Il Comune di Firenze corre in aiuto delle attività economiche che in questi giorni lamentano una riduzione di lavoro per l’allerta coronavirus. Il sindaco Dario Nardella e l’assessore al bilancio e al commercio Federico Gianassi hanno deciso di sospendere a tutte le attività del Comune di Firenze il pagamento della prima rata Cosap per tavolini e dehors la cui scadenza è prevista per il prossimo 16 marzo.
“Con il sindaco abbiamo condiviso l’opportunità di andare incontro alle attività che in questo periodo registrano un calo di lavoro per l’allarme legato al coronavirus” ha detto l’assessore, che ha aggiunto: “l’unico tributo comunale in scadenza a marzo è il canone di occupazione spazi e aree pubbliche, relativamente a sedie, tavolini e dehors posti su suolo pubblico. La scadenza della prima rata sarà quindi sospesa nella prima Giunta utile e posticipata di alcuni mesi, con la nuova scadenza al 30 giugno.
In attesa di vedere l’evolversi della situazione abbiamo deciso questa misura che sarà attiva dai prossimi giorni”. Con questo provvedimento tutte le attività del comune di Firenze che hanno suolo pubblico in concessione per dehors, sedie e tavolini, potranno rinviare il pagamento al 30 giugno senza nessuna penale.
“Siamo pronti a ripartire, con il solito entusiasmo e fiducia, perché Pisa è una città accogliente e sicura”. Provoca un effetto strano vedere la città della torre, di solito vivace e vissuta, svuotata di turisti – ammette Daniela Petraglia, presidente di Conf-ristoranti Confcommercio Provincia di Pisa: “Accanto al turismo culturale, attratto dalle magnifiche bellezze della città, c'è la fetta importante del turismo congressuale, legato alle tre grandi università e ai centri di ricerca che segna purtroppo il passo.
Un turismo fatto di professionisti, al 90% proveniente da fuori regione e soprattutto dall'estero, che per le imprese legate al turismo locale rappresenta una fonte vitale di sostegno e di ricchezza. Sappiamo che ci sono eventi e congressi cancellati da adesso fino a maggio. Siamo all'inizio della stagione, con la Pasqua alle porte e l'avvio della vera stagione turistica, non possiamo negare che questa situazione ci preoccupa”. Non indulge comunque al pessimismo: “A parte qualche eccezione, non ho visto in città fenomeni di particolare allarmismo.
Tornare ad una situazione di relativa normalità è interesse di tutti, credo che a Pisa ci siano le condizioni per farlo. I danni ci sono e ci saranno, su questo non ci sono dubbi. Contiamo che dalle istituzioni, dal governo centrale, alla regione , fino al comune, giungano quelle agevolazioni e quegli sgravi fiscali che consentiranno alle imprese che hanno subito perdite significative di proseguire la propria attività e di salvaguardare servizi e posti di lavoro”.
“Che l'affluenza ai negozi e ai locali sia drasticamente ridotta è evidente, ma anche per strada è quasi tutto deserto” – ammettono Andrea Pochini e Vaso Gjica, rispettivamente presidente e vice del direttivo Centro storico di Confcommercio: “Da alcuni giorni gli incassi sono quasi completamente azzerati, sia per i negozi al dettaglio, abbigliamento in primis, sia per locali e bar. E' chiaro che i consumatori in questo momento stanno declinando ogni forma di acquisto non necessaria, a favore di acquisti legati ai generi alimentari e farmaceutici.
In alcuni casi, si è diffuso anche un allarmismo ingiustificato, e alla fine i peggiori danni questo virus rischia di farli all'economia e alle imprese anche della nostra città”. I rappresentanti del centro storico si rivolgono all'amministrazione comunale: “Ci auguriamo che questo momento passi il più rapidamente possibile. Sappiamo che l'amministrazione comunale è sensibile al commercio, e considerando la straordinarietà di questa situazione emergenziale, sarà necessario individuare una serie di sgravi e di agevolazioni sulle tasse locali come l'Imu, la Tari, il suolo pubblico.
Sarebbe un segnale fondamentale per guardare con fiducia ai prossimi mesi”.
E’ al collasso l’indotto ricettivo in Toscana, con il sistema di alberghi collegati alla ristorazione negli agriturismi che sta subendo un contraccolpo difficilmente arginabile, nonostante gli agriturismi siano le strutture al momento più sicure per collocazione e strutturazione aziendale. E’ l’analisi di Coldiretti Toscana, sulla base del monitoraggio condotto negli agriturismi di Campagna Amica associati a Terranostra che dipinge uno scenario a tinte fosche con il 70% delle cancellazioni delle prenotazioni dei turisti nelle strutture agrituristiche.
“La situazione è grave e preoccupante – denuncia Fabrizio Filippi, presidente di Coldiretti Toscana – con il 70% delle disdette delle prenotazioni nel breve periodo e del 30% fino all’estate. A forte rischio a questo punto l’andamento delle ricettività per il perdiodo di Pasqua, storicamente uno dei più indicati per lòa vacanza in agriturismo”.
In Italia sono 23.000 gli agriturismi che offrono la possibilità di stare all'aria aperta lontano dalle preoccupazioni e di questi ben 4.500 si trovano in Toscana – aggiunge Coldiretti Toscana – dove leader dell’ospitalità agrituristica regionale è Siena con 1150 aziende seguita da Grosseto con 960 e Firenze con 600. I posti letto dell’agriturismo toscano contano 31 mila camere e 700 piazzole che accolgono oltre 60 mila persone.
“I nostri operatori agrituristici stanno segnalando numerose disdette per il servizio di ristorazione, collegato alla ricettività negli alberghi dove le cancellazioni si stanno moltiplicando. Lo stop di importanti fiere sta facendo il resto. Le disdette stanno arrivando da Paesi quali Canada e USA, ma anche Belgio, Olanda, Germania e Paesi Scandinavi, a cui i nostri agriturismi rispondono offrendo la possibilità di slittare il periodo di vacanza in periodi successivi, in modo da conservare la fiducia dei clienti”, racconta Luca Serafini, presidente di Terranostra Toscana.
L’associazione agrituristica Terranostra ha avviato una campagna per far conoscere le bellezze enogastronomiche dei territori lungo tutta la Penisola ma è anche importante individuare da parte delle Istituzioni misure di sostegno alle attività piu’ duramente colpite attraverso sgravi fiscali e contributivi con il rinvio di pagamenti, compensazioni previdenziali delle giornate di lavoro perse e – conclude la Coldiretti – attivazione degli ammortizzatori sociali per i lavoratori nonché la proroga delle scadenze dei piani di sviluppo rurale regionali e nazionale.