FIRENZE - Apprezzamento per l’attività svolta dal Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale. Ad esprimerlo è la commissione Affari istituzionali, presieduta da Marco Manneschi (Idv-Alde). La Commissione ha esaminato la relazione annuale 2013 presentata dal Garante Franco Corleone, che nel corso del 2013 ha sostituito il dimissionario Alessandro Margara. L’apprezzamento è rivolto all’attività di entrambi.
La commissione si è espressa con voto unanime, ha approvato una proposta di risoluzione che “ribadisce l’impegno, assunto con la legge di istituzione della figura del Garante regionale dei detenuti, a contribuire attraverso tale organo ad assicurare la finalità rieducativa della pena e il reinserimento sociale dei condannati e, più in generale, l’effettivo godimento dei diritti civili e sociali e la rimozione degli ostacoli al godimento di tali diritti all’interno delle strutture restrittive della libertà personale”.
Viene inoltre ribadito l’impegno “a sostenere e rafforzare l’efficienza dell’Ufficio del Garante regionale nel compimento delle funzioni assegnategli”.
Nella relazione del Garante si rileva un calo, ancora modesto, nei numeri della popolazione detenuta in Toscana: 3mila 680 unità ad oggi a fronte dei 4mila 344 del dicembre 2009. Si evidenzia inoltre come molte delle carceri toscane siano in condizioni di degrado strutturale, o parzialmente chiuse, e con spazi inutilizzati perché le ristrutturazioni non sono portate a termine a causa principalmente di lungaggini burocratiche. Secondo l’analisi effettuata nella relazione, il 26 per cento dei detenuti in Toscana è in carcere non per scontare una pena ma in custodia cautelare, mentre il dato nazionale è del 36 per cento. Si riscontra un aumento nell’applicazione delle misure alternative alla detenzione, mentre risultano in calo gli affidamenti in prova.
Il Garante ha inoltre indicato tra gli impegni programmatici per il 2014 la chiusura dell’Ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo Fiorentino; il funzionamento della sanità in carcere dopo il passaggio al servizio sanitario nazionale; l’impegno, in relazione all’uscita dal carcere dei detenuti tossicodipendenti, per il potenziamento dei trattamenti e del supporto ai carcerati; il monitoraggio sull’uscita dal carcere di detenuti per reati legati alla tossicodipendenza.