia di sicurezza urbana.
Anci anche in questo caso si farà parte attiva, per sottoporre proposte concrete e precise sulle quali chiede coordinamento e supporto, come la riqualificazione degli spazi urbani e nuove politiche per il commercio. Alla riunione, oltre al presidente Biffoni e al delegato per la sicurezza di Anci Toscana e assessore a Lucca Francesco Raspini, erano presenti tra gli altri in sindaco di Livorno Nogarin, il sindaco di Pisa Filippeschi, l’assessore di Firenze Gianassi e gli assessori di Siena, Pistoia, Viareggio e Campi Bisenzio.
“Abbiamo più volte segnalato all’azienda che negli uffici postali non ci sono le condizioni di sicurezza sufficienti, in quell’ufficio come in altri, ma l’azienda non ha mai fatto niente per migliorare la situazione.” E’ la denuncia di Marco Nocentini, segretario della Slp-Cisl di Firenze, dopo la rapina alle Poste di via Magenta, a Firenze, dove sono stati aggrediti due dipendenti, uno dei quali con una siringa. “Un tempo –spiega Nocentini- la zona dove lavoravano gli operatori era difesa da una blindatura.
Poi si è scelto di eliminare questa netta separazione dalla clientela, sul modello delle banche. Solo che le banche sono protette dalle ‘bussole’ all’ingresso e in alcuni casi anche dalla presenza di guardie giurate. Provvedimenti che le Poste non hanno mai voluto adottare se non per pochissimi casi; e questo ha causato un incremento delle rapine negli uffici postali. Anche se si tratta solo di uno sbandato con un temperino, le conseguenze psicologiche sui lavoratori possono essere pesanti, perché solo dopo si capisce l’effettiva pericolosità di chi agisce.” “Da quando è stata tolta la blindatura –prosegue Nocentini- siamo un obiettivo facile per chi vuole mettere a segno un colpo. Negli ultimi 10 mesi negli uffici postali del solo comune di Firenze sono state effettuate 10 rapine, più altre 3 rapine nei comuni limitrofi e 5 nella provincia di Prato. Come sindacato riteniamo questa situazione inaccettabile e chiediamo con forza un maggior impegno da parte di tutte le istituzioni per contrastare questa grave situazione e alle Poste chiediamo di potenziare in tempi rapidi i meccanismi di difesa a tutela dei lavoratori e dei clienti.”
“Per prima cosa”, afferma il Responsabile Provinciale di CasaPound e Coordinatore di Sovranità, “riaffermiamo con forza che a Firenze non c'è la possibilità di accogliere più nessuno, ci sono in città già migliaia di immigrati che non sono assolutamente inclusi, quindi aggiungerne altri significa aggiungere ulteriore disagio e disgregazione”. “ In secondo luogo”, Prosegue Di Giulio, “in particolare nella zona di Firenze Nord devono essere rinforzati i controlli. Proprio in tal senso proponiamo l'introduzione nei quartieri più problematici di figure civiche che controllino il territorio, non ronde improvvisate ma l'allargamento della figura degli "addetti al controllo" che si trovano ai grandi eventi o ai concerti alle strade dei quartieri, per una vigilanza continua che non tolga risorse alle Questure ma che sia comunque qualificata e che funga non solo da deterrente per la criminalità ma anche da supporto per la popolazione.
Questa soluzione permetterebbe anche la creazione di posti di lavoro e non sarebbe neanche in concorrenza con gli istituti di vigilanza, dato che si tratterebbe di personale non armato”.